Recovery fund e decarbonizzazione: riuscirà il Pnrr italiano a innescare l’innovazione necessaria richiesta dall’Ue?

Wwf, ECCO, E3G e Wuppertal Institute: ecco gli obiettivi minimi per il governo Draghi per avvicinarsi agli altri Paesi Ue

[8 Aprile 2021]

Aprendo il webinar “Il Piano Italiano di Ripresa e Resilienza: analisi comparativa e buone pratiche europee”, promosso da Wwf Italia, dai think tank ECCO ed  europep E3G e dal Wuppertal Institute, Matteo Leonardi, co-fondatore di ECCO, ha detto che «Il Piano deve passare dalle evidenze scientifiche ed essere coerente con gli scenari di decarbonizzazione ai quali le policy nazionali non sono ancore allineate. Manca una visione forte per la decarbonizzazione e progetti significativi nelle flagship europee: rinnovabili elettriche ed i relativi sistemi di accumulo, elettrificazione dei trasporti, efficienza energetica negli edifici»

Gli organizzatori del webinar  sono preoccupati dal ritardo dell’Italia ad allineare le policy nazionali agli obiettivi europei, «Con un PNIEC in cui il gas ricopre un ruolo eccessivo, ed il rischio di inclusione di progetti ancora basati sulle fonti fossili nel settore dei trasporti, dell’economia circolare e dell’idrogeno».

Per esempio, se si confronta la situazione dell’Italia con quella di altri Paesi europei si scopre che «In Spagna, l’occasione del PNRR coincide con un incremento degli obiettivi delle rinnovabili, come chiave di sviluppo del paese; in Germania, il piano è l’evidenza di una strategia integrata per trasformare l’industria automobilistica al vettore elettrico; investimenti in rinnovabili in Polonia, Slovacchia, Slovenia, (al contrario di Germania, Francia Spagna e Portogallo); in Francia e Germania grandi investimenti in idrogeno verde; in Portogallo produzione di gas da fonti rinnovabili; in Bulgaria un focus sull’economia circolare e programmi di decarbonizzazione dell’industria in Portogallo;  misure di efficientamento energetico degli edifici ( pubblici e privati) in Bulgaria, Slovacchia, Slovenia, per citare alcuni esempi».

L’attuale versione del PNRR prevede 69,8 miliardi di euro per la rivoluzione verde e la transizione ecologica su 223,9 miliardi di euro previsti da Next Generation EU. «Tuttavia – avverte il Wwf – non basta che siano progetti “verdi”, devono essere significativi» e, insiema a ECCO, E3G e  Wuppertal propone 4 obiettivi minimi per rendere il PNRR uno strumento per la transizione: Nel settore delle rinnovabili, il PNRR dovrà essere in grado, partendo dalla riforma delle autorizzazioni, di portare almeno 5000 MW di rinnovabili elettriche l’anno, con interventi attenti a previlegiare la difesa del suolo. Nel settore dell’efficienza energetica, il PNRR deve lanciare programmi significativi negli edifici pubblici a partire dalle scuole e nell’edilizia residenziale. Anche in riferimento all’edilizia privata i piani di spesa devono essere vincolati ad obiettivi minimi di efficienza. Nel settore della mobilità, i progetti devono focalizzarsi nella mobilità urbana e regionale, per circa 30 mld di € e nella messa in sicurezza delle strade. Il PNRR non può mancare l’elettrificazione del sistema dei trasporti, inclusa la realizzazione dell’infrastruttura di ricarica. Nel settore industriale servono tre diversi programmi, i) a breve per favorire efficienza energetica ed economia circolare, ii) strategico per innovare in idrogeno verde, accumuli, elettrificazione dei trasporti, ed elettromeccanica, iii) nel lungo periodo per impostare la decarbonizzazione di acciaio e cemento.

Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf Italia, ha sottolineato che «Il Recovery Plan deve avere una visione e un’identità chiara, fondata sull’economia rigenerativa e decarbonizzata  Il Governo deve indicare come vuole raggiungere il target di almeno il 37% di azioni per il clima e per la biodiversità, ma ogni singola misura, ogni singolo progetto deve essere coerente con la prospettiva di decarbonizzazione e sviluppo verde e deve avere standard di qualità elevati. Il piano, inoltre, si deve sottrarre al pericolo dell’uso dell’idrogeno come scappatoia per far rientrare in gioco i combustibili fossili, che sia con la cattura e lo stoccaggio del carbonio o direttamente con il gas. L’idrogeno è un vettore energetico che deve essere ricavato con fonti rinnovabili e va usato limitatamente ai settori in cui serve, altrimenti si perderà solo energia, tempo e denaro delle future generazioni. L’Italia deve creare filiere e nuovo sviluppo a partire da rinnovabili, elettrificazione, uso efficiente delle risorse e dell’energia».

Per consentire agli attori nazionali e dell’Unione europea di seguire da vicino il processo e valutare i Piani, il Wuppertal Institute e E3G hanno sviluppato il Green Recovery Tracker, una piattaforma online che, in collaborazione con esperti nazionali e settoriali, fornirà un’analisi sull’ allineamento delle misure nazionali di ripresa con la transizione verde.

Secondo il Wwf, «L’Ue è sulla buona strada per una ripresa ecologica. La nostra analisi delle misure di ripresa pianificate in nove stati dell’Ue rileva che circa 133 miliardi di euro sono assegnati ad attività a sostegno della transizione verde».

Ma come verrà valutato il piano italiano?  Wwf ed esperti rispondono: «L’Italia è maggiore beneficiaria di NextGenEU, non dovrà presentare solamente una lista di progetti ma strategie significative. Se non irrobustisce le condizionalità di accesso ai fondi, si rischia una valutazione neutra, se non addirittura, negativa, mettendo a repentaglio la dotazione totale dei fondi».