Facciamo Eco chiede le dimissioni del ministro Cingolani e non vota la fiducia sulla Legge Finanziaria
Una decisione che arriva dopo il non accoglimento degli emendamenti di Facciamo Eco e le decisioni del governo su IVA per il Terzo Settore e Caldaie a gas nel superbonus
[30 Dicembre 2021]
Intervenendo al dibattito sulla fiducia sulla legge finanziaria alla Camera, la deputata di Facciamo Eco Rossella Muroni ha espresso tutta l’insofferenza verso i metodi di una maggioranza che pure la formazione ecologista appoggia (o forse sarebbe meglio dire appoggiava) e resa esplicita la sfiducia verso l’operato del ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani.
La ex presidente di Legambiente ha detto infatti che «con questa Legge di Bilancio noi deputati di FacciamoEco abbiamo due enormi problemi: uno di metodo, l’altro di merito. Di metodo, in quanto questa legge finanziaria è stata fatta esclusivamente dal Governo, che ha completamente estromesso i deputati dalle sue funzioni. Di merito, poiché la grande assente in questa manovra è la transizione ecologica di cui sono state bocciate tutte le nostre 40 proposte da maggioranza e Governo».
Per questo la compagine ecologista si sfila dal governo Draghi di quasi unità nazionale e la Muroni ricorda che «all’articolo 54 della nostra Costituzione c’è scritto che dobbiamo essere fedeli alla Repubblica, non al Governo, e che dobbiamo compiere il nostro dovere con disciplina ed onore… non con obbedienza e sopportazione! Perciò Noi di Facciamo Eco non abbiamo nessuna intenzione di smettere di portare avanti il nostro compito con disciplina ed onore, come vuole la Costituzione, quindi ci rifiutiamo di votare questa finanziaria».
Poi la stoccata a Cingolani che aveva appena smentito le voci sulle sue imminenti dimissioni: «Dico al Ministro della Transizione Ecologica che dovrebbe dimettersi e non perché ha completato il suo compito (come ha rivendicato in alcune interviste), ma perché non ha mai cominciato, dimostrando che la sua idea di transizione ecologica è più simile a quella di Eni che a quella del Green Deal europeo. Per questo FacciamoEco presenta ufficialmente una mozione di sfiducia al Ministro Cingolani».
Ad appoggiare la mozione di sfiducia ci sarà sicuramente Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana che si chiede: «Il Ministro della finzione ecologica Cingolani annuncia che il suo lavoro è terminato. Ottimo, solo una domanda. Quando mai è iniziato? Perché non mi sembra abbia fatto assolutamente nulla. Tutt’altro.Speriamo che il prossimo anno porti davvero le sue dimissioni. Questo Paese ha bisogno di un Ministro che tuteli, davvero, l’ambiente».
Si conclude così, con l’uscita di fatto dalla maggioranza e la richiesta delle dimissioni del ministro della Transizione Ecologica, l’offensiva di Facciamo Eco cominciata il 28 dicembre con l’intervento della Muroni in commissione durante il rapidissimo esame della Legge di Bilancio, con il non accoglimento degli emendamenti per la transizione ecologica proposti dagli ecologisti. La Muroni aveva denunciato che «ormai è sotto gli occhi di tutti: siamo al monocameralismo di fatto e a noi deputati quest’anno non è concesso contribuire al miglioramento della Legge di Bilancio! Una deriva che nuoce alla democrazia e al Paese. E proprio perché siamo a un monocameralismo “de facto” maggioranza e Governo stanno dichiarando inammissibili e bocciando con motivazioni pretestuose tutti gli emendamenti di FacciamoECO alla manovra. Tutto ciò è incomprensibile soprattutto perché parliamo di correttivi pensati per aiutare la conversione alla sostenibilità della nostra economia».
Una rottura definitiva che arriva dopo che ieri Facciamo Eco aveva preso nuovamente le distanze da un altro provvedimento del governo Draghi, dicendo che «non possiamo mettere a rischio la sopravvivenza delle associazioni del Terzo Settore: il terzo settore va sostenuto, non colpito».
Per questo, dopo diversi e vani tentativi a causa del rapido passaggio in commissione Bilancio della manovra finanziaria, Facciamo Eco ha presentato un emendamento con cui chiede «la soppressione della norma che impone alle associazioni, dal 1° gennaio 2022, di essere assoggettate al regime IVA, pur non svolgendo alcuna attività commerciale! Senza dimenticare che il Terzo settore sta già affrontando il delicato passaggio di entrata in vigore del Registro Unico del Terzo settore, che comporterà tutta una serie di problematiche. Pertanto, l’introduzione di questo ulteriore adempimento genererebbe un ulteriore disallineamento con la normativa in vigore, producendo disorientamento e sfiducia negli enti, soprattutto in quelli più piccoli».
Sempre ieri Facciamo Eco aveva aperto con il Governo e con Cingolani un altro fronte sull’introduzione delle caldaie a gas nel superbonus: «Il momento storico che stiamo vivendo rappresenta un’occasione unica per coniugare crescita, obiettivi di risparmio, sostenibilità, comfort e salubrità degli edifici, qualificazione degli operatori, occupazione, e, sarebbe davvero un peccato sacrificare tale occasione sulla base del conto economico di breve periodo, quando l’analisi di medio periodo mostra indicatori economici ed energetici positivi! Per tale ragione troviamo davvero incomprensibile, invece, la presenza delle caldaie a gas nel superbonus quando sarebbe stata una scelta di buon senso estendere il superbonus nei confronti di quelle famiglie che, in molte città italiane, non dispongono ancora di sistemi fissi di climatizzazione invernale degli ambienti, in particolare al sud, e che così rischiano di non poter accedere agli incentivi per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio».
Facciamo Eco ricorda che «il Senato ha già emendato il testo della legge bilancio, senza però prevedere tale importante modifica. Ora il testo è alla Camera, praticamente blindato, e per cui non sarà possibile apportare alcuna modifica. Ma, nonostante ciò, non ci stancheremo di presentare questa misura anche nei prossimi provvedimenti, affinché tali risorse pubbliche possano essere indirizzate nella realizzazione della transizione ecologica, e non nella conservazione di pratiche ormai desuete».