La metà degli italiani pronti a spendere per la sostenibilità. Meno disposti a impegnarsi
Cambiamento urgente: da governo e imprese più fatti e più in fretta
[4 Ottobre 2023]
La nuova ricerca realizzata da Ipsos per il Salone della CSR e dell’innovazione sociale e presentata oggi all’università Bocconi in apertura della manifestazione punta a rispondere a due domande: «Quanto costa la trasformazione sostenibile? Ma soprattutto, quanto potrebbe costare la NON trasformazione?».
«Il Salone è sempre di più una palestra per confrontarsi non solo un palcoscenico dove valorizzare esperienze di successo – spiega Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone – E proprio dal confronto tra chi sta sperimentando modalità innovative nella gestione della propria organizzazione emerge quanto il cambiamento sia spesso una strada in salita: il Salone sarà quindi l’occasione per ascoltare i ritorni positivi dell’agire responsabile ma anche le difficoltà incontrate e le azioni messe in campo per superarle».
L’11esima edizione del Salone della CSR e dell’innovazione sociale, che ha per tema “Abitare il cambiamento ha deciso nel 2023 di mettere al centro dell’attenzione «L’urgenza del cambiamento, condizione necessaria per andare verso uno sviluppo sempre più sostenibile». Un’urgenza della quale è consapevole il 46% della popolazione italiana che si dichiara pronta a «Scendere ad ulteriori compromessi sullo stile di vita a beneficio dell’ambiente tramite il minor consumo di energia, mangiando meno carne, limitando la plastica monouso». Quando però il comportamento sostenibile va a incidere in modo importante sulle finanze personali, la quota di virtuosi si riduce diventando meno di un terzo (31%).
L’indagine Ipsos è concentrata sulla percezione delle persone rispetto al cambiamento in corso e alle evoluzioni future e ha evidenziato diversi aspetti positivi: «il 58% degli italiani ha già investito o sta investendo per rendere la propria casa energeticamente efficiente, il 60% è pronto a rinunciare ai viaggi in aereo, il 59% a sostituire l’auto con il treno per le lunghe percorrenze».
Ma, di fronte all’impegno individuale, è richiesto un impegno pubblico: per finanziare la trasformazione sostenibile: «oltre tre italiani su dieci sarebbero favorevoli ad aumentare le tasse sui patrimoni e a tagliare la spesa per la difesa, per la pubblica amministrazione locale e per beni artistici e culturali statali. Niente tagli invece per la spesa pensionistica, l’istruzione e la sanità, le aree più preziose per gli italiani, da salvaguardare anche in un’ottica di sostenibilità».
Andrea Alemanno, Service Line Head di Ipsos, edvidenzia che «Quest’anno i temi della sostenibilità sono tornati a guadagnare spazio Nella narrazione attuale della trasformazione sostenibile, però, si è sempre posto l’accento più sugli elementi di cambiamento che non sui costi o sui benefici economici. Quanto costi la trasformazione, e quanto costerebbe la non trasformazione sostenibile, dovrà essere un tema centrale nelle riflessioni future, per dare un quadro reale della situazione. C’è bisogno di uno scatto di concretezza, per evitare facili illusioni, tentazioni di greenwashing, e per accelerare i progressi».
L’indagine mette in luce anche alcune criticità sul piano sociale: solo il 5% dedica tempo o a progetti a favore della comunità e il 4% a valorizzare il patrimonio culturale del loro territorio. Anche se fra il dire e il fare c’è un abisso, 6 italiani su 10 si dichiarano abbastanza disponibili a impegnarsi in queste attività. Una potenzialità che secondo l’indagine necessita di essere coordinata e facilitata. L’altro dato in negativo riguarda l’aumento degli “scettici” sulla sostenibilità: nel 2018 lo era circa un italiano su dieci, più di un italiano su cinque».
Ipsos conclude: «Ad incidere sono la scarsa fiducia nei confronti delle istituzioni e delle misure che stanno adottando per lo sviluppo sostenibile, e un raffreddamento di credibilità verso i comportamenti delle aziende: mediamente gli italiani ritengono che meno di un’azienda su 3 sia davvero impegnata nella trasformazione sostenibile. In generale, per la metà degli italiani le tre transizioni ritenute più urgenti – quella energetica, quella ecologica e quella per la riduzione della povertà – stanno avvenendo in modo troppo lento. Per abitare il cambiamento è necessario un cambio di marcia».