L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) avvia un’indagine conoscitiva
Dissesto idrogeologico, quale prevenzione? Su 25mila progetti finanziati solo 8mila conclusi
Dati neanche disponibili in 9.483 casi. Busìa: «Rileviamo una diffusa inefficacia delle misure finora adottate, con interventi di natura prevalentemente emergenziale e non preventiva»
[13 Novembre 2023]
Quasi il 94% dei Comuni italiani deve fare già oggi i conti col dissesto idrogeologico, con oltre 1,3 milioni di persone a rischio frane e quasi 7 milioni a rischio alluvioni, mentre l’avanzata della crisi climatica non fa che peggiorare la situazione aumentando frequenza e intensità degli eventi meteo estremi.
Eppure la prevenzione, dieci volte meno costosa rispetto agli interventi post-emergenza, resta la cenerentola del Paese. Servirebbero circa 30 miliardi di euro e 15 anni di cantieri per mettere in sicurezza l’Italia, ma non ne vengono stanziati a sufficienza – il Governo Meloni ha definanziato il Pnrr per quasi 1,3 mld di euro su questo fronte – e anche quando le risorse ci sono non vengono spese.
Un aspetto quest’ultimo su cui l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha deciso di accendere un faro, avviando un’indagine conoscitiva che sta già mettendo in evidenza troppi ritardi, stop burocratici e opere ferme nella prevenzione del dissesto idrogeologico.
«Vogliamo evitare che i fondi stanziati vengano spesi in ritardo o sprecati. L’indagine conoscitiva aperta vuole individuare i possibili rallentamenti ed affiancare le amministrazioni così da risolvere in tempi rapidi gli intoppi. Una sorta di vigilanza collaborativa preventiva», spiega il presidente dell’Anac, Giuseppe Busía.
Incrociando i dati dell’Autorità con quelli di Ispra, della Corte dei conti e di Rendis – che è lo strumento ufficiale che normativamente deve essere popolato dalle Amministrazioni per l’acquisizione dei finanziamenti –, i risultati delineano forti difficoltà.
A fronte di 25.101 interventi contro il dissesto idrogeologico finanziati dal 1999 al 2023, per un ammontare pari a 17,169 miliardi di euro, sono solo 8.073 i lavori ultimati; altri 2.649 risultano in esecuzione e 4.348 in corso di progettazione, mentre per 9.483 non ci sono neanche dati disponibili.
«Purtroppo rileviamo una diffusa inefficacia delle misure finora adottate, con scarsa capacità di spesa e di realizzazione dei progetti, con interventi di natura prevalentemente emergenziale e non preventiva», conferma Busìa.
L’Autorità collabora già per riparare i danni prodotti dalle emergenze idrogeologiche, lavorando con i commissari Figliuolo in Emilia e le altre Regioni colpite, sia con il commissario Legnini ad Ischia. Hanno già espresso interesse ad una collaborazione più fattiva le regioni Campania, Toscana, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Umbria e Basilicata. Ma serviranno sforzi assai maggiori per recuperare i ritardi accumulati, mentre frane e alluvioni continuano a sommergere l’Italia.