L’Italia è l’unico grande Paese europeo a non avere ancora una legge sul clima

Eppure qui l’aumento delle temperature avanza a velocità più che doppia rispetto alla media globale

[9 Maggio 2022]

L’Unione europea ha già delineato una precisa strategia climatica, aggiornata l’ultima volta nel 2021: un percorso che prevede di arrivare al 2030 con una riduzione delle emissioni climalteranti pari ad almeno il 55% rispetto al 1990 (nel pre-pandemia il dato era fermo ancora a -24%, mentre in Italia a -19,4%), per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Seguendo la rotta tracciata dalla Commissione Ue, molti Stati membri nel corso dell’ultimo anno –  come documentano da Italy for climate – si sono dotati volontariamente di una legge sul clima (come Spagna, Francia e Portogallo), oppure hanno aggiornato quella esistente (Germania), per allinearsi all’obiettivo di neutralità climatica e talvolta integrando nuovi aspetti e proposte di intervento.

Ad esempio la Spagna, che l’ha introdotta nel mese di maggio 2021 con un target sulle emissioni non molto ambizioso, ma esplicitando anche altri obiettivi su rinnovabili (74% di elettricità entro il 2030), stop alle nuove auto a diesel o benzina (dal 2040), e stop alle esplorazioni nazionali di combustibili fossili (fin da subito).

Oppure la Germania, che a giugno 2021 dovuto aggiornare la sua legge nazionale sul clima (vigente dal 2019) alla luce della storica sentenza della Corte suprema, che ha imposto al Governo una riduzione delle emissioni al 2030 più stringente per non scaricare sulle generazioni future il maggiore onere di mitigazione.

Ad oggi, secondo il monitoraggio Climate Change Laws of the World realizzato dalla London school of economics, oltre la metà dei Paesi europei ha una legge nazionale sul clima, che rende vincolanti i target climatici a livello nazionale e più incisiva l’azione governativa in favore del clima, mentre l’Italia resta l’unico grande Paese in Europa senza una legge di questo tipo.

Non perché non ce ne sarebbe bisogno, anzi. L’Italia fa infatti registrare un primato negativo, dato che rispetto al 1880 la temperatura media è aumentata di quasi 2,4°C, oltre il doppio più velocemente rispetto alla media mondiale, che si ferma intorno a +1°C.

Nonostante l’andamento delle temperature, negli ultimi anni il nostro Paese ha rallentato moltissimo il taglio delle emissioni (fra il 2014 e il 2021 le emissioni si sono ridotte solo del 3%), e allo stesso modo tra il 2015 e il 2019 le fonti rinnovabili sono cresciute solo del 3% in Italia, a fronte di una media Ue del 13%.

Una legge sul clima potrebbe aiutare il Paese a rimettersi in carreggiata verso la strada della decarbonizzazione, che è poi la stessa della sicurezza energetica: «Come Italy for climate – concludono i promotori dell’iniziativa, ovvero la Fondazione per lo sviluppo sostenibile – abbiamo avanzato una proposta di legge nazionale sul clima per colmare questa grave mancanza e riportare l’Italia fra i Paesi leader in Europa della transizione».