Reddito di emergenza, ancora non ci siamo
In una manovra da 155 miliardi di euro solo 1 (con importanti condizionalità) al Rem. ASviS e ForumDD: «Si conta forse sul fatto che non emerga l’obiettivo di scaricare il vincolo di spesa sulla parte più vulnerabile e senza voce della popolazione?»
[11 Maggio 2020]
Tra gli interventi più attesi nel decreto ex Aprile, oggi decreto Rilancio, c’è l’attivazione del Reddito di emergenza (Rem): una misura di protezione sociale che possa arrivare alle persone in maggiori difficoltà economiche e prive di altre tutele pubbliche in questi primi mesi di pandemia. Ma le bozze del decreto finora disponibili sembrano lasciare ancora molte lacune su questo fronte, come argomentano l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) e il Forum disuguaglianze diversità (ForumDD).
A fine marzo proprio queste due realtà hanno elaborato una prima, articolata proposta per rendere universale la protezione sociale contro la crisi, contemplando anche l’introduzione di un Reddito di emergenza. Nelle settimane successive il Rem è progressivamente entrato nel dibattito politico, ma al momento della verità la proposta circolata nella bozza di decreto Rilancio si è rivelata «decisamente insoddisfacente».
Ad oggi la bozza prevede lo stanziamento, per massimo due mensilità, di un Rem che oscilla tra i 400 e gli 800 euro a famiglia – determinante il numero dei componenti del nucleo familiare – ma impone paletti (reddito familiare inferiore al Rem, patrimonio immobiliare entro i 10mila euro, Isee sotto 15mila euro) che difficilmente permetteranno di ricomprendere tutti coloro che ne avrebbero bisogno.
Un problema di forma ma anche di budget, naturalmente: il decreto Rilancio va configurandosi come una manovra da oltre 155 miliardi in termini di saldo netto da finanziare, alimentata da 55 miliardi di nuovo indebitamento, ma in questo contesto al Reddito di emergenza sarebbe destinato solo 1 miliardo di euro.
Nella proposta ForumDD-ASviS si chiedeva di erogare il Rem il più in fretta possibile e raggiungere il maggior numero possibile di famiglie in difficoltà, mentre nella bozza del decreto l’obiettivo era evitare irregolarità e contenere la spesa pubblica dedicata – osservano le due organizzazioni – Nel formulare le richieste, ForumDD e ASviS hanno sempre sottolineato l’esigenza di una misura della durata necessaria a permettere agli interessati di non essere angustiati dalla sopravvivenza e di poter riprogrammare la propria vita in questa fase così pesante. E, quindi, la necessità di dotare l’intervento di un’adeguata copertura finanziaria».
Di fronte all’assenza di risposte adeguate, le organizzazioni hanno elaborato una proposta di emendamento alla bozza di decreto in circolazione la scorsa settimana (in allegato), in modo da assicurare tempestività, non scoraggiare i richiedenti e consentire all’amministrazione una verifica delle informazioni auto-certificate. E siamo a oggi: ForumDD e ASviS informano di non aver ricevuto alcuna risposta sul perché l’emendamento non vada bene. Anzi, dalle ipotesi commentate dai mezzi di informazione «sembra che la proposta del Governo resterà quella o addirittura che essa possa peggiorare. In particolare, la durata prevista per il Rem e, quindi, il relativo budget sembrerebbero – sulla base delle informazioni disponibili – ridotti negli ultimi giorni. Si conta forse sul fatto che nessuno si accorgerà di cosa davvero significhi il provvedimento? Che non si comprendano i limiti della sua efficacia? Che non emerga l’obiettivo di scaricare il vincolo di spesa sulla parte più vulnerabile e senza voce della popolazione?».
Per questo ForumDD e ASviS chiedono trasparenza al Governo, e offrono in cambio collaborazione: c’è ancora possibilità di definire un Reddito di emergenza che sia davvero efficace ed efficiente.