Kyoto club: «Incredibile lo spazio dato su diversi media agli ormai residuali negazionisti»

Emilia-Romagna, l’unica risposta all’eterna emergenza sta nelle politiche climatiche

Wwf: «Sono finiti i tempi per anacronistici distinguo sul cambiamento climatico, è finito il tempo di continuare a giocare sulla vita delle persone»

[19 Maggio 2023]

Anche oggi sull’Emilia-Romagna pende la spada di Damocle dell’allerta meteo rossa, mentre si scava nel fango per salvare il salvabile: finora i numeri della tragedia parlano di 14 morti e oltre 10mila sfollati, con danni economici stimati nell’ordine dei miliardi di euro.

Eppure dopo due eventi in sequenza in meno di venti giorni con precipitazione cumulata mensile che ha superato i 450 millimetri in varie località della regione, dove le aree potenzialmente allagabili raggiungono il 45,6% dell’intero territorio e la popolazione esposta supera ampiamente il 60%, c’è ancora chi si interroga sulle cause dell’alluvione.

Si è trattato di un evento meteo estremo, come ha già chiarito il Cnr. C’è chi si chiede se questo preciso evento sarebbe successo ugualmente senza il riscaldamento globale in corso – ed è ancora presto per rispondere –, ma è questa la domanda giusta?

No, perché sappiamo già che con la crisi climatica gli eventi meteo estremi aumentano di frequenza e di intensità. La soluzione strutturale al problema sta dunque nel contenere i cambiamenti climatici, e anche in questo caso non ci sono incertezze sul come fare: occorre tagliare le emissioni di gas serra legate all’impiego dei combustibili fossili.

«La tragedia dell’Emilia-Romagna è solo l’ultimo segnale di un crescendo di disastri climatici che stanno colpendo tutti i continenti – spiega Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto club – Le immagini che guardiamo in tv angosciano ed allarmano. Ed è incredibile lo spazio dato su diversi media agli ormai residuali negazionisti climatici, che rischiano di disorientare l’opinione pubblica in una fase in cui servono invece decisioni rapide e radicali».

Oltre ad avviare una seria azione di prevenzione, di cura e manutenzione del territorio per controllare il dissesto idrogeologico, e magari una legge efficace sul consumo di suolo, vanno dunque accelerate le politiche di riduzione delle emissioni climalteranti.

«L’Europa si sta muovendo bene – osserva Silvestrini – con la definizione degli obiettivi al 2030 e puntando alla neutralità climatica al 2050. L’Italia però è estremamente in ritardo, come ha sottolineato il recente rapporto di Ispra. Malgrado questo, il Governo attuale ha assunto posizioni perdenti e di retroguardia in merito alle ultime decisioni Ue sulla scadenza della vendita di auto a benzina e diesel dal 2035, sugli obiettivi di riqualificazione energetica degli edifici, sullo stop alla installazione di nuove caldaie a gas dal 2029».

Tutte politiche che potrebbero non solo contrastare la crisi climatica, ma anche incrementare la qualità di vita dei cittadini e di aumentare l’occupazione.

«La politica italiana – aggiunge nel merito il Wwf – deve prendere coscienza della crisi climatica e portarla in cima alla propria agenda. Sono finiti i tempi per anacronistici distinguo sul cambiamento climatico, è finito il tempo di continuare a giocare sulla vita delle persone, influenzando le opinioni e dando la colpa a nutrie e istrici quando franano intere colline. Per questa ragione il Wwf Italia chiede alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica di calendarizzare due sedute urgenti sul cambiamento climatico, per accelerare l’azione di mitigazione (abbattimento delle emissioni climalteranti) e le misure di adattamento necessarie per mettere in sicurezza il nostro territorio che si conferma straordinariamente fragile».