Condivisa, elettrica e digitale: la mobilità del futuro vista a Bologna, con il progetto Pollicino
L’effetto pandemia ha consolidato lo smart working e l’apprendimento a distanza: solo il 23% delle persone si spostano 5 giorni a settimana per lavoro
[27 Marzo 2023]
È stato presentato oggi a Milano Pollicino, un progetto pilota nato a Bologna dalla collaborazione fra la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il ministero dei Trasporti e quello dell’Ambiente, pensato per esplorare come la pandemia ha influito sulla mobilità cittadina e intravedere come queste tendenze proseguiranno in futuro.
«L’esperienza di Pollicino realizzata a Bologna, che speriamo possa essere replicata in altre città italiane – dichiara Raimondo Orsini, direttore della Fondazione – ci ha mostrato che abbiamo oggi uno strumento molto più potente, preciso e meno costoso di quelli utilizzati finora per analizzare la mobilità urbana, e che possono essere i cittadini stessi a raccontarci direttamente come cambia la mobilità, formando una community che collabora con le amministrazioni È il fenomeno del cosiddetto data altruism».
Più nel dettaglio, Pollicino è un’app che impiega una delle più recenti tecniche d’indagine, la Future mobility survey, fotografando tutti gli spostamenti in città grazie alla collaborazione dei cittadini che ne consentono la registrazione anonima grazie all’app installata sul proprio smartphone.
La partecipazione al progetto richiede di mettere a disposizione i dati sui propri spostamenti e sul mezzo utilizzato, per 7 giorni e 24 ore su 24, che vengono registrati in forma anonima: un aspetto che consente di cogliere come cambi la mobilità degli individui o, per esempio, quelli di una città.
Che la mobilità in città stia cambiando lo dicono anche gli ultimi numeri sulla sharing mobility: nel 2021 i viaggi realizzati in sharing mobility sono stati in tutto 35 milioni circa, + 61% rispetto al 2020. Il bikesharing free-floating e cresciuto del 56% rispetto al 2020, lo scootersharing del 5%, i monopattini in sharing nel 2021 hanno registrato la metà dei noleggi totali fatti in Italia (17,9 milioni), i servizi di carsharing con stazione segnano un +22,2% di viaggi rispetto al 2020.
In particolare, a Bologna circa 1000 cittadini hanno partecipato all’indagine di Pollicino facendo registrare tutti i loro spostamenti per 7 giorni. L’analisi dei dati dei Pollicini bolognesi ha fatto emergere che la mobilità in città, anche a seguito delle pratiche di smart working, è divenuta molto meno regolare e quindi molto meno prevedibile: non è più scandita dal recarsi quotidianamente a studiare o lavorare; la maggioranza delle percorrenze avviene nel week-end; gli spostamenti cosiddetti non sistematici e per motivazioni diverse da lavoro e studio sono nettamente predominanti.
L’effetto pandemia ha consolidato, infatti, lo smart working e l’apprendimento a distanza, tanto che ormai la percentuale delle persone che si spostano 5 giorni a settimana per lavoro è meno di un quarto del totale (23%) e, se sommata a quella che si sposta solo quattro giorni a settimana, non superala metà del campione.
Questa nuova struttura della mobilità tende a premiare la flessibilità dell’auto privata (e questo non va a vantaggio dell’ambiente), penalizza l’uso del trasporto pubblico ma fa anche intravvedere la potenzialità dei servizi di sharing mobility e la possibile espansione della mobilità attiva, soprattutto quella in bicicletta.
Il modal share poi cambia radicalmente in funzione della motivazione dello spostamento: quando si tratta di andare al lavoro l’auto si attesta intorno al 24,9% e l’autobus al 20%, ma se si tratta di fare acquisti l’auto raggiunge il 40,9% e il mezzo pubblico scende al 7,1%.
«Cambiare il settore dei trasporti, raccogliere la sfida che pone il cambiamento climatico e rispettare gli impegni che l’Italia ha assunto nelle sedi internazionali, comporta una conoscenza approfondita della struttura della mobilità attuale – osserva Tullio Ferrante, sottosegretario ministero dei Trasporti – Il progetto Pollicino si colloca in quelle iniziative che hanno come scopo il miglioramento della qualità e dell’offerta dei servizi di mobilità e trasporto, in particolare in ambito urbano, utilizzando lo studio degli spostamenti da parte degli utenti, indipendentemente dal mezzo utilizzato».