La sostenibilità sempre più richiesta dai turisti italiani, ma non viene comunicata

Bosco (Etifor): «Sono ancora poche le destinazioni italiane che hanno intrapreso percorsi di certificazione in grado di rassicurare i visitatori sulla validità delle iniziative messe in campo»

[29 Settembre 2023]

In occasione della Giornata mondiale del turismo, Padova ha riunito centinaia di operatori del settore per la III edizione del Sustainable tourism forum, organizzato dal gruppo di lavoro italiano del Global sustainable tourism council (Gstc), un organismo internazionale promosso dal Programma Onu per l’ambiente (Unep) e dall’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) per promuovere la sostenibilità ambientale e la responsabilità sociale del sistema turistico.

I tavoli di lavoro dell’evento si sono concentrati su quattro temi chiave: l’organizzazione turistica e il ruolo delle comunità locali, l’adattamento alla crisi climatica, gli standard e i sistemi di certificazione e le nuove professionalità per il settore.

Incrociando i più recenti dati di diverse fonti e osservatori, è emerso che la crisi climatica sta producendo un cambiamento valoriale nei consumatori italiani: il 64% dei turisti è influenzato nelle proprie decisioni di viaggio da considerazioni legate ad ambiente e sostenibilità, cifra che sale al 71% negli under 35.

In particolare, il viaggio “like a local”, ovvero vissuto come un abitante del territorio visitato, è ritenuto il modo più efficace per supportare l’economia locale, ad esempio scegliendo ristoranti che offrono prodotti a filiera corta o affidandosi a tour operator del posto per le proprie escursioni, con attività che non siano una minaccia per gli habitat naturali e la fauna locale.

In questo contesto si inseriscono ad esempio i numeri relativi al cicloturismo: nel solo 2022 si sono contate in Italia 33 milioni di presenze per un indotto complessivo stimato attorno ai 4 miliardi di euro.

La maggioranza degli italiani, inoltre, sembra oggi disposta a pagare un sovrapprezzo pur di potere usufruire di servizi e operatori che lavorano in maniera sostenibile: circa il 50% è disposto a spendere fino al 10% in più, mentre il 20% si spingerebbe fino al 15-20% in più.

Il maggiore investimento deve tuttavia essere accompagnato da informazioni più accurate e affidabili sulle attività e iniziative degli operatori: l’intera filiera turistica necessita di comunicare meglio il proprio impegno.

Sotto questo profilo spicca la certificazione offerta proprio dal Gstc: «Contestualmente all’incoraggiante crescita tanto della domanda quanto dell’offerta di turismo sostenibile in Italia – spiega Federica Bosco, project manager per il turismo della B-corp Etifor, spin-off dell’Università di Padova impegnato nella consulenza ambientale e membro del Gstc – si registra un insufficiente impegno comunicativo nel rendere disponibili e fruibili informazioni sulle pratiche di sostenibilità da parte delle stesse strutture o delle amministrazioni più virtuose. Sono infatti ancora poche le destinazioni italiane che hanno intrapreso percorsi di certificazione in grado di rassicurare i visitatori sulla qualità e sulla validità delle, spesso eccellenti, iniziative messe in campo. Nel 2023, Siena è stata la prima città italiana a ricevere la certificazione Gstc e ci auguriamo che molte altre ne seguano l’esempio».