Il dato è raddoppiato dal 2004 al 2022, ma dovrà duplicare ancora entro il 2030
Il 23% dell’energia consumata in Europa arriva dalle rinnovabili, l’Italia si ferma al 19%
Per rispettare i target di decarbonizzazione al 2030 il nostro Paese dovrebbe installare circa 12 GW di impianti all’anno, ma non raggiunge neanche la metà
[12 Gennaio 2024]
La Commissione Ue ha presentato i nuovi dati Eurostat in merito alla penetrazioni delle energie rinnovabili nel mix energetico continentale, offrendo i dati di dettaglio per ogni Stato membro.
I dati, aggiornati al 2022, mostrano che le rinnovabili coprono ormai il 23% dei consumi finali lordi di energia a livello Ue, segnando una crescita dell’1,1% rispetto all’anno precedente. Le performance tra i vari Paesi sono però molto differenti.
Lo Stato Ue più virtuoso sotto questo profilo è la Svezia, che copre i due terzi dei propri consumi (66%) con le fonti rinnovabili, ricorrendo soprattutto a energia idroelettrica, eolica, biocarburanti e pompe di calore.
A valle della Svezia spiccano altri Stati nordici come Finlandia (47,9%), Lettonia (43,3%), Danimarca (41,6%) ed Estonia (38,5%), seguiti da Portogallo (34,7%) e Austria (33,8%), mentre per arrivare all’Italia (19%) occorre aspettare il 19esimo posto in classifica, ampiamente al di sotto della media europea.
Il nostro Paese è comunque in buona compagnia: 17 dei 27 Stati membri dell’Ue hanno riportato perfomance inferiori alla media del 23%, coi peggiori risultati conseguiti in Irlanda (13,1%), Malta (13,4%), Belgio (13,8%) e Lussemburgo (14,4%).
Le installazioni di nuovi impianti rinnovabili continuano comunque a macinare record a livello globale, e la stessa Europa ha più che raddoppiato la diffusione delle fonti pulite nel proprio mix energetico dal 2004 al 2022. Per rispettare i target di decarbonizzazione e sicurezza energetica, ora il medesimo sforzo dovrà concentrarsi in soli 6 anni, quelli che ci separano dal 2030.
La direttiva Red III approvata lo scorso anno impone infatti di arrivare almeno al 42,5% di fonti rinnovabili nel mix energetico alla fine del decennio – con l’ambizione di traguardare il 45% –, in modo da contribuire a frenare la crisi climatica in corso e al contempo a ridurre la dipendenza dalle fonti estere di combustibili fossili, riducendo al contempo il costo energetico per famiglie e imprese.
L’Italia non sta affatto tenendo il ritmo d’installazioni richiesto: al nostro Paese (che grazie alle fonti pulite ha risparmiato 25 miliardi di euro nel solo 2022) servirebbero circa 12 GW di nuovi impianti rinnovabili l’anno, mentre non arriva neanche alla metà.
Nel corso del 2022 le installazioni si sono infatti fermate ad appena 2,2 GW; i dati a consuntivo del 2023 non sono ancora disponibili, ma sappiamo che nei primi 11 mesi dell’ultimo anno sono entrati in esercizio 4,9 GW di rinnovabili elettriche.