Pizzone 2, Enel mette in pausa il progetto idroelettrico e riapre il confronto col territorio

Per Legambiente «è prevalso il buon senso», soddisfatta anche la Regione Molise: «Adesso il dialogo è di nuovo aperto e costante»

[18 Settembre 2023]

Enel green power ha chiesto al ministero dell’Ambiente di sospendere la Valutazione d’impatto ambientale (Via) di Pizzone 2, un progetto – presentato al ministero a giugno, come sottolinea la società – che prevede un investimento da oltre mezzo miliardo di euro per realizzare una nuova centrale idrolelettrica a pompaggio tra i due invasi di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo.

La decisione arriva dopo le sollecitazioni ricevute dalle istituzioni locali e da associazioni ambientaliste come Legambiente, che ponevano l’accento su alcune criticità, a partite dalla tutela dell’orso bruno marsicano.

In questo contesto, Egp intende adesso «approfondire ulteriormente le osservazioni e le proposte di enti e stakeholder locali per proseguire con le integrazioni che già sta apportando alla documentazione sulla base degli incontri in corso con il territorio».

La società, che rappresenta il più grande operatore privato al mondo nel settore delle energie rinnovabili, proseguirà dunque «il calendario di incontri con le istituzioni locali nelle prossime settimane, per individuare le migliori soluzioni al fine di conciliare le finalità del progetto con le necessità espresse dalle comunità locali, e di porre le basi per definire attività di sostenibilità in grado di generare valore condiviso».

L’assessore regionale all’Ambiente del Molise, Andrea Di Lucente, ha accolto «con grande soddisfazione la sospensione concessa dal ministero dell’Ambiente» e ritiene necessario «avviare nuovamente il dialogo sul sito di Pizzone».

Anche per Andrea De Marco e Giuseppe Di Marco, rispettivamente presidente di Legambiente Molise e di Legambiente Abruzzo, è «prevalso il buonsenso»; nelle prossime settimane, il Cigno verde presenterà una serie di osservazioni al progetto, condivise dai comitati regionali e dalla direzione nazionale.

«È evidente – dichiarano i due presidenti legambientini – che un progetto di tale portata, se non correttamente dimensionato, rischia di portare più danno all’ambiente rispetto ai benefici che può portare in termini di riduzione delle emissioni climalteranti. Bisogna puntare sulle energie rinnovabili ma occorre fare progetti giusti e adeguati al contesto territoriale che, nel caso della centrale Pizzone II, è estremamente delicato e fragile. Continueremo a chiedere ad una azienda importante come Enel di proporre soluzioni adeguate al contesto dove si intende intervenire, e di discutere in maniera trasparente con le comunità e le istituzioni locali delle diverse possibili soluzioni».

Occorrerà dunque capire se e come poter bilanciare gli impatti che Pizzone 2 avrebbe sul territorio locale – nessun impianto industriale è mai a impatto zero, anche quando si parla di energie rinnovabili –, coi vantaggi in ipotesi non solo a livello locale ma anche globale.

Il progetto prevede infatti di realizzare una nuova centrale idroelettrica a pompaggio da 300 MW, che potrebbe svolgere una doppia funzione: da una parte generare energia elettrica dall’acqua, dall’altra usare i pompaggi per stoccare l’energia rinnovabile in eccesso e renderla fruibile quando più ce n’è bisogno. Un contributo fondamentale dunque alla decarbonizzazione del Paese, come alla stabilità della rete elettrica nazionale.