Debito dei Paesi poveri insostenibile. Così impossibile vincere la lotta per il clima e contro le ineguaglianze
164 Paesi del mondo esposti ad un alto rischio di sofferenza del debito
[15 Aprile 2019]
Intervenendo al meeting on strengthening resilience to LDCs’ debt vulnerability e al Ministerial Breakfast Meeting on least development countries (LDCs) tenutosi durante il summit di primavera della Banca Mondiale (WB) e del Fondo monetario internazionale (FMI), il capo delll’United Natios devlopment programme (Undp) Achim Steiner, ha detto che «Sono necessari urgentemente un finanziamento accresciuto e una leadership per lottare contro il cambiamento climatico, l’ineguaglianze e l’indebitamento, mentre l’aumento dei rischi e delle vulnerabilità minaccia la crescita economica a livello globale. Abbiamo sempre un sistema finanziario ed economico mondiale che non risponde ai bisogni in termini di ampiezza del tipo di finanziamento richiesto per lo sviluppo sostenibile».
Steiner ha sottolineato che «Un’azione audace per il clima potrebbe produrre delle ricadute economiche da 26.000 miliardi di dollari entro il 2030, creare più di 65 milioni di posti di lavoro e aiutare 700.000 persone a evitare un decesso prematuro. Abbiamo bisogno di politiche di investimento intelligenti per colmare i divari crescenti, non solo in termini di entrate ma anche in termini di dignità, di opportunità e di qualità della vita»,
Secondo l’Undp, entro il 2050, per finanziare la transizione verso un’economia low.carbon e resiliente al cambiamento climatico ci vorranno investimenti per almeno 60.000 miliardi di dollari e le finanza pubbliche non saranno sufficienti: bisogna mobilitare dei fondi privati.
Intervenendo al meeting dei ministri, Steiner ha sottolineato il loro ruolo centrale nel sostegno alle strategie climatiche nazionali: «Non dobbiamo scegliere tra prosperità economica e azione climatica. Le due cose sono possibili insieme. Basta pensare all’innovazione e alla trasformazione stupefacenti delle nostre industrie dell’energia e della mobilità».
Ma la crisi del debito minaccia la stabilità e la stessa sopravvivenza di numerosi Paesi in via di sviluppo. Secondo la recente analisi della sostenibilità del debito di FMI e Banca Mondiale, Il 40% dei Paesi meno sviluppati e dei Paesi a basso reddito, soprattutto nell’Africa sub-sahariana, sono o sono esposti ad alto rischio di indebitamento. Inoltre, altri 164 Paesi LCDs e Paesi a basso reddito sono stati valutati come esposti ad un alto rischio di sofferenza del debito. Le tendenze sono particolarmente inquietanti per l’Africa subsahariana, che presenta un maggior numero di Paesi con un alto rischio di difficoltà di indebitamento rispetto all’Asia e al Pacifico, con almeno 4 Paesi ad alto rischio di difficoltà di indebitamento. Nel 2017, almeno 8 Paesi avevano un debito insostenibile e ormai fuori controllo: Eritrea, Somalia, Sudan, Zimbabwe, Ciad, Sud Sudan, Repubblica democratica del Congo e Mozambico
La cosa positiva è che la maggior parte dei paesi meno sviluppati ha utilizzato il debito pubblico per finanziare investimenti pubblici, migliorando significativamente i risultati dello sviluppo umano. Steiner ha detto che «Tra il 1990 e il 2017 l’indice di sviluppo umano dei Paesi meno sviluppati come gruppo è aumentato più del doppio della media annuale globale dello 0,7%».
Steiner ha ricordato che alcuni Paesi, come il Mozambico, lo Zimbabwe e il Malawi che a marzo sono stati devastati dal ciclone Idai stanno affrontato minacce allo sviluppo che si sovrappongono: «Il ciclone Idai non solo dimostra gli effetti devastanti di uno shock climatico, ma amplifica anche altre vulnerabilità a cui dobbiamo prestare molta attenzione al fine di creare resilienza all’interno dei Paesi per mantenere il loro sviluppo sostenibile».
Il capo dell’Undp ha approfondito il modo in cui il debito azionario globale è salito a livelli che non si vedevano dalla crisi del debito degli anni ’80 e ha chiesto «più attenzione» per l’accumulo del debito dei Paesi meno sviluppati che era stato parzialmente ammortizzati dalla cancellazione del debito negli anni ’90 e nei primi anni 2000. Per Steiner «Questo è dovuto in parte all’aumento degli investimenti pubblici, ma anche al passaggio da fonti tradizionali a fonti di finanziamento commerciali, inclusi creditori non tradizionali e finanziamenti basati sul mercato. Ciò ha presentato nuove e significative sfide nella gestione del debito a livello nazionale».
Steiner ha concluso: «In questo contesto. È necessario fornire agli LCDs un sostegno globale in materia di politiche e di programmi al fine di assicurare una gestione migliorata del debito e delle politiche macroeconomiche sane, ma anche e soprattutto accrescere i finanziamenti allo sviluppo. Come comunità internazionale, dobbiamo sfruttare la nostra presenza mondiale, le nostre partnership, le nostre conoscenze e le nostre competenze per garantire che i Paesi che serviamo non ricadano nelle crisi del debito. Faremo la nostra parte ed abbiamo fiducia che i Paesi meno sviluppati saranno anche più attenti alla gestione del debito».