Moral Fiber: riciclaggio innovativo per di chiudere il ciclo del tessile
Tutti gli indumenti realizzati con Moral Fiber possono essere riciclati all'infinito
[31 Dicembre 2018]
Akshay Sethi ha un obiettivo: vuole rivoluzionare la moda riciclando il poliestere per creare una fibra sostenibile che possa essere riutilizzata per sempre. E questo è solo parte di un piano ancora più grande: fare lo stesso per tutte le materie plastiche.
La sua impresa si chiama non a caso Moral Fiber e ha attirato l’attenzione dell’United Nations environment programme (Unep) perché «ha sviluppato un processo chimico in tre fasi che può estrarre poliestere da materiali misti per creare un nuovo filato, etichettato come il primo prodotto tessile al mondo realizzato interamente con abiti vecchi. L’attrezzatura necessaria per questa trasformazione può essere inserita in un piccolo container da spedire, facilitando l’implementazione».
Per ora, il processo viene testato in un impianto pilota a Los Angeles, ma Sethi spera di essere in grado di iniziare a inviare la “scatola” già dal 2019 in Paesi con le classi medie in crescita e con alti livelli di consumo e di produzione di rifiuti «in modo da poter riciclare i vestiti e produrre anche Moral Fibre».
Da quando Sethi e Moby Ahmed, che ha studiato chimica con lui all’università della California – Davis, hanno iniziato a studiare dei modi per recuperare il poliestere, il tessuto più comune negli indumenti di produzione di massa, hanno fatto notevoli passi avanti e hanno fondato Ambercycle (ora Moral Fiber) nel 2015, lavorando inizialmente con i microbi per abbattere i poliesteri.
Sethi spiega: «Abbiamo iniziato con un processo microbico e quando stai provando cose nuove, scopri cose nuove. E così, abbiamo scoperto questo processo chimico. Sono tre passi, molto eleganti. Prendiamo un materiale misto, che contiene cotone e poliestere, ed estraiamo il poliestere a livello molecolare per produrre un nuovo filato». Il materiale rimanente viene incenerito per alimentare l’impianto pilota, ma il box finale potrebbe anche essere alimentato da pannelli solari posizionati sul tetto. Il processo. Al suo massimo consumo, richiede circa 45-50 amp di potenza.
Secondo Sethi, «La tecnologia può estrarre il poliestere da qualsiasi materiale miscelato e sarà adatta per il riciclaggio di altre materie plastiche. Inizieremo con il tessuto ma possiamo trattare imballaggi, bottiglie, contenitori, pellicole, i packaging multistrato. Vediamo questo box come una scatola che è fatta su misura per i tessuti, ma in futuro, vogliamo creare un box per l’imballaggio, un box per i tappeti e per ogni sorta di materiali diversi».
Il progetto ha ricevuto finanziamenti da grandi stakeholders internazionali della catena di fornitura dell’abbigliamento e da investitori tradizionali in venture capital. Finora, il team di Moral Fiber ha lavorato con molta discrezione, puntando a risolvere qualsiasi problema prima di rendere pubblico u n sistema che sembra rivoluzionario.
L’impianto di Los Angeles utilizza abbigliamento scartato proveniente da punti vendita locali, processando circa 100 chilogrammi al giorno. Attualmente, Sethi e il suo team stanno modificando il processo e imparando ciò che è necessario per incrementarlo. Per il 2019, progettano di lanciare una collezione Moral Fiber con un importante marchio della moda.
Per Sethi la Moral Fiber è «Un’altra arma nella battaglia contro l’inquinamento marino da plastica» e vuole evitare che i poliesteri finiscano in mare, affrontando anche il problema delle microfibre che dalle nostre lavatrici arrivano ni fiumi e negli oceani. «Quello che abbiamo visto finora – dice – è che si può creare una fibra di poliestere che non si diffonde. Si può fare, è solo questione di renderla economicamente fattibile. Attualmente stiamo lavorando ai modi per farlo».
Sethi è un fan della campagna Clean Seas dell’Unep che incoraggia gli inventori, i progettisti e i ricercatori a cercare modi per sconfiggere la nostra dipendenza dalla plastica e parteciperà anche ai meeting collaterali all’Assemblea generale dell’Onu che a marzo affronterà l’emergenza plastica all’interno della grande crisi planetaria del riscaldamento globale. Un summit che avrà come slogan “pensare oltre i modelli prevalenti e vivere entro limiti sostenibili” nel quale Sethi si ritrova in pieno, anche se sa che la sua innovazione deve essere in grado di competere con i materiali derivati dai sottoprodotti dei combustibili fossili: «Ne sono proprio convinto: la mia tecnologia deve essere competitiva con il petrolio. Se non lo è, non è sostenibile. La pietra miliare del nostro processo è stata la possibilità di competere sull’economia del petrolio».
Un’altra sfida è quella di riuscire a trattare efficacemente i molti attori del settore tessile e dell’abbigliamento e Sethi ha il sostegno di Fabric of Change, un’iniziativa globale per sostenere ci innova per trasformare la moda in un’industria equa e sostenibile, e di Ashoka , il più grande network globale di imprenditori sociali.
A novembre Moral Fiber ha aderito anche al programma Fashion for Good che sosterrà il progetto per 18 mesi e che offre opportunità uniche per contattare produttori, marchi e investitori.
Sethi conclude: «Un driver chiave nella mia ricerca di tessuti sostenibili è la consapevolezza che la fast fashion non ci porta da nessuna parte, in particolare data la crescita della classe media nelle economie emergenti, la domanda di vestiti aumenterà, ma spero che Moral Fiber possa offrire una soluzione sostenibile, closed-loop. Tutti gli indumenti realizzati con Moral Fiber possono essere riciclati all’infinito. Quando si tratta di cicli di vita del prodotto, dobbiamo tornare all’infinito. È l’unico modo».