Riceviamo e pubblichiamo
Il consumo di suolo costa all’Italia fino a 3 miliardi di euro l’anno
Ma insieme a questa risorsa non rinnovabile a rischio c’è molto di più, ovvero servizi ecosistemici fondamentali per la vita: ecco quali
[27 Luglio 2020]
Il suolo, lo strato più esterno della crosta terrestre, è un corpo naturale costituito da particelle minerali ed organiche che si originano dall’alterazione chimico-fisica delle rocce e dalla trasformazione biologica e biochimica dei residui organici. Al suolo sono correlati i seguenti servizi ecosistemici: la capacità di uso, ovvero la produzione di cibo e biomasse, la regolazione del microclima, la regolazione del deflusso superficiale e dell’infiltrazione dell’acqua, il controllo dell’erosione, la ricarica delle falde, la capacità depurativa, la regolazione dei cicli biogeochimici, l’habitat per molte comunità viventi, la cattura e lo stoccaggio del carbonio, la conservazione della biodiversità, la protezione e la mitigazione dei fenomeni idrologici estremi.
Il suolo, risorsa limitata e non rinnovabile, costituisce la più grande riserva di carbonio organico esistente e, conseguentemente, svolge un ruolo centrale nel ciclo globale di carbonio e nella lotta ai cambiamenti climatici. I suoli contengono più carbonio organico (1500 Mld ton) di quanto non ne sia presente nell’atmosfera (760 Mld ton) e nella vegetazione (560 Mld ton) messe assieme. Il primo strato di suolo ha la capacità di assorbire carbonio limitando la presenza di questo elemento nell’atmosfera.
Tuttavia, la maggior parte dei suoli italiani ha un contenuto di carbonio organico che varia da basso (1-2%) a molto basso (<1%).
I livelli del carbonio nel suolo dipendono dal bilancio tra cattura di sostanza organica e decomposizione attraverso la respirazione e l’ossidazione. Una gestione sostenibile del terreno consentirebbe di rimuovere dall’atmosfera una grande quantità di anidride carbonica. Il recupero di sostanza organica nei suoli, quindi, diventa imperativo a partire dalle zone collinari e montane del nostro Paese in quanto il recupero della fertilità determinerebbe la mitigazione dei fenomeni alluvionali.
In presenza di cambiamenti climatici, di intensi fenomeni di degrado del suolo, di perdita di biodiversità, i suoli sono diventati una delle risorse più vulnerabili del mondo (FAO, 2017). Si stima una perdita annuale mondiale di 75 miliardi di tonnellate di suolo fertile determinata da fenomeni erosivi, dall’inquinamento, dalle pratiche agronomiche non sostenibili, dal cambio di utilizzo del suolo (deforestazione o conversione da pascolo a suolo coltivato) e dall’impermeabilizzazione dello stesso.
Il rapporto sul consumo di suolo
Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” redatto dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraversocartografie e banche dati di indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo valutazioni sull’impatto determinato dalla crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni ecosistemicheperdute o minacciate.
In Italia, nel 2019, il consumo del suolo è incrementato di altri 57 km2 con un ritmo di 2 metri quadrati al secondo. Nel 2015 il suolo artificiale a livello nazionale era del 7.03%, mentre nel 2019 è pari al 7.10%, con una crescita costante. Nel Rapporto di quest’anno è presente un nuovo indicatore in grado di confrontare il consumo di suolo con il bilancio demografico nazionale. In Italia la recessione demografica è pari al 4.5% con oltre 19 mila unità in meno rispetto al 2018. Il 2019, infatti, rappresenta l’anno con il minimo storico di nascite a partire dalla nascita dello Stato italiano. Si è passati, infatti, dai 439 mila bambini nati nel 2018 ai 420 mila nel 2019. Il consumo di suolo pro capite, invece, è incrementato di due metri quadrati rispetto al 2018. In sintesi, si rileva che alla nascita ciascun bambino avrà a disposizione già 135m2 di suolo consumato.
