Clima, dall’Europarlamento tre passi avanti verso l’obiettivo Fit for 55%
Approvate oggi le leggi per la riforma del sistema di scambio di quote di emissione Ets, il Carbon border adjustment mechanism e il Fondo sociale per il clima
[18 Aprile 2023]
L’Europarlamento ha approvato oggi in via definitiva cinque nuove leggi – che attendono ora solo il via libera formale del Consiglio Ue, prima di approdare in Gazzetta ufficiale – all’interno del pacchetto di iniziative Fit for 55%, pensato per ridurre le emissioni di gas serra europee di almeno il 55% al 2030 rispetto al 1990.
Le principali novità riguardano la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Eu Ets), il Carbon border adjustment mechanism (Cbam, una sorta di carbon tax alla frontiera per alcuni prodotti importati dall’estero) e il Fondo sociale per il clima.
Più nel dettaglio, la riforma del sistema di scambio di quote di emissione (Es) è stata approvata con 413 voti favorevoli, 167 contrari e 57 astensioni. Prevede una riduzione delle emissioni, nei settori coperti dall’Ets, pari al 62% rispetto ai livelli del 2005, entro il 2030. Prevede anche la graduale eliminazione delle quote gratuite per le imprese fra il 2026 e il 2034.
Il Parlamento ha inoltre adottato l’inclusione, per la prima volta, nel sistema ETs delle emissioni di gas serra prodotte dal settore marittimo, e la revisione del sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto aereo. Ciò consentirà di eliminare gradualmente le quote gratuite per il settore dell’aviazione entro il 2026, promuovendo così l’uso di combustibili sostenibili.
Verrà inoltre creato un nuovo sistema Ets II per i carburanti per trasporto su strada e per gli edifici, per determinare il prezzo delle emissioni anche in questi settori dal 2027 (o dal 2028 se i prezzi dell’energia saranno eccezionalmente elevati).
Con 487 voti favorevoli, 81 contrari e 75 astensioni, l’Europarlamento ha inoltre approvato le norme che disciplinano il nuovo Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Cbam), che sarà introdotto gradualmente dal 2026 al 2034.
Tale meccanismo include ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno ed emissioni indirette in determinate condizioni: la normativa imporrà alle aziende importatrici nell’Ue di prodotti coperti dal sistema Ets di comunicare la quantità di emissioni contenute nelle merci alla frontiera, per poi acquistare certificati di carbonio corrispondenti al prezzo che avrebbero pagato per produrre i beni all’interno dell’Ue.
Infine, l’accordo precedentemente raggiunto con gli Stati membri dell’Ue sull’istituzione di un Fondo sociale per il clima (Scf) nel 2026 per garantire una transizione climatica equa e socialmente inclusiva è stato adottato con 521 voti favorevoli, 75 contrari e 43 astensioni.
Ne beneficeranno le famiglie vulnerabili, le microimprese e gli utenti dei trasporti particolarmente colpiti dalla povertà energetica. Non appena sarà pienamente operativo, il Fondo sociale per il clima sarà finanziato dai ricavi della messa all’asta delle quote di Ets II fino a un importo di 65 miliardi di euro, con un ulteriore 25% coperto da risorse nazionali (pari a un totale stimato di 86,7 miliardi di euro).