Global Opportunity Report: «Re-immaginare la plastica, imprescindibile per ambiente ed economia»
Nel 2050, più plastica che pesce negli oceani. 120 miliardi di dollari persi all'anno
[8 Ottobre 2018]
Il Global Opportunity Report, uno studio condotto dalla multinazionale dei servizi di assurance e di gestione del rischio DNV GL, dal Global Compact dell’Onu e da Sustania, il più importante think tank scandinavo sulla sostenibilità, parte dalla constatazione che «Gli oceani coprono il 70% del pianeta, regolano il clima e sono centrali per il sostentamento di 3 miliardi di persone. Il prodotto marino lordo vale 2,5 trilioni di dollari. Una risorsa dal valore inestimabile; oggi sotto pesante minaccia, per via dell’acidificazione, della pesca eccessiva e dell’inquinamento. La plastica gioca un ruolo di primo piano in questa minaccia. Pesa, infatti per l’80% dei rifiuti marini. Nel 2050 ci sarà più plastica nei mari che pesce». Un trend che «può essere invertito, solo re-immaginando la plastica e ridefinendone gli impieghi in un’ottica circolare»
Secondo il rapporto, l’indagine che annualmente prende in esame i rischi più pressanti di oggi con l’obiettivo di evidenziarne le opportunità di business correlate, nel rispetto degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu, «E’ importante un maggiore impegno per raggiungere quattro dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite entro il 2030». Gli obiettivi affrontati nel report 2018 sono quattro: l’obiettivo 10, ridurre le disuguaglianze, l’obiettivo 12, consumo e produzione responsabili, l’obiettivo 13, lotta contro il cambiamento climatico e l’obiettivo 14, la vita subacquea e il rapporto illustra 10 nuove opportunità per il business che supportano il raggiungimento di questi quattro obiettivi.
Alla DNV GL sottolineano che «Con una storia di 170 anni e innumerevoli benefici economici e sociali introdotti al suo attivo – tra cui l’estensione della vita dei prodotti alimentari grazie alle innovazioni portate dal packaging o alla riduzione dei consumi di combustibile grazie allo sviluppo di componenti più leggeri per i veicoli – la plastica gioca un ruolo chiave nel panorama dell’economia globale. La versatilità permessa al design e i bassi costi di produzione, tuttavia, hanno portato alla consuetudine di sviluppo di cicli di vita brevi e difficilmente al riciclo. Si stima che il 30% circa della plastica non venga riutilizzata e che più di 8 tonnellate finiscano in mare ogni anno. Basti pensare che, solo considerando il packaging, il 95% del materiale va perso dopo il primo utilizzo. Una perdita per l’economia stimata dagli 80 fino ai 120 miliardi di dollari all’anno. Una situazione che è importante arginare, considerando che si tratta di un mercato che varrà 650 miliardi di dollari entro il 2020 e per cui è previsto il raddoppio della produzione nell’arco dei prossimi 20 anni».
Il Global Opportunity Report evidenzia che «Le modifiche nel panorama legislativo imporranno parimenti una riflessione. Sono diversi, infatti, i Paesi che stanno lavorando per l’introduzione di policy per vietare prodotti monouso entro il 2021».
Ma la plastica come può essere reinventata? «Ripensandone la produzione e gli usi e lavorando a processi di riciclo più sofisticati – rispondono DNV GL, Global Compact e Sustania – Il Global Opportunity Report passa in rassegna alcuni eccellenti esempi di innovazione. La plastica può essere prodotta a partire da qualsiasi elemento che contenga idrogeno e carbonio. I combustibili fossili sono stati la materia prima principale fino ad ora, ma non è detto che debbano continuare a esserlo. Gli scienziati di Econic, ad esempio, hanno lavorato a una tecnologia che oggi permette di sostituire il 50% di combustibili fossili con componenti derivanti dalla catalizzazione dei gas di scarico».
E’ fondamentale anche trasformare la cultura del monouso e il rapporto fa notare che «Ci sono aziende che ci stanno già lavorando. Unilever si è assunta l’impegno di lavorare perché il 100% del proprio packaging possa arrivare ad essere in plastica riutilizzabile o riciclabile entro il 2025. C’è chi, invece, rinuncia all’usa e getta – come la cilena Algramo che vende i propri prodotti “a peso”, attraverso vending machines, in contenitori riutilizzabili – o chi pensa a soluzioni alternative come Bee’s Wrap che ha prodotto degli imballaggi in cera d’api».