Il RePowerEu per l’Italia significa installare almeno 10 GW di rinnovabili l’anno

Ecco: «A questo ritmo l’Italia sostituirebbe 7,5 miliardi di metri cubi di gas entro il 2025, che corrispondono a oltre un quarto delle importazioni italiane di gas dalla Russia»

[18 Maggio 2022]

La Commissione europea ha presentato oggi l’iniziativa RePoweEu, che di colpo ha fatto invecchiare ulteriormente il Piano integrato energia e clima (Pniec) avanzato dall’Italia a inizio 2020, con target sulle rinnovabili (32% di soddisfacimento dei consumi finali lordi di energia al 2030) già allora superati dalla programmazione europea.

Al momento il target più aggiornato per lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro Paese è quello delineato nella proposta di Piano per la transizione ecologica (Pte), in cui si parla di coprire con fonti pulite il 72% della generazione elettrica al 2030, il che corrisponde a 70-75GW di nuova generazione rinnovabile ed è allineato con l’obiettivo del pacchetto Fit for 55 (40% di energia totale da fonti rinnovabili entro il 2030), presentato dall’Ue lo scorso luglio. Ora però l’asticella si alza di nuovo, al 45%.

«Secondo dati statistici Gse, in Italia nel 2019 la potenza efficiente lorda installata era 55,5 GW e nel 2021 era 58 GW. La costruzione di 75 GW entro il 2030, coerente con il Pte, significa quindi più che raddoppiare la potenza installata di rinnovabili nei prossimi nove anni, e corrisponde a un ritmo di installazione di 8,3 GW all’anno per raggiungere gli obiettivi del Fit for 55. RePowerEu – spiegano oggi dal think tank Ecco – auspica un incremento della velocità di sviluppo delle rinnovabili del 20% rispetto al Fit for 55 per accelerare l’affrancamento dalla dipendenza dal gas russo, portando l’obiettivo del tasso di installazione a non meno di 10 GW all’anno. A questo ritmo, l’Italia sostituirebbe 7,5 miliardi di metri cubi di gas entro il 2025, che corrispondono a oltre un quarto delle importazioni italiane di gas dalla Russia».

Si tratta di un approccio particolarmente sfidante per il nostro Paese, individuato come il peggiore d’Europa per l’iter di permitting legato alle rinnovabili, dato che in Italia dura in media circa 7 anni.

Non a caso negli ultimi anni il nostro Paese ha rallentato moltissimo il taglio delle emissioni di gas serra (fra il 2014 e il 2021 si sono ridotte solo del 3%), e allo stesso modo tra il 2015 e il 2019 le fonti rinnovabili sono cresciute solo del 3% in Italia, a fronte di una media Ue del 13%.

Come risultato finale, i dati aggiornati al 2019 mostrano come l’Italia abbia ridotto le proprie emissioni di gas serra del 19,4% rispetto al 1990 (a livello Ue si sale a -24%): in altre parole, nei prossimi 8 anni – per raggiungere gli obiettivi Ue sul clima – dovremmo fare molto di più di quanto conseguito negli ultimi 30.

«Gli incrementi di fonti rinnovabili effettivamente ottenuti dall’Italia negli ultimi anni (1,09 GW nel 2020 e 1,5 GW nel 2021) sono molto al di sotto della soglia auspicata di 10 GW all’anno – confermano da Ecco – Al ritmo attuale gli obiettivi del 2030 sarebbero raggiunti solo nel 2071. È però finora mancata nelle dichiarazioni e nelle azioni intraprese dal Governo una chiara consapevolezza della discrepanza tra gli obiettivi prefissati e le iniziative effettivamente messe in campo in questo ambito».

Eppure secondo la principale associazione confindustriale attiva nel comparto elettrico, Elettricità futura, sarebbe possibile installare 60 GW di energia rinnovabile in tre anni, sfruttando al massimo la capacità di installazione in Italia, che è stimata in 20 GW all’anno. Questo significherebbe raggiungere la quasi totalità dell’obiettivo di installazione di rinnovabili al 2030 in tre anni, a un ritmo di installazione doppio rispetto a quanto richiesto da RepowerEu, con una sostituzione della metà degli approvvigionamenti russi al 2025.