Il turismo subacqueo durante e dopo il lockdown da Covid-19: ripensare la sostenibilità

Nuove idee per imprese subacquee ancora più rispettose dell’ambiente

[28 Maggio 2020]

Il mondo si è fermo per impedire alla pandemia di Covid-19 di diventare ancora più mortale e questa pausa che è stata particolarmente devastante per l’industria turistica. Ma ad alcuni operatori del turismo subacqueo in Indonesia e Malaysia, il lockdown ha ispirato nuove innovazioni. Come il Ceningan Divers Resort a Bali che,  sebbene chiuso agli ospiti dal 19 marzo, ha creato un portale di formazione online con workshop educativi per aiutare le persone a conoscere da casa il mondo sottomarino. Le lezioni riguardano una serie di argomenti che vanno dalla vita marina alla conservazione della barriera corallina, e molti sono gratuiti.

Robert Scales, direttore e cofondatore di Ceningan Divers soiega che «Come piccola impresa colpita dalla situazione attuale, abbiamo visto l’opportunità di offrire alle persone qualcosa di unico a cui poter accedere dalle loro case promuovendo la nostra passione per la conservazione e supportando il nostro staff 24 ore su 24»

Di fronte alla crisi finanziaria a causa della riduzione del turismo, il pluripremiato resort indonesiano ha organizzato una campagna GoGetFunding per supportare il suo collaboratori nell’acquisto di cibo e servizi essenziali per le loro famiglie. Finora sono stati raccolti oltre 6.500 dollari e a che dona 50 dollari o più può o accedere gratuitamente a tutti i seminari didattici di Ceningan. «E’ un ringraziamento a loro da parte nostra, a vantaggio anche dell’ambiente».

Ceningan Divers fa parte di Green Fins, un’iniziativa dell’United Nations environment programme (Unep) e di The Reef-World Foundation,  ed è classificato come uno dei primi 10 operatori di immersioni. Green Fins punta a proteggere le barriere coralline grazie a linee guida ecocompatibili che promuovono un’industria delle immersioni e dello snorkeling sostenibile.

Chloe Harvey, direttrice della Reef-World Foundation, ha sottolineato che «Diversi operatori di Green Fins rimangono impegnati per la sostenibilità nonostante la crisi. Questo è un momento incredibilmente difficile per l’industria del diving e dello snorkeling. Ma, come afferma l’United Nations world tourism organization, “Stare a casa oggi significa viaggiare domani”. Come network  dobbiamo superare questa tempesta insieme. Per il settore la chiave è la resilienza. Il mondo sottomarino deve affrontare minacce, come l’inquinamento e i mari sempre più acidi, che mettono in pericolo le barriere coralline e molte specie della vita marina. Oltre a rivedere le politiche durante il blocco, raccomando agli operatori di Green Fins di usare questo tempo per ricercare fornitori di prodotti per la pulizia ecologici, seguire corsi online sulle immersioni sostenibili e formare lo staff sulle nuove politiche ambientali».

L’Unep sottolinea che il Green Fins Operational Handbook «E’ un one-stop-shop di informazioni per gli operatori di immersioni e snorkeling che stanno rivedendo le loro politiche di sostenibilità», prima della crisi costava 25 dollari, ma Reef-World durante la pandemia ha tolto il prezzo fisso e chiede agli operatori di pagare ciò che possono per accedere a questa risorsa.

La Harvey  è convinta che «Le imprese potrebbero persino sviluppare una spinta del marketing per mostrare la loro dedizione alla protezione dell’ambiente come un modo per attirare i clienti attenti all’ambiente e che potrebbero essere alla ricerca di opzioni di vacanza post- lockdown», E’ quel che sta succedendo in Italia all’Isola d’Elba, dove il CED – Associazione Centri Elbani Diving  ha lanciato, insieme a Guide Subacquee del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Legambiente e Diversamene Marinai, una petizione online per istituire finalmente l’area marina protetta dell’Arcipelago Toscano che ha già superato le 5.000 firme.

Lo Scuba Junkie Mabul in Malesia – un altro dei 10 migliori diving center di Green Fins – è una di queste attività che non vede l’ora di riaprire. Ma intanto non è rimasto con le mani in mano. Durante il lockdown ha costruito un nuovo molo e ha riparato il suo dive shop. Il molo è stato costruito con estrema cura al fine di evitare danni ai coralli vicini. Tutti i coralli duri, sono stati trasferiti prima della costruzione. La nuova area del molo avrà anche (per la prima volta) servizi igienici, applicando la politica di Scuba Junkie di zero scarichi nell’oceano. La società gestisce anche un gruppo WhatsApp, i cui membri includono rappresentanti del governo locale e altri diving center dell’isola, dove si discute dei problemi della salvaguardia dell’ambiente marino durante il blocco.

Con la pandemia che infuria, i subacquei stanno affrontando le preoccupazioni sulla trasmissione delle malattie attraverso attrezzature da immersione che noleggiano, come respiratori, snorkels e maschere.

In questo momento, la sfida principale per le immersioni è l’adattamento alle nuove norme sulla disinfezione delle attrezzature del Divers Alert Network, un’associazione di subacquei ricreativi, e Catherine McCann, una dei responsabili per la conservazione di Scuba Junkie fa notare che «Per una struttura delle nostre dimensioni, disinfettare tutte le apparecchiature richiederebbe quattro bottiglie di candeggina ogni giorno». I prodotti chimici dovrebbero essere smaltiti in modo ecologico, cosa che il resort ora può fare con il nuovo sistema fognario sul molo, dove viene lavata l’attrezzatura.

Reef-World ha anche pubblicato le “Green Fins Guidelines for Environmental Best Practice for Chemical Cleaning Agents” per aiutare gli operatori di immersioni e snorkeling a gestire i rifiuti chimici.

Oltre a costruire il nuovo molo durante il lockdown, Scuba Junkie ha anche rilasciato 930 cuccioli di tartaruga verde e ha gestito programmi online per educare gli studenti di tutto il mondo sulla conservazione marina. La McCann conclude: «Il blocco ci ha permesso di fare le cose in modo diverso e di raggiungere le persone in modo diverso. Ha dato all’industria delle immersioni la possibilità di fare uno stop e di ripensare le nostre pratiche in modo che quando il turismo riprenderà a tornare, non si ritorni alla normalità, ma si torni a migliorare».