Bankitalia, la “crisi ambientale” potrebbe ridurre il reddito pro capite mondiale di un quarto
Nel 2018 l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo 1961-1990 è stato di 0,98°C a livello globale e di 1,71°C in Italia
[12 Novembre 2019]
I legami tra le condizioni climatiche, le emissioni di gas serra e le attività di produzione e di consumo sono noti da tempo. Eppure, la concentrazione di gas serra ha continuato a salire a ritmi preoccupanti. Nel 2018 l’aumento della temperatura media globale rispetto al periodo 1961-1990 è stato di 0,98°C a livello globale e di 1,71°C in Italia. Anche se forti variazioni della temperatura sono già avvenute in passato, per la prima volta oggi accadono per effetto dell’azione dell’uomo. La velocità del cambiamento previsto e la sua apparente inesorabilità sono tali da richiedere una risposta in tempi assai rapidi.
In assenza di incentivi più adeguati per gli investimenti “verdi”, di una regolamentazione più stringente o di una tassazione più accentuata delle fonti di energia maggiormente inquinanti, la crescita delle emissioni di gas serra porterebbe infatti a un incremento della temperatura del pianeta che, secondo i principali modelli climatici, raggiungerebbe i 3-5 gradi entro la fine di questo secolo. È, questo, un livello ben più alto della soglia di 1,5 gradi che, se superata, avrebbe, secondo il Panel Intergovernativo delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, effetti potenzialmente catastrofici per il nostro pianeta.
La “crisi ambientale” potrebbe ridurre il reddito pro capite mondiale di quasi un quarto entro il 2100 rispetto al livello che si potrebbe altrimenti raggiungere, con riduzioni forti soprattutto nel Sud del mondo e più lievi (in qualche caso aumenti) nel resto del pianeta.
di Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia
Il testo è un estratto della prolusione affidata al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco per l’inaugurazione del 399mo anno accademico dell’Università degli Studi di Cagliari