Darsena Europa, Legambiente avvia approfondimenti sull’ampliamento del porto di Livorno

Come migliorare sotto il profilo ambientale un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo toscano, a partire dalle osservazioni avanzate nell’ambito della Via in corso

[19 Aprile 2023]

Legambiente Toscana, coinvolgendo i circoli di Pisa e Livorno, ha annunciato oggi l’avvio di un ciclo di approfondimenti sulla Darsena Europa, il progetto da circa 860 mln di euro chiamato a traghettare lo scalo labronico – il più importante in Toscana e uno dei maggiori a livello nazionale – nel XXI secolo.

Del progetto si discute almeno dal 2015, mentre un anno fa è stato siglato il contratto appalto per realizzarlo ed è ora in corso al ministero la Valutazione d’impatto ambientale, nell’ambito della quale Legambiente – così come l’Arpat e il Parco di San Rossore – hanno inviato osservazioni.

«Con il progetto di Darsena europa potrebbero esserci effetti imprevedibili per le spiagge e le economie del mare – spiega Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – Ci domandiamo se siano state fatte le valutazioni corrette e se il progetto risponde ancora ai bisogni per i quali era stato concepito».

Con la nuova infrastruttura, Livorno si pone l’obiettivo di raddoppiare il traffico dei container, passando dagli attuali 800mila ai futuri 1,6 milioni di Teu, adattando al contempo gli spazi portuali alle sempre maggiori dimensioni delle navi; in caso contrario lo scalo sarebbe destinato a marginalizzarsi, con conseguenze deleterie per l’economia toscana (il 90% del commercio globale delle merci viaggia via nave) e ancor più per Livorno, che nasce e si sviluppa da sempre come città-porto.

Anche gli impatti ambientali sono però assai rilevanti: nel pre-pandemia la stessa Autorità di sistema portuale ha certificato che le navi in arrivo a Livorno emettono annualmente CO2 come 63mila auto, e ossidi di zolfo (SOx) equivalenti a quelli di 108mln di auto. Per questo occorre migliorare: ad esempio, per il porto labronico sono stati stanziati lo scorso anno 45,5 mln di euro per elettrificare le banchine in modo da favorire la riduzione delle emissioni, e al contempo si punta a favorire i collegamenti tra il porto e la rete ferroviaria (nell’ultimo anno i treni terminalizzati sono cresciuti del 35,8%) in modo da ridurre i ben più inquinanti trasporti merci su gomma.

Riguarda in particolare al progetto della Darsena Europa, per gli ambientalisti l’imperativo è agire da subito affinché la realizzazione dell’infrastruttura – Legambiente non propone l’opzione zero, ovvero rinunciare del tutto all’opera – possa concretizzarsi come un intervento equilibrato sotto il profilo ambientale, sociale ed economico. Considerando non solo le ricadute su Livorno, ma anche quelle sul litorale pisano e sulla Toscana tutta.

«Darsena Europa presenta molte ombre e soprattutto ampi margini di miglioramento dal punto di vista ambientale – aggiunge Diego Barsotti, presidente del neonato circolo Legambiente Livorno – Sono miglioramenti assolutamente indispensabili per risanare, rilanciare e ambientalizzare un’infrastruttura fondamentale per l’intera economia toscana, a partire dalla riconversione dei trasporti da gomma a rotaia garantito dall’intermodalità o gli investimenti per l’elettrificazione delle banchine con riduzione dell’impatto ambientale provocato attualmente dai fumi delle navi».

Molti i temi al centro dei prossimi approfondimenti legambientini: gli interventi di riduzione delle emissioni portuali, l’erosione costiera, i danni per l’ecosistema marino, l’innalzamento del livello dei mari e l’interferenza con le aree protette.

L’accento iniziale, in vista della stagione balneare, è posto proprio sui rischi di erosione per le spiagge tra Calambrone e Marina di Pisa. «Il porto farà da riparo dai mari meridionali, prevarranno ancor più le onde di maestrale – spiega nel merito Enzo Pranzini, docente di dinamica e difesa dei litorali all’Università di Firenze – La conseguenza sarà una crescita delle spiagge a ridosso del porto a spese di quelle più settentrionali».

Per mitigare questo effetto è previsto un refluimento artificiale della sabbia da sud verso nord, tramite tubazione interrata, ma Legambiente paventa rischi di inquinamento: «Le associazioni ambientaliste del territorio hanno richiesto un accesso agli atti all’Autorità portuale per visionare le analisi effettuate sulle sabbie destinate al ripascimento, che in alcune zone potrebbero essere inquinate con Pfas e benzopirene. L’Autorità portuale non ha dato alcuna risposta».

Da qui l’appello lanciato dal vicepresidente di Legambiente Pisa, Yuri Galletti, affinché anche le aziende «che lavorano nel comparto dell’economia del mare valutino l’impatto del progetto in vista della stagione estiva».