Il 96% dell’Europarlamento chiede una strategia europea per sostenere la geotermia

Dumas (Egec): «Inserita saldamente l’energia geotermica nel radar politico dell’Ue, la Commissione non può ignorare un sostegno così potente»

[19 Gennaio 2024]

Durante l’assemblea plenaria dell’Europarlamento è stata votata una risoluzione per chiedere una strategia europea a sostegno della geotermia, che ha ottenuto una maggioranza bulgara tra gli eurodeputati.

Il 96% dei votanti (531 su 553, 2 voti contrari e 20 astenuti) si è espresso a favore della risoluzione, avanzata dal sociologo polacco Zdzisław Krasnodębski, afferente al partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr) presieduto da Giorgia Meloni.

Come mostrano i risultati del voto, si tratta comunque di un sostegno trasversale alla geotermia: l’eurodeputata Pd Beatrice Covassi ha definito la geotermia una «fonte di energia preziosa per l’Europa», mentre l’eurodeputato Iv Nicola Danti ha aggiunto che l’energia geotermica ha reso «la nostra Unione più sicura e più ricca».

Più nel dettaglio, la delibera approvata chiede una strategia europea per l’energia geotermica, volta a ridurre gli oneri amministrativi e a sostenere gli investimenti nei settori edilizio, industriale e agricolo in tutta l’Ue; un’alleanza industriale geotermica per accelerare le migliori pratiche e l’efficace attuazione della legislazione; un sistema assicurativo armonizzato per la mitigazione del rischio finanziario; incoraggiare gli Stati membri a progettare strategie nazionali per la geotermia come quelle dei governi francese, tedesco, polacco, austriaco, croato e irlandese; sostenere le regioni in transizione (soprattutto quelle carbonifere) verso l’uso di una fonte rinnovabile come la geotermia.

«Il Parlamento europeo ha inserito saldamente l’energia geotermica nel radar politico dell’Ue. La Commissione europea non può ignorare un sostegno così potente», commenta il segretario generale del Consiglio europeo per l’energia geotermica (Egec), Philippe Dumas.

Lo stesso Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia, ha affermato che il consenso tra tutti i gruppi politici durante il dibattito prima del voto in plenaria è stato «notevole» e ha aggiunto che il teleriscaldamento geotermico «può fornire energia a prezzi accessibili alle città» per facilitare transizione di massa verso le rinnovabili.

Per quanto riguarda il contesto italiano, il potenziale del teleriscaldamento è assai più ampio: si stima pari a 38 TWh, di cui 18 TWh da calore geotermico recuperabile. Gli ultimi progressi in tal senso si registrano nell’area di Verona, dove il Comune sta sostenendo un progetto per tagliare del 40% i consumi di gas facendo affidamento al calore rinnovabile della Terra.

Dopo anni di sostanziale stallo anche in Toscana, dove hanno sede le uniche centrali geotermoelettriche italiane in esercizio – del resto è proprio qui che le tecnologie geotermiche sono nate per la prima volta al mondo –, si attendono importanti progressi sul fronte della geotermia: la Regione ha infatti chiesto all’attuale gestore, Enel green power, di presentare entro metà anno un piano d’investimenti a fronte della possibile proroga delle concessioni minerarie.

Un contesto di sviluppo che s’inserisce appieno nelle indicazioni europee per la transizione ecologica, a partire da quelle previste nel RePowerEu che puntano a triplicare la potenza geotermica installata nell’Ue entro il 2030.