Ieri l’incontro al ministero dello Sviluppo economico

Piombino, a 9 mesi dal passaggio a Jindal sono 740 gli occupati nell’acciaieria

Non ci sono novità di rilievo sui temi strategici degli investimenti e sul costo dell’energia. Per le demolizioni e la rimozione dei cumuli l’azienda ha presentato un piano il 21 gennaio, che dovrà essere ora oggetto di verifica

[20 Febbraio 2019]

Dopo il passaggio delle acciaieria ex-Lucchini a Jindal South West  nel maggio scorso e al conseguente nuovo Accordo di programma per la reindustrializzazione del sito d’interesse nazionale di Piombino, ieri al ministero dello Sviluppo economico si è tornati a fare il punto sullo stato dell’arte: al tavolo i vertici dell’azienda con l’ad Fausto Azzi, il commissario straordinario Piero Nardi, il presidente della regione Enrico Rossi e il consigliere Gianfranco Simoncini, il capogabinetto del ministero Giorgio Sorial,  tutte le rappresentanze sindacali, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e il vicesindaco Ilvio Camberini, oltre all’Autorità portuale.

«Siamo moderatamente soddisfati – commenta all’uscita il presidente Rossi – L’azienda si sta adoperando nella riattivazione dei laminatoi ed anche nella parte che riguarda le demolizioni. Quello su cui vogliamo però più certezze sono gli investimenti per tornare a produrre acciaio a Piombino, quelli che riguardano ad esempio i forni elettrici e quant’altro necessario».

Da parte sua l’azienda ha relazionato sulla ripresa produttiva avviata ad agosto, con la rimessa in moto dei treni rotaie, del vergella a novembre e il terno a barre, mentre entro il 31 marzo è prevista la ripartenza di tutti treni; dal punto di vista occupazionale a febbraio sono 740 gli occupati “full time equivalent” nell’acciaieria, e l’obiettivo è di raggiungere il migliaio a marzo. Per quanto riguarda invece le demolizioni e le rimozioni dei cumuli – spiegano dal Comune – Jindal ha presentato un piano il 21 gennaio scorso, che sarà oggetto di verifica in una prossima riunione fissata per il 21 febbraio.

«Una partita molto importante – afferma il sindaco Giuliani – rispetto alla quale abbiamo chiesto la massimo attenzione e una cura particolare da parte dell’azienda nell’informare la cittadinanza. Ogni demolizione viene infatti effettuata attraverso un progetto di bonifica e l’informazione sulle operazioni che vengono svolte è pertanto necessaria e fondamentale. Il rispetto dei parametri ambientali è prioritario e deve essere rispettato in tutti i suoi aspetti».

Non ci sono novità di rilievo invece sui temi strategici degli investimenti e sul costo dell’energia, soprattutto per quanto riguarda la riduzione del costo dell’energia fondamentale per consentire gli investimenti della seconda fase, quella che prevede la realizzazione dei forni elettrici.

«Prendiamo atto della fiducia espressa dal governo su questi temi strategici – commenta il sindaco –  sul costo dell’energia  il governo ha spiegato che sono state esaminate delle misure per consentire il mantenimento di prezzi adeguati. In ogni caso andiamo avanti con cautela e prudenza,  mantenendo  aperto il dialogo con le istituzioni e con l’azienda  e monitorando allo stesso tempo  con  la massima attenzione le azioni che saranno intraprese. A questo proposito, auspichiamo anche che il governo proceda alla riconferma del presidente Rossi come commissario per l’attuazione dell’Accordo di Programma, per consentire lo svolgimento di un percorso coerente sulla base di una metodologia già collaudata e produttiva che consentirebbe un monitoraggio efficace».

Sono molte infatti le linee d’intervento che rimangono da seguire: quando fu firmato l’Accordo di programma – ricordano al proposito dalla Giunta regionale – furono messi sul piatto 45 milioni da Regione e Governo per interventi sull’innovazione e la riconversione ecologica della siderurgia, altri 50 milioni dal vecchio accordo di programma per le bonifiche, un centinaio di milioni sull’energia per i cosiddetti “certificati bianchi”, ma anche impegni per un costo competitivo dell’energia.

«C’è bisogno di lavorare di più – sollecita Rossi, che ha chiesto la riattivazione dei tavoli interministeriali – Su un Accordo di programma così complesso c’è la necessità di poter chiamare in causa tutti i ministeri a vario titolo coinvolti, da quello del lavoro a quello delle infrastrutture, da quello dell’ambiente fino allo sviluppo economico appunto». Entro maggio il ministero ha dunque annunciato una nuova verifica, mentre sul punto specifico degli investimenti Rossi ha chiesto un incontro al Mise con i vertici dell’azienda.