Oxford, sostituire tutto il gas dalla Russia con le fonti rinnovabili è possibile entro il 2028

In Ue servono investimenti per 811 mld di euro, che si ripagheranno per il 90% solo eliminando la necessità di acquistare il metano

[9 Maggio 2023]

Prima della guerra in Ucraina, l’Europa acquistava dalla Russia almeno la metà del gas naturale, una scelta disastrosa dal punto di vista climatico come della sicurezza energetica.

Per evitare di ricadere nello stesso errore, adesso la strada più conveniente è quella di puntare sulle fonti rinnovabili, anziché diversificare l’import di gas da altri Paesi, come sta invece facendo l’Italia puntando prevalentemente su infrastrutture come i rigassificatori anziché sugli impianti rinnovabili.

A sostenerlo è un nuovo report pubblicato dal Sustainable finance group dell’Università di Oxford, secondo il quale le energie rinnovabili e l’efficienza energetica possono sostituire il gas russo usato per elettricità e riscaldamento che l’Ue importava prima della guerra entro cinque anni.

Per farlo occorrono servono, entro il 2028, investimenti pari a 811 miliardi di euro: un dato che comprende la spesa già prevista di 299 miliardi di euro nell’ambito del Green deal dell’Ue, oltre un ulteriore investimento in energie rinnovabili e pompe di calore di 512 miliardi di euro.

«La transizione dal gas russo all’energia pulita non solo è realizzabile, ma offre molteplici vantaggi, elimina la necessità di pagare il gas in futuro – spiega Gireesh Shrimali, coautore del rapporto – Eliminando la dipendenza dalle importazioni di un combustibile fossile con prezzi e forniture volatili, l’Ue può alleviare le sue preoccupazioni in materia di sicurezza energetica, affrontare la crisi del costo della vita attraverso i costi dell’energia, perseguire i suoi obiettivi net zero e affrontare la crisi climatica».

Questo vale a maggior ragione per un Paese come l’Italia, dove la dipendenza dal gas russo prima dell’invasione in Ucraina era più alto della media Ue (oltre il 52%), con un ruolo di primo piano sia per impieghi come fonte di riscaldamento (41%) sia per produrre l’elettricità (16%).

«In qualità di maggiori importatori europei di gas – osserva Laurence Tubiana, ad della Fondazione europea per il clima – i leader politici di Germania, Italia e Francia devono trarre vantaggio da un’energia rinnovabile pulita, sicura e a basso costo per i loro cittadini, riducendo al contempo le risorse finanziarie che la Russia usa per i suoi sforzi bellici».