Cnr, raggiunto un «traguardo storico» per la fusione nucleare. Ma il clima non aspetta

«Nell’esperimento della Nif, per la prima volta nella storia, l’energia prodotta per effetto della fusione nucleare è stata pressoché pari all’energia spesa»

[24 Agosto 2021]

Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) guarda con ammirazione al traguardo raggiunto dalla National ignition facility (Nif), con il Lawrence Livermore national laboratory che ha «annunciato il sostanziale raggiungimento dell’ “ignizione” nell’esperimento di fusione nucleare con i laser».

«Nell’esperimento della Nif, per la prima volta nella storia – dichiarano dal Cnr – l’energia prodotta per effetto della fusione nucleare è stata pressoché pari all’energia spesa per comprimere e riscaldare il plasma in modo da raggiungere la condizione di fusione».

Un traguardo visto come un vero e proprio giro di boa, giunto quasi 50 anni dall’ideazione della fusione per confinamento inerziale di deuterio e trizio concepita nel 1972: «Già in passato la Nif aveva dimostrato una produzione di energia record di 150 kJ (1 kJ=1000 Joule), ma questo nuovo risultato, con oltre 1.35 MJ (1 MJ= 1 milione di Joule) di energia prodotta, pari ad oltre 5 volte l’energia assorbita e oltre il 70% dell’energia laser totale impiegata pari a 1.9 MJ, mostra per la prima volta che l’ignizione è effettivamente possibile».

Il successo dell’esperimento è frutto della collaborazione tra i grandi laboratori statunitensi ma si deve anche a centinaia di scienziati di tutto il mondo, anche se l’Unione europea viene vista come il “grande assente” nel supporto alla fusione per confinamento inerziale, dato che attualmente finanzia attraverso l’Euratom/Eurofusion solo ridotte attività di collegamento tra i numerosi gruppi europei impegnati in questa ricerca, mentre a livello nazionale le iniziative principali riguardano la Francia e l’Inghilterra.

L’Italia, invece, ha partecipato recentemente allo sviluppo del progetto europeo di fusione laser, il progetto Hiper, inizialmente concepito con l’idea di studiare la fusione laser con uno schema detto di “ignizione per shock”, differente da quello attualmente in sperimentazione presso la Nif e in grado di raggiungere guadagni di energia molto più elevati, necessari per il funzionamento di un reattore per la produzione di energia.

Sta di fatto che, secondo il Cnr, il risultato ottenuto presso la Nif «conferma la validità di principio della fusione per confinamento inerziale e consente di guardare con grande ottimismo allo sviluppo della fusione laser per la futura produzione di energia. È tuttavia necessario investire nella sperimentazione attraverso il finanziamento di un programma europeo dedicato che veda finalmente nascere laboratori nazionali di media scala e un grande laboratorio europeo per la fusione laser per l’energia, sulla scia del successo dell’esperimento Nif e della collaborazione europea nata con il progetto Hiper e tutt’ora in piena attività».

Come sempre, del resto, le promesse della fusione nucleare appaiono più che allettanti per un modo affamato di energia e in lotta contro la crisi climatica in corso: la fusione termonucleare controllata viene infatti inseguita in qualità di «fonte di energia sicura e pressoché inesauribile, senza produzione di CO2, di altri gas “serra” o di scorie radioattive a lungo tempo di decadimento», al contrario di quanto avviene con le tradizionali centrali nucleari a fissione.

A intralciare l’effettiva utilità di questa tecnologia, almeno per contenere il riscaldamento globale, restano però le tempistiche. Per evitare cambiamenti climatici disastrosi è imperativo rispettare l’Accordo di Parigi, che si traduce in un azzeramento delle emissioni nette di gas serra antropici entro il 2050. Ovvero, per metà del secolo la quasi totalità dell’energia che consumiamo dovrà arrivare dall’unica alternativa credibile ai fossili ad oggi in campo, ovvero dalle fonti rinnovabili.

Al contrario, secondo la Commissione europea non è credibile – visti anche i numerosi ritardi accumulatisi nel corso di decenni – che la fusione nucleare rappresenti una soluzione commerciale per la produzione di elettricità prima del 2050. Bene dunque continuare a investire in ricerca, ma tenendo ben presente il tempo che avanza.