La Corte dei conti europea: per il turismo occorre una nuova strategia Ue

L’Ue finanzia progetti isolati, promozione poco efficace e infrastrutture sostenute principalmente dalla comunità locale e non dai turisti

[15 Dicembre 2021]

L’Unione europea è la regione più visitata al mondo: nel 2019, è stata la destinazione del 37% di tutti gli arrivi di turisti internazionali. Il turismo è un settore economico essenziale nell’Unione europea: nel 2019, ha rappresentato il 9,9 % del prodotto interno lordo e l’11,6 % dei posti di lavoro.  Dato che sostiene e coordina le azioni intraprese dagli Stati membri, l’Ue svolge un ruolo complementare nella politica del turismo. Nel periodo 2014‑2020 non vi è stata alcuna apposita dotazione finanziaria dell’Ue assegnata al turismo. La Commissione ha definito l’attuale strategia dell’Ue in materia di turismo nel 2010 e sostiene finanziariamente tale settore nel quadro di diversi programmi dell’Ue. Per il periodo 2021‑2027 la situazione è rimasta invariata.

Però, secondo la nuova relazione speciale “Sostegno dell’UE al turismo: c’è bisogno di un rinnovato orientamento strategico e di un migliore approccio in materia di finanziamenti” della Corte dei conti europea, «Il sostegno dell’Ue al turismo ha bisogno di un rinnovato orientamento strategico».

A partire dal 2015, e fino all’insorgere della pandemia di Covid-19, la Commissione europea ha rivisto le priorità dell’Ue in materia di turismo nel contesto di strategie politiche più ampie, ma  la Corte dei Conti europea evidenzia che «Non le ha tradotte in un piano d’azione concreto per sostenerne l’attuazione. In risposta alle gravi ripercussioni della pandemia di Covid-19 sul settore del turismo dell’Ue, la Commissione ha presentato misure e proposte per attenuare l’impatto della crisi sul settore e ha avviato azioni per la definizione di un’agenda per il turismo per il 2030.

La Corte ha rilevato che «I progetti connessi al turismo finanziati mediante il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) hanno prodotto risultati contrastanti: alcuni erano sostenibili e hanno contribuito a promuovere l’attività turistica nella regione, altri hanno avuto solo un impatto limitato. In diversi casi, una pianificazione e procedure di selezione carenti si sono tradotte in progetti dalla portata limitata, con sforamenti dei costi e in ritardo».

Pietro Russo, responsabile della relazione  per la Corte dei conti europea, sottolinea che «La pandemia di Covid-19 ha avuto un grave impatto sul settore del turismo dell’Ue: le entrate e i flussi turistici hanno subìto un brusco calo. Ma questo shock immediato non è la sola sfida a cui deve confrontarsi il settore turistico dell’Unione. Ve ne sono altre, più a lungo termine, connesse alla sua trasformazione verde e digitale, competitività, sostenibilità e resilienza».

La Corte ha riscontrato casi in cui i finanziamenti Ue a favore del turismo producevano un impatto meno positivo di quello auspicato e dice che questo era dovuto soprattutto a 3 fattori: «Isolamento dei progetti che avevano ricevuto finanziamenti rispetto ad altre infrastrutture turistiche; sforzi insufficienti per promuovere i progetti in maniera efficace o utilizzo dell’infrastruttura sostenuta principalmente da parte della comunità locale, anziché dei visitatori».

Per quanto riguarda l’indicatore utilizzato per misurare il successo dei progetti turistici finanziati dal FESR, la Corte ha rilevato i seguenti problemi: «La normativa FESR per il periodo 2014‑2020 includeva un solo indicatore di realizzazione comune per gli investimenti nel turismo, che però non era utilizzato da tutti gli Stati membri; durante il periodo 2014‑2020 non si è fatto ricorso a indicatori di risultato comuni; con gli indicatori di realizzazione non è possibile misurare il conseguimento di tutti risultati attesi dei progetti».

Per risolvere i problemi riscontrati, la Corte raccomanda alla Commissione europea di «Adottare procedure di selezione degli investimenti nel settore del turismo finanziati a titolo del FESR per sostenere questo nuovo orientamento strategico».