Bianco: «Enfatizza la natura multi-business e la visione industriale a lungo termine»

Da Iren investimenti per 3,7 miliardi di euro in 5 anni sulla “multicircle economy”

Per il 61% sono indirizzati a progetti che concorrono al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibili individuati dall’Agenda Onu

[30 Settembre 2020]

Energia, gestione rifiuti, acqua: nei prossimi cinque anni Iren, multiutility a maggioranza pubblica tra le prime 25 aziende industriali italiane per ricavi, investirà 3,7 miliardi di euro (con una marginalità attesa a 1,16 miliardi di euro) su un portafoglio di ambiti così diversificato che parla ormai di “multicircle economy” più che di circular economy: «Enfatizza la natura multi-business di Iren e la visione industriale a lungo termine focalizzata sull’uso consapevole ed efficiente delle risorse a supporto della quale sono previsti oltre 2 miliardi di investimenti dei 3,7 complessivi», spiega l’ad del gruppo Massimiliano Bianco.

La società ha presentato così il proprio Piano industriale al 2025, spiegando che dei 3,7 miliardi di investimenti previsti al 2025, il 40% (1,6 miliardi) è orientato ai settori regolati al fine di potenziare, ammodernare, digitalizzare i servizi a rete, con particolare focus sugli impianti di depurazione in area ligure, e di migliorare la qualità del servizio della raccolta rifiuti urbani. Un altro 40% è composto da investimenti di sviluppo destinati a favorire la crescita dimensionale del gruppo e riguardano prevalentemente il settore ambientale tramite lo sviluppo di impianti di selezione e trattamento, l’estensione delle reti di teleriscaldamento, la nuova linea a ciclo combinato della centrale termoelettrica di Turbigo e i progetti di smart solution e digitalizzazione. Il restante 20%, pari a circa 650 milioni di euro, è destinato a investimenti di mantenimento.

«Il Piano industriale al 2025 – commenta il presidente Renato Boero – testimonia la volontà del Gruppo di proseguire nel percorso di crescita intrapreso negli ultimi anni, più che raddoppiando gli investimenti rispetto al Piano presentato nel 2015, con importanti ricadute sui territori in cui operiamo».

Più nel dettaglio, dal punto di vista della sostenibilità circa 2,25 miliardi di euro – il 61% degli investimenti complessivi – sono indirizzati a progetti che concorrono al raggiungimento degli impegni presi nei confronti degli SDGs delle Nazioni Unite: il 93% di tali investimenti, oltre 2 miliardi di euro, confluisce nella nuova visione della multicircle economy, includendo le focus area di economia circolare, risorse idriche e città resilienti.

E proprio guardando all’economia circolare, il nuovo Piano industriale di Iren – attraverso lo sviluppo di nove nuovi impianti di trattamento per plastica, carta, frazione organica e legno – punta a incrementare del 50% i rifiuti trattati in impianti di proprietà, raggiungendo i 2,9 milioni di tonnellate annue, a fronte di un incremento dei rifiuti gestiti pari a 3,7 milioni di tonnellate a fine piano. L’autosufficienza nella chiusura dell’intero ciclo dei rifiuti avverrà, oltre che dalla valorizzazione dei rifiuti come materia per la generazione di biometano e combustibile fossile secondario, anche dalla connessione di tutti i termovalorizzatori alle reti di teleriscaldamento. Infine, lo sviluppo di un sistema di raccolta più efficiente consentirà di fornire un servizio di maggior qualità al cittadino, riducendo gli impatti ambientali a esso connessi e supportando l’impegno di Iren all’incremento della raccolta differenziata (superiore al 70% nel 2025).

Le best practice raggiunte nei territori storici stanno traghettando il gruppo a varcare i confini e a crescere a livello nazionale, imponendosi come uno dei principali player nazionali nel settore ambientale, anche grazie “alla completa integrazione delle società recentemente acquisite iBlu e Unieco e i relativi piani di sviluppo impiantistici”.

Gli investimenti stimati come necessari da Iren nel comparto ambientale, all’ottenimento di un EBITDA pari a 227 milioni di euro nel 2025 (+70 milioni di euro rispetto al 2019), sono pari a 722 milioni di euro.