L’informazione Ue su sostenibilità e Obiettivi di sviluppo sostenibile Onu è carente
La Corte dei conti europea: l’Ue non ha una strategia a lungo termine sullo sviluppo sostenibile fino al 2030
[13 Giugno 2019]
Il 17 giugno la Corte di conti europea ospiterà a Bruxelles il primo Sustainability Reporting Forum: Trust, Transparency and the Role of Auditors, intanto ha presentato la nuova analisi rapida “Informativa sulla sostenibilità: un bilancio delle istituzioni e delle agenzie dell’Unione europea” dalla quale emerge che «Nostante l’impegno dell’UE a favore della sostenibilità e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, la Commissione europea non attua alcun monitoraggio né pubblica relazioni sul contributo fornito dalle politiche e dal bilancio dell’Ue all’attuazione dello sviluppo sostenibile e al conseguimento degli SDG». Secondo la Corte, «Mancano ancora in buona parte gli elementi essenziali di una buona comunicazione sulla sostenibilità a livello dell’Ue. La Commissione non ha ancora integrato la sostenibilità nella rendicontazione sulla performance, anche perché non dispone di una strategia a lungo termine sullo sviluppo sostenibile fino al 2030. Un’istituzione e un’agenzia dell’Ue pubblicano attualmente una relazione sulla sostenibilità, mentre l’informativa fornita da altre entità è frammentaria».
La Corte ricorda che «Attualmente, gli obblighi di informativa dell’Ude in materia di sostenibilità introdotti dalla direttiva 2014/95/UE si applicano a grandi enti di interesse pubblico. Riguardano circa 7 400 società quotate in borsa, banche, compagnie di assicurazione e altri enti individuati dagli Stati membri: si tratta in genere di società di grandi dimensioni con oltre 500 dipendenti. Le organizzazioni possono pubblicare informazioni sotto forma di relazioni ad hoc, come parte di relazioni finanziarie o annuali oppure in altre forme» Con l’informativa sulla sostenibilità, anche nota come “informativa sulla responsabilità sociale delle imprese” o “informativa di carattere non finanziario”, un’organizzazione pubblica informazioni sul proprio impatto economico, ambientale e sociale. Una relazione sulla sostenibilità presenta inoltre i valori e il modello di governance e dimostra il collegamento tra strategia ed impegno a favore di un’economia globale sostenibile.
L’Unione europea si è impegnata a favore della sostenibilità e ad attuare gli obiettivi di sviluppo sostenibile e la Corte «ha esaminato se la Commissione dia il buon esempio in materia di informativa sullo sviluppo sostenibile e valutato se ne abbia attuato i prerequisiti essenziali, ossia una strategia e target da raggiungere. Ha verificato inoltre se altre istituzioni dell’Ue pubblichino relazioni sulla sostenibilità».
La responsabile per questa analisi rapida della Corte ha sottolineato che «I cittadini esigono e necessitano di informazioni attendibili sul contributo fornito dall’Ue allo sviluppo sostenibile in settori quali i cambiamenti climatici. Considerato l’impegno dell’Ue a favore degli SDG, ci si aspetterebbe che la Commissione sia in grado di comunicare i risultati conseguiti». Ma a quanto pare non è così.
Basandosi soprattutto su informazioni fornite dagli Stati membri, Eurostat presenta già le tendenze statistiche sugli SDG nell’Ue, ma la relazione denuncia che la Commissione Ue «però, non comunica ancora il contributo fornito dalle politiche e dal bilancio dell’Ue all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. Fa eccezione il settore dell’azione esterna, dove la Commissione sta adattando il sistema di rendicontazione della performance in relazione alla sostenibilità».
In questo contesto, la Corte rileva che «L’Ue non dispone ancora di una strategia in materia di sviluppo sostenibile fino al 2030, che definisca gli SDG pertinenti per l’Ue, né di obiettivi e target in merito ai quali riferire. Di recente, la Commissione si è avviata nella direzione giusta ed ha pubblicato un documento di riflessione che delinea gli scenari per un’Europa sostenibile. Tale documento non include però alcuna analisi delle lacune, che individui le altre misure che l’Ue deve adottare in termini di bilancio, politiche e normativa, né presenta il contributo fornito dai programmi di spesa dell’Ue all’attuazione degli SDG».
Finora solo due organismi Ue, la Banca europea per gli investimenti e l’Ufficio dell’Ue per la proprietà intellettuale, hanno pubblicato relazioni sulla sostenibilità. In base a quanto rilevato dalla Corte, «Le altre istituzioni e agenzie dell’Ue forniscono informazioni principalmente sull’impatto del loro funzionamento sulla sostenibilità, ad esempio sull’uso di carta o di acqua, ma non su come hanno integrato i vari aspetti della sostenibilità nella propria pianificazione e strategia».
L’analisi della Corte pone inoltre la questione dell’audit delle relazioni sulla sostenibilità. E afferma che «I rischi per la sostenibilità sono spesso rischi finanziari, per cui è importante tener conto della sostenibilità nel processo decisionale. Inoltre, una garanzia esterna sulle relazioni di sostenibilità può accrescerne la credibilità e aumentare la fiducia delle parti interessate nelle informazioni fornite, nonché ridurre il rischio di “greenwashing”, ossia di produrre relazioni che siano solo un puro esercizio di pubbliche relazioni».
Concludendo, la Corte dei conti europea individua 4 sfide: elaborare una strategia Ue sulla sostenibilità e sugli SDG post-2020; integrare la sostenibilità e gli SDG nel bilancio dell’Ue e nei piani di miglioramento della performance; elaborare l’informativa sulla sostenibilità nelle istituzioni e nelle agenzie dell’Ue; aumentare la credibilità grazie all’audit.