Dal Boston College una ricerca su 15 anni di dati Usa
La disuguaglianza fa male (anche) all’ambiente
Ecco come la distribuzione di reddito all’interno di un Paese influenza le emissioni di CO2
[10 Aprile 2017]
Un’elevata disuguaglianza di reddito danneggia la sostenibilità dello sviluppo in tutti le possibili combinazioni immaginabili. Dal punto di vista sociale, incrinando la coesione di una comunità; da quello di vista economico, in quanto è nelle fasce meno abbienti – e non in quelle più ricche – che si manifesta la maggiore propensione al consumo; infine, anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale. A livello globale il collegamento tra le emissioni climalteranti e i livelli di reddito della popolazione residente è documentato da tempo, ma adesso una nuova ricerca è in grado di dimostrare come la disparità di reddito sia legata all’emissione di gas serra anche all’interno di singoli stati.
Nello studio Income Inequality and Carbon Emissions in the United States: A State-level Analysis, 1997–2012, pubblicato su Ecological Economics da tre sociologi (Andrew Jorgenson, Juliet Schor e Xiaorui Huang) del Boston College vengono incrociati 15 anni di dati relativi alle emissioni di CO2 con quelli relativi alla disuguaglianza di reddito negli Stati Uniti. In questo modo, gli autori hanno documentato che «le emissioni a livello statale sono positivamente associate con la quota di reddito detenuta dal 10% più ricco della popolazione».
In particolare, l’aumento di 1 punto percentuale nella quota di reddito in mano alla popolazione più ricca porta, secondo le indagini statistiche effettuate dai ricercatori, a ben più ampi incrementi nell’emissione di gas serra: la “verde” California, dove si concentrano i giganti dell’economia digitale, passa ad esempio da 437.035 a 502.590 tonnellate di CO2, mentre le tonnellate di CO2 nello Stato di New York passano da 196.234 a 225.670. In entrambi i casi si tratta di un aumento pari a circa +13%. Perché quest’incremento, così significativo? Per due motivi.
«In primo luogo – spiega Schor – la concentrazione del reddito porta a una concentrazione del potere politico, e dunque alla possibilità di bloccare normative sulle emissioni climalteranti. In secondo luogo, i consumatori ad alto reddito sono emettitori di gas serra sproporzionati».
Una lezione che sarebbe molto utile apprendere anche nel contesto italiano, dove la disuguaglianza di reddito negli ultimi venti anni è cresciuta più che in ogni altra nazione Ocse, e dove il 32% della ricchezza è detenuto dal 5% della popolazione. «Rendere più equa la distribuzione dei redditi ha ogni genere di benefici potenziali – conclude il co-autore della ricerca Jorgenson – E questo suggerisce una visione olistica della sostenibilità».