Il PD dopo la vittoria di Elly Schlein. Cambio di politiche e prospettive?

La Schlein riuscirà a trasformare davvero il PD in una moderna forza eco-progressista?

[27 Febbraio 2023]

La vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico dimostra due cose che erano abbastanza evidenti ma sulle quali però ha puntato Bonaccini: 1. il famoso “apparato” del PD non esiste più, scioltosi nel Partito liquido veltroniano prima e nel renzismo demolitorio poi che ha disossato ogni resto di organizzazione per trasformare il PD in un post-Partito “scalabile”; 2. Il Partito dei sindaci non ha più slancio propulsivo, vista anche la decrescente partecipazione elettorale ad ogni tornata amministrativa e il proliferare di liste “civiche” nelle quali il PD si camuffa, di nasconde e spesso evapora.

E’ bastata la mobilitazione di un pezzo di sinistra del PD e di un po’ di sinistra esterna per fare quello che Renzi riuscì a fare, con ben altro dispendio di mezzi e propaganda, per rottamare il PD e vincere l’OPA che aveva lanciato su un Partito così permeabile da essere l’unico al mondo da farsi eleggere il segretario da non iscritti.

Quella della  Schlein però più che un’Opa sembra un ritorno, quasi una vendetta, della sinistra esclusa ed emarginata, quella che serviva per raccattare i voti alle elezioni con qualche artificio retorico, con qualche richiamo a un’appartenenza sempre più labile, ma che poi, nella pratica, veniva considerata un orpello del passato, roba residuale, quasi folkloristica.

La vittoria della Schlein sposta sicuramente il PD verso sinistra, verso l’ambientalismo e i diritti non più declamati ma agiti come politiche concrete, ma pone un immediato problema di rappresentanza politica per almeno tre dei presidenti di regione rimasti al PD ( lo stesso Bonacini, il toscano Giani e il campano De Luca) che quelle politiche le hanno (e non sempre) messe nei loro programmi elettorali e poi le hanno concretamente disattese nella pratica amministrativa, come Bonaccini e la sua politica urbanistica che prosegue nel solco della cementificazione o come Giani (e Bonaccini) per i rigassificatori e l’accettazione supina  – quando non convinta – delle politiche energetiche e ambientali del governo Draghi ereditate (e peggiorate) del governo Meloni.

Se la vittoria della Schlein può fermare l’emorragia del PD verso la sinistra del non voto, se può avviare la costruzione di una forza eco-progressista, apre certamente un problema con la sua parte post-renziana che non ha seguito l’ex sindaco di Firenze ed ex premier nella sua avventura centrista, convinta che il vero centro fosse ormai il PD. Un Partito degli amministratori che aveva perso l’anima nel nome della governabilità a tutti i costi, si trova ora in mare aperto, spinto tra le onde dai suoi stessi meccanismi abbastanza singolari che non hanno permesso di selezionare finora una classe dirigente progressista solida e preparata al futuro, ma che lo hanno gettato nelle braccia di capi-corrente e di effimeri leader. Ora, un bel pezzo di quell’apparato di amministratori centristi potrebbe essere attratto dalle sirene di Renzi e Calenda e abbandonare la nave che ha nuovamente virato a sinistra.

Questo è il pericolo che ha di fronte la Schlein, una sfida titanica per ricostruire la sinistra con un pezzo importante di classe dirigente che in quel progetto non crede più da dopo la fine del PCI e della DC.  La vera rottamazione non era quella renziana – come hanno dimostrato cronaca e fatti – probabilmente l’hanno fatta ieri i delusi e gli incazzati, un elettorato che non si riconosce più in eletti di malavoglia, che non crede più al ricatto “o noi o la destra”. Il vorrei ma non posso di politiche di sinistra e ambientaliste. Lo schiaffo è stato sonoro, da KO.

Il PD come lo conoscevamo – anche se progressivamente diventato sempre più irriconoscibile – non esiste più. Elly Schlein ha davanti una sfida terribile ma anche esaltante, un’impresa che per riuscire avrebbe bisogno di una comunità solidale e generosa che la accompagni nella traversata del deserto e che pare tutta da ricreare, richiamando i delusi e i dispersi.

Non vorremmo essere nei suoi panni.