Falocco (fondazione Ecosistemi): «Rimuovere tutti gli ostacoli che ne ritardano l’applicazione»
Gpp, su 233 miliardi di euro l’anno di acquisti pubblici solo 86 sono verdi
Minutolo (Legambiente): «Il Gpp e i Criteri ambientali minimi rappresentano il telaio su cui poggia la transizione ecologica»
[6 Luglio 2023]
Nell’ultimo anno gli acquisti verdi della pubblica amministrazione italiana – ovvero il Green public procurement, o Gpp – sono cresciuti a livello assoluto, ma guardando al valore percentuale hanno innestato la retromarcia.
Su una su una spesa pubblica totale pari a 233 mld di euro (contando solo le spese per beni e servizi imputabili a contratti superiori a 40mila€, poiché sotto tale soglia non ci sono dati affidabili disponibili), nel 2022 solo 86 mld di euro rientrano nell’ambito Gpp.
È questa, in estrema sintesi, la panoramica che emerge dal VI rapporto dell’Osservatorio appalti verdi di Legambiente-Fondazione Ecosistemi, presentato ieri alla X edizione dell’Ecoforum.
Il Gpp, regolato da specifiche tecniche e clausole contrattuali contenute nei Criteri minimi ambientali (Cam), rappresenta ormai dal 2016 un obbligo di legge, ribadito anche dal nuovo Codice dei contratti pubblici approvato quest’anno. Eppure su questo fronte c’è ancora molto da migliorare.
«I Cam – spiega Silvano Falocco, direttore della fondazione Ecosistemi – sono uno strumento fondamentale per la realizzazione degli obiettivi stabiliti dal Green deal: riduzione delle emissioni di gas serra, rafforzamento dell’economia circolare, tutela della biodiversità. L’Italia, che ancora oggi è il Paese guida per rendere il Gpp obbligatorio in Europa, deve rimuovere tutti gli ostacoli che ne ritardano l’applicazione».
Quest’anno, all’interno del rapporto il campione di analisi è composto da due sottoinsiemi di dati, che fanno riferimento all’applicazione del Gpp e dei Cam nei bandi 2022, quello consueto dei Comuni capoluogo, in totale 66 e quello nuovo delle 325 amministrazioni non capoluogo.
Entrambi gli ambiti vanno ad aggiornare la prima piattaforma webgis presente in Italia, una mappa interattiva che fotografa gli appalti verdi nel Paese.
Nel primo caso, è stato possibile calcolare l’indice di performance per 38 capoluoghi su 66, il 58% dei rispondenti, con una media dell’indice di performance Gpp/Cam pari al 72%; nonostante nessuno dei 38 capoluoghi possa essere annoverato 100% Gpp, sono 6 quelli con un indice superiore al 90%.
La novità di quest’anno è appunto il monitoraggio civico dei Comuni non capoluogo: sono 325 quelli esaminati con una media di performance dell’applicazione del Gpp pari al 51%.
Nonostante la conoscenza del Gpp sia ormai consolidata – al 100% nei capoluoghi, all’82% nei comuni – l’applicazione dei suoi criteri resta ancora complessa. È dunque importante evidenziare i benefici dell’applicazione del Gpp, i principali dei quali sono l’impatto positivo a livello territoriale dal punto di vista ambientale e/o sociale e la riduzione dei costi di gestione ambientale (es. rifiuti, energia).
In particolare, il monitoraggio degli acquisti verdi resta la criticità principale, con un’applicazione del 19% nei capoluoghi e solo del 5% nei Comuni; anche la stesura dei bandi e la mancanza di formazione del personale dipendente sono ostacoli determinanti nel frenare la corsa del Gpp.
Il rapporto mostra però, con casi concreti, come la sfida degli acquisti verdi possa essere vinta: tra i Comuni capoluogo che hanno migliorato la propria performance Gpp spicca Arezzo, in testa con un balzo di 60 punti percentuali, passando dal 18% del 2021 al 78% del 2022. Sempre in Toscana, tra i Comuni non capoluogo, eccelle Calenzano (FI) col 100% Gpp.
«Il Gpp e i Criteri ambientali minimi rappresentano il telaio su cui poggia la transizione ecologica – conclude Andrea Minutolo, responsabile scientifico Legambiente – Molto è stato fatto, e la presenza di un Comune non capoluogo 100% Gpp ne è la dimostrazione, ma ancora tanto c’è da fare. Infatti, in un contesto come quello attuale, caratterizzato dalla crisi climatica e dalla risposta che in parte ad essa viene data dal Pnrr, il tema degli appalti verdi diventa centrale».
Ecco perché l’Osservatorio appalti verdi ha ribadito, nel corso dell’Ecoforum, le 12 proposte per rendere il Gpp una pratica consolidata e non solo un “buono strumento” appannaggio di poche amministrazioni. Tra i 12 punti, spiccano sul podio la necessità di investire nel personale con nuove assunzioni e con percorsi di formazione specifica; quella adottare strumenti di monitoraggio dei Cam e delle politiche del Gpp; infine, l’urgenza di estendere il campo d’applicazione del Gpp individuando altre categorie merceologiche.