Altrove le plastiche miste si bruciano, qui si riciclano
Rifiuti, il riciclo toscano a km zero protagonista a Scala Mercalli (FOTOGALLERY)
Ieri una troupe della nota trasmissione a marchio Rai3 ha documentato il lavoro di Revet Recycling
[13 Novembre 2015]
Una volta raccolti in modo differenziato dai cittadini, che fine fanno gli imballaggi post consumo? Ad esempio, una retina delle arance, esempio di plastica povera che torna in questi tempi a essere presenza costante nelle nostre case. Per rispondere a questa domanda la troupe di Scala Mercalli, la trasmissione ambientalista di grande successo condotta su Rai3 dal climatologo Luca Mercalli (e che tornerà in onda in prima serata a partire dal prossimo febbraio) ha varcato ieri le soglie della Revet recycling, eccellenza di calibro europeo nell’industria del riciclo.
All’interno dell’impianto toscano, che dal 2014 ricicla le plastiche miste – oggetto principe della puntata di Scala Mercalli – esportando in tutto il mondo i granuli ottenuti e poi utilizzati per stampare ri-prodotti anche di alta gamma, le telecamere hanno seguito passo passo le trasformazioni della nostra retina delle arance. Sotto l’occhio attento del “rifiutologo” Roberto Cavallo, che già scelse Revet nel 2012 come location di alcune scene del suo docufilm “Meno 100 chili”, la retina viene caricata insieme ad altri imballaggi su un primo nastro, e portata al trituratore. Quindi il passaggio nelle vasche flottanti, nell’estrusore e alla fine superati anche gli ultimi filtri, la trasformazione in granuli pronti ad essere venduti agli stampatori di oggetti in plastica. Cavallo mostrerà poi come lo scarto che fuoriesce dagli ultimi filtri venga nuovamente macinato e riciclato per la produzione dei profili destinati a diventare arredi urbano.
L’ultima scena dell’inchiesta, in una suggestiva atmosfera post-industriale data dal piazzale dei mezzi Revet, individua Roberto Cavallo seduto su una panchina in plastica riciclata e circondato da tanti altri oggetti in plastica riciclata, che invita ognuno a fare la propria parte per contribuire a rendere un po’ migliore il nostro pianeta.
Un esempio virtuoso di riciclo tutto made in Tuscany, valorizzato da una buona informazione pubblica. E pensare che non in tutta Italia la nostra retina delle arance avrebbe potuto seguire un percorso simile. Le plastiche miste altrove sono destinate prevalentemente a recupero energetico anziché di materia, oltretutto generosamente incentivate dallo Stato; incentivi che il riciclo ancora si vede incomprensibilmente negati.