Le insostenibili impronte ambientali dell’Europa per azoto, fosforo e cambiamento del sistema terrestre

Entro i limiti per l’utilizzo europeo di acqua dolce. L’Europa non vive entro i confini della sostenibilità globale

[20 Aprile 2020]

Cambiamenti climatici, inquinamenti, esaurimento delle risorse, estinzioni di massa e sovrappopolazione suscitano sempre più preoccupazioni sulla stabilità del sistema terrestre che sostiene la rete della vita sul nostro pianeta. Uno studio “Is Europe living within the limits of our planet?” pubblicato dall’European environment e dell’Ufficio federale svizzero per l’ambiente (UFAM), si concentra su 4 elementi critici di questo sistema, come il ciclo dell’azoto e i cambiamenti nell’uso del suolo ed esplora diversi modi per definire la quota dell’Europa all’interno dei limiti planetari dimostrando così che «L’Europa non vive ancora entro questi limiti».

Il nuovo rapporto punta a rispondere due domande chiave sulle alle ambizioni europee per una sostenibilità a lungo termine dell’Europa: come definire uno “spazio operativo sicuro” per l’Europa dove tutta l’umanità possa continuare a svilupparsi e prosperare; e se il consumo o l’impronta ambientale dell’Europa sia attualmente più piccolo o più grande del suo “spazio operativo sicuro” stimato.

Il rapporto riconosce che ci sono diversi modi per calcolare e allocare lo spazio operativo europeo nel contesto globale, che comportano inevitabilmente scelte normative in materia di equità, equità, condivisione degli oneri internazionali, sovranità e diritto allo sviluppo. Sulla base di questi diversi principi di allocazione, lo studio arriva a definire una quota minima europea del 2,7%, una quota massima del 21% e una quota media del 7,3% dei limiti globali.

Utilizzando un’analisi basata sul consumo per 4 dei sistemi di supporto vitale della Terra, il rapporto dimostra che «L’Europa attualmente supera il suo spazio operativo sicuro per il ciclo dell’azoto di un fattore 3,3; per il ciclo del fosforo di un fattore 2,0 e per il cambiamento del sistema terrestre di un fattore 1,8. Al contrario, l’Europa vive entro i suoi limiti quando si tratta dell’utilizzo acqua dolce, sebbene restino problemi di consumo eccessivo e scarsità d’acqua a livello locale e regionale».

Il rapporto include anche un caso di studio sull’impronta antropica sulla biodiversità in Svizzera e conclude che «Considerando il potenziale di perdita globale di specie a causa dell’uso del suolo e, utilizzando e una quota uguale dell’uso del suolo pro capite, l’impronta svizzera della biodiversità supera il valore di soglia di un fattore 3,7».