T&E: «Una svolta per il settore automotive e un’ottima notizia per gli automobilisti»

Commissione Ue, dal 2035 stop alla vendita di auto alimentate da combustibili fossili

Un nuovo mercato del carbonio potrebbe far aumentare i prezzi di circa 5 centesimi al litro entro il 2028, ma la metà del gettito tornerebbe alle famiglie a basso reddito e medio reddito

[14 Luglio 2021]

Nell’ambito del pacchetto di riforme ‘Fit for 55’ presentato oggi, la Commissione europea introduce importanti novità nel settore dei trasporti – stradali e non solo – ponendo una data chiave al 2035: a partire da allora non saranno più immatricolabili autovetture che non siano a “zero emissioni”, dunque tutte quelle alimentate a combustibili fossili come benzina, diesel, metano o gpl.

Non solo: le emissioni delle autovetture nuove dovranno diminuire del 55% (rispetto al 2021) a partire dal 2030, e il la revisione del regolamento sull’infrastruttura per i combustibili alternativi imporrà agli Stati membri di aumentare la capacità di ricarica in linea con le vendite di autovetture a emissioni zero e di installare punti di ricarica e di rifornimento a intervalli regolari sulle principali autostrade. Ogni 60 km per la ricarica elettrica e ogni 150 km per il rifornimento di idrogeno.

Si tratta di «una svolta per il settore automotive e un’ottima notizia per gli automobilisti – commenta Tritto, policy officer per Transport & Environment Italia – Le nuove regole dell’Ue democratizzeranno le auto elettriche garantendo una spinta decisiva alle infrastrutture di ricarica: i veicoli elettrici a zero emissioni, in altre parole, saranno presto accessibili a milioni di cittadini europei, cioè più economici e facili da caricare».

Secondo uno studio recentemente commissionato proprio da T&E le auto elettriche saranno più economiche di quelle fossili già dal 2027. Certo, parlare di emissioni “zero” resta sempre una forzatura: per ricaricare le batterie si usa energia elettrica, che ad oggi in Italia arriva da rinnovabili solo per il 38%, anche se questa percentuale dovrà crescere molto rapidamente. Senza contare che la realizzazione di un prodotto industriale come un’auto non è mai a impatto “zero”, tanto che la Iea stima che con rinnovabili e auto elettriche la domanda di minerali crescerà fino a 6 volte entro il 2040.

Ci sarà da sporcarsi le mani – anche letteralmente, in miniera – ma si tratta di uno sforzo necessario per evitare gli ancora più catastrofici costi della crisi climatica, dato che il trasporto su strada incide per il 20,4% di tutte le emissioni Ue e che già oggi le auto elettriche hanno un’impronta di carbonio abbondantemente inferiore a quelle diesel. Piuttosto, in Italia resta da ri-costruire la filiera dell’automotive, dato che le auto elettriche in larghissima parte le importiamo favorendo l’economia di altri Paesi.

La strategia Fit for 55 prevede inoltre un nuovo mercato del carbonio per i carburanti stradali e per il riscaldamento che dovrebbe prendere il via dal 2026 e che, se approvato, potrebbe far aumentare i prezzi di circa 5 centesimi al litro entro il 2028 (ma secondo il piano la metà delle entrate verrebbe restituita alle famiglie a basso e medio reddito).

«Il carbon pricing giocherà solo una parte marginale nel taglio delle emissioni del trasporto stradale, ma può avere un ruolo – osserva Tritto – La proposta della Commissione prevede che questo meccanismo sarà introdotto lentamente con prezzi del carbonio molto bassi e le entrate torneranno alle famiglie a basso e medio reddito. Nonostante il suo approccio molto minimalista, il piano deve affrontare una forte opposizione e potrebbero passare anni prima che venga approvato».

L. A.