Il nostro fragile Paese ha bisogno di 40 miliardi, ma soprattutto di saperli spendere
Dissesto idrogeologico, 262 mln di euro alle Regioni in attesa del decreto per le semplificazioni
Poteri straordinari ai presidenti delle Regioni per accelerare i tempi. Inoltre saranno anticipati ai Comuni il 30% dei costi
[15 Gennaio 2021]
Per essere tanti sono pochi, ma per essere pochi sono fondamentali: stiamo parlando degli oltre 262 milioni di euro per 119 interventi in 19 Regioni stanziati dal Piano nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico 2020 (Piano stralcio, Dl 76/2020). Progetti immediatamente esecutivi e cantierabili – come spiega una nota del ministero – per la messa in sicurezza del territorio dai rischi sempre maggiori derivanti da eventi climatici estremi su aree del Paese particolarmente vulnerabili.
Se sembrano tanti, però, va ricordato che già nel 2013 il ministero dell’Ambiente stimò in 40 miliardi di euro (e 15 anni di lavori) il fabbisogno per rimettere in ragionevole sicurezza l’Italia. Circa 2,5 miliardi di euro all’anno. Ma in Italia, purtroppo, non è solo un problema trovare i soldi, bensì di saperli spendere. Poco più di un anno fa la Corte dei conti dette la notizia che solo il 19,9% del totale complessivo (100 mln di euro) in dotazione al “Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico” era stato effettivamente erogato. Quindi dopo il cambiamento di governance che ha portato le competenze in materia in capo al ministero dell’Ambiente, per accelerare decisamente le cose, il ministero ha deciso di dare poteri straordinari ai presidenti delle Regioni proprio accorciare i tempi.
“I lavori non si fermano e non possono fermarsi – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – Stiamo aprendo i cantieri per la tutela del territorio, i più importanti, per proteggere il nostro Paese fragile e affinché non ci siano più tragedie. Si tratta di progetti immediatamente esecutivi e cantierabili. Già con il dl agosto abbiamo messo a disposizione dei Comuni e delle Regioni la società in house del Ministero dell’Ambiente Sogesid, per aiutare le amministrazioni nella progettazione. Con la stessa legge ai presidenti di Regione che sono commissari straordinari del dissesto idrogeologico, abbiamo dato poteri straordinari che riducono del 40% i tempi. Abbiamo inoltre previsto di anticipare ai comuni il 30% della spesa, in modo da permettere l’attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere”.
“La lotta al rischio idraulico per la difesa del suolo – aggiunge il sottosegretario Roberto Morassut – rappresenta un aspetto importante della strategia di ripresa e resilienza, che verrà ulteriormente perfezionata con apposito decreto legge, di prossima emanazione, che semplifica procedure e tempi per la realizzazione degli interventi e rafforza le strutture territoriali, cui l’ordinamento assegna la titolarità della realizzazione delle opere”.
La situazione del nostro fragile Paese purtroppo è sotto gli occhi di tutto da decenni. Come abbiamo scritto pochi mesi fa, per l’Italia sembra un bollettino di guerra: il 91% dei comuni è a rischio frane o alluvioni e qui vi risiedono ben 7.500.000 persone e decine di migliaia di beni culturali. Mettere in sicurezza il Paese è quindi un dovere, oltre a essere un’occasione straordinaria di occupazione “sostenibile” con ritorni certi degli investimenti: basta vedere quanto ci costa risanare.