Necessario quadruplicare gli investimenti

Senza creare le sue “banche del clima” l’Italia non riuscirà a raggiungere gli obiettivi Ue

Noera: «Rischia di trovarsi in ritardo nel processo di forzata decarbonizzazione dell’economia, e di non riuscire nel contempo a riposizionarsi per coglierne i vantaggi produttivi e occupazionali»

[16 Dicembre 2021]

L’analisi degli investimenti necessari per l’adeguamento ai nuovi obiettivi energetici e climatici europei, condotta dal think tank Ecco, mostra che nel nostro Paese l’ordine di grandezza delle risorse complessivamente necessarie (178 mld di euro annui contro i 92 originariamente previsti dal Pniec) è più di quattro volte maggiore delle risorse del Next generation Eu allocate all’Italia (40 mld€/anno).

Ecco dunque che gli investimenti dei cosiddetti Istituti nazionali di promozione (Inp) come Cassa depositi e prestiti, Invitalia e Sace, è decisivo per difendere sia il clima sia l’economia; ecco perché sullo stesso tema c’è grande attenzione anche in altri Paesi, come Gran Bretagna, Germania e Francia, che stanno dedicando alla trasformazione dei loro Inp in strumenti di canalizzazione e di amplificazione dell’impatto (leverage) delle risorse pubbliche dedicate alla transizione climatica.

Del resto la stessa Banca europea degli investimenti (Bei) e alcune delle principali banche pubbliche europee si stanno trasformando in “banche del clima” e hanno adottato ufficialmente protocolli che le impegnano ad orientare progressivamente tutti i propri investimenti e i propri flussi di prestiti in coerenza con gli obiettivi climatici degli Accordi di Parigi (zero emissioni nette di CO2 entro il 2050).

«L’Italia rischia di trovarsi in ritardo nel processo di forzata decarbonizzazione dell’economia – spiega Mario Noera, co-autore del rapporto Ecco – di subirne gli impatti negativi (diretti ed indiretti) su alcuni importanti settori del proprio tessuto industriale e di non riuscire nel contempo a riposizionarsi per coglierne i vantaggi produttivi e occupazionali».

Nonostante l’Italia abbia beneficiato dello stanziamento europeo più rilevante (205 mld€ investibili tra il 2021 ed il 2026 del Next generation fund), il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sviluppato dal nostro Paese per indirizzare tali risorse non appare infatti adeguatamente focalizzato sugli obiettivi di decarbonizzazione e di contenimento delle emissioni di gas climalteranti.

È in questo contesto che le Inp italiane (Cdp e Invitalia) e, in parallelo, Sace la Eca italiana (Export credit agency), sono chiamate a svolgere un ruolo chiave anche nel nostro Paese.