Salute, educazione, reddito: povertà multidimensionale per 1,3 miliardi di persone (VIDEO)

Rapporto Onu: vaste ineguaglianze tra i Paesi e le classi sociali

[12 Luglio 2019]

II nuovo 2019 global Multidimensional Poverty Index (MPI) pubblicato dall’United Nations  development programme mostra che, «Nei 101  Paesi studiati, – 31 s basso reddito, 68 a reddito medio e 2 a reddito elevato – 1,3 miliardi di persone sono “multidimensionalmente poveri” e tra loro i bambini rappresentano più della metà».

L’Undp spiega che «La povertà multidimensionale non si misura unicamente in funzione del reddito, ma attraverso un insieme di indicatori che tengono conto della cattiva salute, di cattive condizioni di lavoro o della minaccia di violenze. Ogni membro di una certa famiglia  è classificato come povero o non povero in funzione delle privazioni subite dalla sua famiglia. Questi dati vengono in seguito aggregati nella misura nazionale della povertà».

Il rapporto Undp sottolinea che «Un’azione contro la povertà è necessaria in tutte le regioni in via di sviluppo». L’Africa subsahariana e l’Asia del sud hanno la più grande proporzione di poveri (circa l’84,5%) e il rapporto definisce “massivo” il livello di ineguaglianza in queste regioni: nell’Africa subsahariana varia dal 6,3% in Sudafrica al 91,9% nel Sud Sudan. In Asia la disparità va dallo 0,8% nelle Maldive al 55,9% in Afghanistan.

Numerosi Paesi studiati nel rapporto Undp mostrano livelli di ineguaglianza “estesi”: per esempio, in Uganda l’incidenza della povertà  multidimensionale nelle differenti province varia dal 6% della capitale Kampala al 96,3% di Karamoja.

Tra gli 1,3 miliardi di poveri del pianeta, più della metà, ben  663 milioni, sono bambini e ragazzi di meno di 18 anni e circa un terzo (circa 428 milioni) hanno meno di 10 anni. Lo studio evidenzia che «La grande maggioranza di questi bambini, circa l’85%, vive nell’Asia del sud e in Africa subsahariana, ripartiti quasi ugualmente tra le due regioni. La situazione è particolarmente allarmante in Burkina Faso, in Etiopia, in Niger, in Sud Sudan e in Ciad, dove il 90% o più dei bambini di meno di 10 anni sono considerati come poveri in maniera multidimensionale».

Il rapport Undp valuta anche I progressi fatti nella realizzazione dell’Obiettivo 1 della 2030 Agenda for Sustainable Development dell’Onu, cioè ossia porre fine alla povertà «in tutte le sue forme, ovunque» e, per illustrare il livello di riduzione della povertà, identifica 10 Paesi che, insieme, rappresentano una popolazione di circa 2 miliardi di persone, facendo notare che «tutti hanno registrato dei progressi statisticamente significativi nella realizzazione dell’obiettivo 1. Le riduzioni più rapide sono state osservate in India, in Cambogia e in Bangladesh».

Pedro Conceição, direttore dell’Human development report office dell’Undp, ha detto a UN News che «Il rapporto dà un’immagine più completa della povertà e indica dove mirare le politiche in grado di tener conto delle privazioni delle persone, che si tratti di sanità, educazione o di altri aspetti che, se questi investimenti venissero fatti, potrebbero permettere alla gente di uscire dalla povertà».

Ma il rapporto conclude che «Una misura, da sola, non può fornire un orientamento sufficiente per eliminare le ineguaglianze e la povertà multidimensionale» e che «Studi come l’MPI, l’indice di sviluppo umano e il coefficiente Gini (che misura la distribuzione dei redditi e la ricchezza dei paesi) possono ognuno fornire importanti informazioni distinte per delle azioni politiche miranti a ridurre efficacemente la povertà».

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  • 2019 global Multidimensional Poverty Index