Sta crescendo rapidamente la petizione lanciata dai Cittadini per l’Italia rinnovabile
Diecimila persone in dieci giorni hanno già chiesto al Mibact di sbloccare le rinnovabili
«Bello poter annunciare questo importante traguardo il giorno dello sciopero per il clima. Il 22 aprile saremo davanti al ministero e consegneremo le firme direttamente al ministro Franceschini»
[25 Marzo 2022]
Dieci giorni fa i Cittadini per l’Italia rinnovabile, il neonato coordinamento nazionale che riunisce molte figure tra le più autorevoli dell’ecologismo italiano, lanciavano su Change.org la petizione Franceschini ora basta, sblocca le rinnovabili! per chiedere al ministero della Cultura (Mibact) di sciogliere «i veti anacronistici e incomprensibili delle Soprintendenze», che un po’ ovunque bloccano l’installazione degli impianti necessari a catturare le energie rinnovabili abbondantemente (e gratuitamente) disponibili sul territorio nazionale.
Un appello che sta crescendo a vista d’occhio, con circa 10mila persone da tutta Italia che hanno già dato la loro adesione all’iniziativa: un traguardo raggiunto in un giorno particolarmente importante, quello dello sciopero globale per il clima che anche oggi ha riempito le piazze sotto la bandiera dei giovani attivisti climatici di Fridays for future (nella foto, ndr). Una nuova iniziativa si profila ora all’orizzonte, con appuntamento proprio davanti al Mibact il prossimo 22 aprile dalle ore 11.
«È bello poter annunciare questo importante traguardo il giorno dello sciopero del clima – commentano a caldo i Cittadini per l’Italia rinnovabile – Del resto, sappiamo che per fronteggiare l’emergenza climatica, come anche per uscire dalla dipendenza dal gas fossile e dalle tensioni geopolitiche e finanziarie ad essa legate a doppio filo, la ricetta è sempre quella: energie rinnovabili, energie rinnovabili, energie rinnovabili, che in Italia blocchiamo con un uso burocratico e strumentale del valore (assolutamente fondamentale) della tutela dei beni paesaggistici. Per questo è fondamentale che tante e tanti cittadini abbiano compreso il senso del nostro messaggio e si stiano unendo a noi per dire basta, sbloccate le rinnovabili, non usate più il paesaggio per fermarle».
È utile ricordare infatti che il paesaggio non è un costrutto immobile ma, specialmente in un Paese come l’Italia, il risultato del rapporto millenario tra gli esseri umani e il resto della natura. Il paesaggio cui oggi siamo abituati è quello a cui abbiamo dato forma nel corso del tempo, e che continuerà inevitabilmente a cambiare: l’alternativa è solo tra cambiamenti bruschi e catastrofici, veicolati dalla crisi climatica in corso, o l’inserimento di impianti rinnovabili all’interno di un cambiamento governato e più rispettoso. Prima ce ne renderemo conto, meno amara sarà la realtà con cui fare i conti.