Nel Rapporto si rileva che le zone periurbane e urbane sono caratterizzate da un continuo e significativo incremento delle superfici artificiali, con un aumento della densità delle aree impermeabilizzate e costruite a scapito delle aree agricole e naturali, unitamente alla criticità delle aree adiacenti al sistema infrastrutturale. Si conferma, infatti, l’avanzare di fenomeni di frammentazione, diffusione, dispersione e decentralizzazione urbana da un lato e, dall’altro, la densificazione di aree urbane che comporta la perdita di superfici naturali all’interno delle nostre città.
Nel Rapporto si evidenzia che in 7 anni l’impermeabilizzazione ha determinatola perdita di 3,7 milioni di quintali di prodotti agricoli, 25 mila quintali di prodotti legnosi, 2 milioni di tonnellate di stock di carbonio e 300 milioni di m3 di acqua di pioggia non captata dal suolo. Il danno economico causato dal consumo di suolo è stimato fino a 3 miliardi di euro l’anno.
Conclusioni e possibili soluzioni
Prioritariamente si sottolinea che la gestione sostenibile del suolo è fondamentale per le tre Convenzioni principali delle Nazioni Unite che riguardano la biodiversità (UNCBD), i cambiamenti climatici (UNFCCC) e la lotta alla desertificazione (UNCCD). La sostenibilità del suolo riveste un ruolo centrale anche nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che richiede di anticipare al 2030 l’obiettivo inerente l’azzeramento del consumo di suolo netto previsto dall’Unione europea entro il 2050.
Secondariamente, si evince un vuoto normativo per il consumo di suolo determinato dall’assenza di una legge nazionale. Ancora più grave è l’assenza di una legge che imponga di valutare la situazione esistente prima di dare il via libera ai piani di urbanizzazione residenziali, artigianali, commerciali o industriali.
Si rileva la necessità di imporre limiti quantitativi di superfici libere trasformabili in urbane, agevolare e incentivare il recupero di aree inutilizzate, integrare le politiche settoriali inerenti la tematica suolo (ad es. trasporti e agricoltura),interrompere i processi di dispersione insediativa al fine di aumentare la qualità urbana e preservare quella ambientale, includere nella politica degli Ecobonus (incentivi per le demolizioni e costruzioni) anche il consumo di suolo e, infine, di inserire nel D.Lgs. n. 152/2006, c.d.Testo Unico Ambientale, una definizione di suolo coerente con la definizione adottata dall’ISPRA in modo che possa essere interoperabile nei monitoraggi e nei controlli regionali e nazionali. Inoltre, si ritiene indispensabile riutilizzare il suolo edificato: la strategia del costruire sul costruito si esplica con la demolizione e ricostruzione, la ristrutturazione e recupero per quegli edifici che hanno un valore architettonico, la rammagliatura (interventi negli spazi interstiziali) e la densificazione, ovvero costruire negli spazi residuali per migliorare la connessione tra le aree urbane.
In conclusione, un consistente contenimento del consumo di suolo rappresenterebbe la premessa per garantire una ripresa sostenibile dei nostri territori attraverso la promozione del capitale naturale e del paesaggio, la riqualificazione e la rigenerazione urbana nonché l’edilizia di qualità, oltre al riuso delle aree contaminate o dismesse. Per raggiungere tale obiettivo occorre fornire ai Comuni e alle Città Metropolitane indicazioni chiare e strumenti utili per rivedere le previsioni di nuove edificazioni presenti all’interno dei piani urbanistici e territoriali anche già approvati o in corso di approvazione.
Infine, si rileva la necessità di individuare degli indicatori globali per il monitoraggio dei progressi effettuati a protezione del suolo e di armonizzare i programmi di monitoraggio e di campionamento.
di Ilaria Falconi*
*Tecnico ISMEA presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, Consigliere Nazionale SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), Consigliere SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) Sez. Lazio