Istat, sono 5,7 milioni gli italiani in povertà assoluta: per i lavoratori mai così male dal 2014
Riguarda il 9,8% dei cittadini, in base ai dati aggiornati al 2023 dall’Istituto nazionale di statistica
[25 Marzo 2024]
L’Istituto nazionale di statistica ha aggiornato oggi al 2023 la serie storica di dati sulla povertà assoluta, documentando un leggero peggioramento della situazione nazionale, più marcato in alcune fasce di popolazione.
Nel 2023 – attraverso stime preliminari – l’incidenza di povertà assoluta è pari all’8,5% tra le famiglie (8,3% nel 2022) e al 9,8% tra gli individui (9,7% nel 2022), in un quadro di leggera crescita rispetto al 2022: si tratta di oltre 2 milioni 234mila famiglie, per un totale di circa 5 milioni 752mila individui.
L’incidenza di povertà assoluta familiare per ripartizione mostra, nel 2023, il valore più elevato nel Mezzogiorno (10,3%, coinvolgendo 866mila famiglie), seguito dal Nord (8,0%, un milione di famiglie) e dal Centro (6,8%, 365mila famiglie).
Le famiglie più numerose presentano i valori più elevati: quelle con cinque e più componenti si attestano al 20,3% (tornando ai valori del 2021), mentre il valore più basso è quello relativo alle famiglie con due componenti (6,1%).
La presenza di figli minori continua a essere un fattore che espone maggiormente le famiglie al disagio; l’incidenza di povertà assoluta si conferma più marcata per le famiglie con almeno un figlio minore (12,0%), mentre per quelle con anziani si attesta al 6,4%.
Per le famiglie con persona di riferimento (p.r.) di 18-44 anni, dunque in piena età attiva, si continuano ad osservare nel 2023 valori elevati dell’incidenza di povertà assoluta, che superano l’11% (rispettivamente, 11,8% per le famiglie con p.r. 18-34 anni e 11,7% per le famiglie con p.r. di 35-44 anni); tali famiglie registrano, peraltro, il valore più elevato per l’intera serie storica dal 2014.
La povertà assoluta tra le famiglie con persona di riferimento occupata si attesta all’8,2% (era il 7,7% nel 2022), raggiungendo il picco dell’intera serie storica dal 2014; per le famiglie con p.r. dipendente si segnala, invece, un peggioramento significativo: 9,1% nel 2023 (dall’8,3% del 2022), anche in questo caso il valore più elevato della serie.
Fra i non occupati l’incidenza rimane elevata per le famiglie con p.r. in cerca di occupazione (20,6%), mentre si conferma più contenuta per le famiglie con p.r. ritirata dal lavoro. Stabile, infine, la povertà per le famiglie composte da soli stranieri (35,6%), sebbene si confermi il grande divario (con valori dell’incidenza superiori di quasi sei volte) rispetto alle famiglie composte solamente da italiani (6,4%).