Il Prodotto ecosistemico lordo: come contabilizzare la natura nelle economie

Il PIL non tiene conto dei preziosi servizi forniti dalla natura, il GEP potrebbe aiutare a colmare il divario

[11 Giugno 2020]

Secondo il nuovo studio “Using gross ecosystem product (GEP) to value nature in decision making”, pubblicato su Proceedings of National Academy of Sciences da un team di ricercatori del  Natural Capital Project, “Il modo in cui misuriamo la salute economica è imperfetto». Quando si parla di prosperità economica di un Paese, ci si riferisce quasi sempre al prodotto interno lordo, o PIL, calcolato in base ai beni e servizi prodotti e comprati in  un’economia. Ma il PIL non tiene conto di molti dei benefici che le persone e le economie ricevono dalla natura, come l’acqua pulita e la sicurezza climatica.

Per colmare questa lacuna economica, un gteam di ricercatori cinesi, statunitensi e britannici hanno sviluppato un nuovo strumento per misurare il valore dei contributi della natura all’attività economica e lo studio mostra come il Gross Ecosystem Product (GEP – Prodotto ecosistemico lordo), viene implementato con successo in Cina e Gretchen Daily, autrice senior dello studio e  direttrice del Natural Capital Project per la Stanford University, spiega che «Fondamentalmente voliamo alla cieca quando si tratta di sapere dove e quanta natura proteggere, Il GEP tiene traccia i contributi vitali che vanno dalla  natura alla società, informa per quanto riguarda gli investimenti nella loro protezione e aiuta a valutare le prestazioni dei leader e delle politiche».

Per calcolare il flusso di benefici che la natura fornisce alle persone e realizzare l’equazione alla base del GEP, i ricercatori hanno utilizzato InVEST , il software di mappatura e modellazione open source del Natural Capital Project. Il GEP viene  calcolato in modo parallelo al PIL, tenendo conto e aggregando tutti i contributi della natura alle persone in un’unica metrica monetaria. Questi contributi forniscono un nuovo obiettivo con cui valutare reddito e prestazioni.

Un altro degli autori dello studio, Stephen Polasky, del Department of Applied Economics dell’università del Minnesota, ricorda che «Negli ultimi 50 anni, il PIL globale è aumentato del 370%. Ma, oltre alla prosperità economica globale, stiamo assistendo al degrado del capitale naturale vitale che è alla base del benessere umano».

Ad aprire la strada al GEP è stata l’Accademia cinese delle scienze con una impressionante mole di dati ambientali per eseguire i calcoli. Guidato da Zhiyun Ouyang, professore e direttore del Centro di ricerca per le scienze ecologiche dell’Accademia e principale autore dello studio, il team del Natural Capital Project i ricerca ha utilizzato come banco di prova per la nuova misura di benessere socio-econpomico la provincia cinese del Qinghai. Il Qinghai è conosciuto come la “torre d’acqua dell’Asia” perchéospita le sorgenti dei fiumi Mekong, Yangtze e Giallo, che forniscono acqua a gran parte della Cina e ad altri Paesi del sud-est asiatico.

Ouyang sottolinea che «Il Qinghai è ricco di capitale naturale, ma il suo PIL da solo non riflette quel valore. Utilizzando questa nuova metrica, siamo stati in grado di attribuire un valore a importanti servizi ecosistemici, in particolare all’approvvigionamento idrico, che il Qinghai attualmente esporta in altre province, ma non riceve credito nel calcolo del PIL».

Le persone a valle che beneficiano dell’approvvigionamento idrico del Qinghai vivono nelle province cinesi con il PIL più alto e nelle aree urbane, spesso più povere secondo il GEP. Utilizzando GEP, i leader cinsi  stanno integrando i programmi di “eco-compensazione” che consentono che gli utenti della risorsa idrica  valle di paghino per la protezione delle sorgenti d’acqua a monte. I ricercatori sono convinti che «Questi tipi di programmi possono aiutare ad alleviare la povertà mantenendo i benefici dell’ecosistema fluidi.

Polasky  evidenzia che «Se i governi utilizzeranno il GEP per valutare il successo economico, allora l’attuale sistema che premia un’economia in crescita a spese dell’ambiente cambierà. C’è un modo per riportarli entrambi in equilibrio; la natura è la nostra infrastruttura e dobbiamo preservarla».

I ricercatori stanno anche pensando a come la nuova misura potrebbe essere collegata alla politica. Mary Ruckelshaus, amministratore delegato del Natural Capital Project, fa notare che «Il GEP da solo è solo una metrica, un numero. Ma se usato per informare e guidare le politiche, può essere un nuovo potente strumento per cambiare il modo in cui comprendiamo e valorizziamo la natura a livello globale. Se i governi vengono ritenuti responsabili del reporting del GEP, questo  può incentivarli a prendere decisioni che proteggono le risorse naturali dalle quali tutti dipendiamo».

Così come succede in Cina per il pagamento delle risorse idriche  attraverso il programma di ecocompensazione, altri Paesi e governi stanno attuando da decenni piani che prevedono il pagamento per la fornitura e la protezione dei servizi ecosistemici. Ma alla Stanford evidenziano che «Lo sviluppo delle politiche può essere lento e oneroso, soprattutto senza una misurazione o un approccio standardizzati. Il GEP consentirà ai governi di confrontare più facilmente le opzioni e valutare i compromessi tra le diverse decisioni da prendere per la conservazione. L’obiettivo finale è quello di vedere i successi della sua attuazione in Cina applicati a livello globale, in modo che le economie di tutto il mondo traccino e garantiscano i valori della natura per la società». I ricercatori stanno lavorando con l’United Nations Statistics Division per sviluppare modi per dimensionare e standardizzare il GEP come metrica di reporting globale.

Polasky  conclude: «Non è troppo inverosimile affermare che, tra cinque o dieci anni, potremmo essere in grado di misurare il GEP su scala globale, da una singola città a tutto il mondo. Non c’è dubbio che la natura abbia un valore, ma per proteggerla, dobbiamo essere in grado di misurarla».