Consumi elettrici in calo del 2,8% (energivori -3,9%), dalle fonti pulite il 36,8% della domanda
Terna, nel 2023 in Italia sono entrati in esercizio +5,7 GW di impianti rinnovabili
Il dato annuale non arriva alla metà del necessario per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030
[22 Gennaio 2024]
La società che gestisce la rete elettrica nazionale, Terna, ha pubblicato oggi i dati di sintesi sulla performance del sistema elettrico nell’ultimo anno, documentando una crescita ancora insufficiente nell’installazione di nuovi impianti rinnovabili.
Nel corso del 2023 sono infatti entrati in esercizio 5.677 MW di nuovi impianti rinnovabili, in robusto aumento rispetto al 2022 (2.642 MW, +87%) ma neanche la metà di quanto servirebbe per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030, ovvero circa +12 GW l’anno.
Obiettivi che l’Italia non sta raggiungendo non solo coi fatti, ma neanche con le intenzioni. A dicembre il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) presentato a Bruxelles dal Governo Meloni è stato infatti bocciato dalla Commissione europea: in primis risultano insufficienti le ambizioni sul fronte della decarbonizzazione, e anche gli sviluppi delle fonti rinnovabili si prevedono inferiori al dato medio richiesto a livello continentale.
Ciò non toglie che il 2023 sia stato un anno di timidi miglioramenti, con una crescita della produzione rinnovabile (+15,4%) che ha riguardato quasi tutte le fonti (idroelettrico+36,1%, eolico +15,1%, fotovoltaico +10,6%, geotermia -1,9%). Spicca il contributo della produzione idroelettrica, che è tornata in linea coi valori storici dopo la siccità record del 2022.
«Stiamo facendo meglio, ma siamo ancora lontani dall’essere sulla buona strada per il target nazionale +80 GW rinnovabili al 2030 – commenta Agostino Re Rebaudengo, presidente dell’associazione confindustriale Elettricità futura – Abbiamo installato quasi 6 GW di rinnovabili nel 2023, ma oltre 4 GW di impianti con potenza inferiore a 1 MW. Dovremmo installare 10-12 GW all’anno per essere in linea con il target 2030, e dovremmo realizzare in prevalenza grandi impianti per ridurre il costo dell’elettricità. Infatti, l’elettricità prodotta con gli impianti fotovoltaici utility scale costa un terzo dell’elettricità generata dagli impianti fotovoltaici residenziali sui tetti».
Complessivamente le rinnovabili hanno coperto il 36,8% della domanda (nel 2022 era il 31%), anche perché nel frattempo è calata (-2,8%) a 306,1 miliardi di kWh; a ridursi in modo ancora più marcato sono stati i consumi industriali, con quelli legati alle imprese energivore a segnare -3,9%.
Analizzando l’andamento temporale della domanda è quindi evidente che la riduzione osservata a partire dalla seconda metà del 2022 si è mantenuta sostanzialmente invariata sino a oggi, attestandosi su livelli costantemente inferiori rispetto al trend storico precedente.
In netto calo la produzione termoelettrica (-17,4%) e, in particolare, di quella a carbone (-41,7%). Come spiegano da Terna «la contrazione della produzione a carbone è anche conseguenza dell’interruzione, nel corso del 2023, delle iniziative di massimizzazione dell’utilizzo delle centrali a carbone messe in atto durante il periodo più critico della crisi gas. Relativamente alla contrazione della produzione termoelettrica, nel 2023 si è registrato anche un risparmio di gas rispetto allo scorso anno di circa 4 miliardi standard metri cubi».