Con le rinnovabili gli italiani risparmierebbero 31 miliardi di euro l’anno in bolletta
Re Rebaudengo: «Terna ha già ricevuto richieste di connessione per circa 155 GW, ma gli impianti non si realizzano a causa della lentezza degli iter autorizzativi»
[21 Dicembre 2021]
L’Italia è una Repubblica fondata sul gas naturale, che soddisfa il 40% del nostro fabbisogno energetico totale ma che importiamo per circa il 95%, esponendo il Paese alle tensioni geopolitiche e ai loro impatti sui prezzi di questa fonte fossile, che stanno facendo impennare le bollette italiane.
Di fronte a questa crisi energetica c’è chi suggerisce di tornare a trivellare, estraendo il gas ancora presente nel sottosuolo italiano, e che lì dovrebbe rimanere per non accelerare ulteriormente un cambiamento climatico che corre già molto veloce.
Un’operazione di retroguardia che peraltro non inciderebbe granché nelle problematiche nazionali. Secondo il ministero dello Sviluppo economico, infatti, le riserve di gas naturale in Italia ammontano in totale a 111.588 milioni di Smc (ma quelle certe sono solo 45.775 mln di Smc, il resto si divide tra “probabili” e “possibili”) mentre la domanda supera i 70mila mln di Smc annui; risorse che verrebbero poi messe in vendita a prezzo di mercato e non certo “a sconto” per il consumatore italiano, che non avrebbe benefici in bolletta.
Tra tutte le fonti energetiche, le rinnovabili ormai sono invece le più economiche. «Oggi in Italia è possibile fare Ppa (contratti a lungo termine per l’acquisto di energia verde) con un prezzo fisso per 20 anni inferiore a 68 €/MWh, come dimostra il prezzo assegnato dalle aste del Dm Fer 1 per eolico e fotovoltaico, meno di un quarto rispetto al prezzo spot di novembre (preconsuntivo) di circa 270 €/MWh», spiega Agostino Re Rebaudengo – presidente di Elettricità futura, la principale associazione confindustriale nel comparto elettrico italiano –, aggiungendo che se avessimo già raggiunto gli obiettivi europei al 2030 i risparmi in bolletta sarebbero evidenti.
«Con l’attuale mix di generazione – che in Italia vede le rinnovabili a quota 40% sul totale di generazione elettrica – la bolletta elettrica sarà di circa 75 miliardi di euro nel 2021, un aumento del +70 % rispetto al 2019, pre-Covid, pari a 44 miliardi di euro. Se oggi avessimo già raggiunto il mix di generazione elettrica previsto dal target Green deal al 2030 – ovvero il 72% di rinnovabili nel mix elettrico – la bolletta avrebbe un costo di 45 miliardi di euro. E l’Italia risparmierebbe 31 miliardi di euro ogni anno», sottolinea Re Rebaudengo.
Perché allora le rinnovabili sono ferme al palo? «Il cambiamento climatico sta devastando il territorio. Ma, inspiegabilmente, le autorizzazioni ai nuovi impianti rinnovabili vengono negate per tutelare il paesaggio che è – e sarà sempre di più – colpito dagli effetti dell’emergenza clima e che potrebbe essere tutelato proprio da quegli impianti a cui si dice no. Secondo l’osservatorio Regions2030, su 42 pareri espressi dalle Regioni, 41 sono negativi; su 45 pareri espressi dal Ministero della Cultura, 35 sono negativi. Il settore elettrico italiano è pronto a investire 100 miliardi per raggiungere l’obiettivo +70 GW di rinnovabili al 2030. Gli investimenti sono pronti a partire: il Gestore di rete, Terna, ha già ricevuto richieste di connessione per circa 155 GW, una capacità più che doppia rispetto ai 70 GW necessari per centrare il target Green deal 2030, ma gli impianti non si realizzano a causa della lentezza degli iter autorizzativi», l’altra faccia della medaglia nelle sindromi Nimby&Nimto che bloccano le rinnovabili.