Le regioni con le maggiori fragilità sociali sono anche quelle con le più significative criticità ambientali Economia circolare, energie rinnovabili, agricoltura biologica e aree protette sono le principali risorse su cui investire, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno

Territori Civili. Indicatori, mappe e buone pratiche verso l’ecologia integrale

Rapporto Caritas Italiana e Legambiente racconta l’Italia attraverso le connessioni tra fragilità e risorse, sociali e ambientali

[27 Novembre 2020]

Caritas Italiana e Legambiente sono convinte che «Per leggere il mondo e la pandemia, la chiave è l’ecologia integrale» e lo spiegano nel rapporto “Territori Civili. Indicatori, mappe e buone pratiche verso l’ecologia integrale”, «nato per contribuire alla definizione di una visione del futuro da costruire insieme, alla luce delle forti connessioni tra dimensione ambientale, economica e sociale».

Per realizzare il rapporto sono stati utilizzati 70 indicatori, basati non solo sui principali dati statistici disponibili ma anche sulle attività di ricerca svolte da Caritas italiana grazie ai suoi centri di ascolto e da Legambiente, con i suoi rapporti, da quello sull’ecomafia ai comuni ricicloni; mentre dall’analisi condotta in 12 Comuni emergono 36 nuove progettualità in cui i valori sociali e ambientali s’intrecciano, generando nuova economia, circolare e civile.

Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, ha evidenziato che «Un elemento comune delle esperienze contenute nella ricerca è certamente l’attenzione alle problematiche in una visuale unica. C’è infatti bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché – come sottolinea papa Francesco nella Laudato si’ – “la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti”. Dal racconto di tali esperienze emerge forte proprio la necessità di far convivere negli stessi tavoli di lavoro e di coordinamento attori e idee un tempo lontani, coinvolgendo in modo sempre più massiccio la comunità locale, a diversi livelli: associazioni, comitati di quartiere, chiese locali, singoli cittadini, uniti nello sforzo di rendere la nostra casa comune più accogliente e abitabile per tutti».

Caritas e Legambiente sottolineano che «Il rapporto Territori Civili intende cogliere e raccontare la dimensione sociale e quella ambientale in modo integrato, mettendo in luce, al contempo, anche le esperienze innovative nate sul territorio in grado di rispondere e coniugare i due ambiti. Un tema, quello dell’interconnessione tra degrado dell’ecosistema e degrado sociale, già nitidamente sottolineato da Papa Francesco nella sua Enciclica Laudato Si’, pubblicata cinque anni fa» e nella quale Papa Francesco scriveva: «Non esistono due crisi separate, sociale e ambientale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale, per rispondere alla quale serve un approccio integrale, al fine di combattere la povertà e al tempo stesso prendersi cura della natura». Parole che. Evidenziano Caritas e Legambiente  «Fecero indubbiamente da spartiacque nella consapevolezza delle forti relazioni che esistono tra povertà e questioni ambientali».

Il rapporto ricorda che l’approccio dell’ecologia integrale, che percepisce come fortemente interconnessi società, economia e ambiente (condividendo in tal senso molti punti con l’Agenda 2030 dell’Onu) «L’analisi dei problemi ambientali è inseparabile dall’analisi dei contesti umani, familiari, lavorativi, urbani, e dalla relazione di ciascuna persona con sé stessa, che genera un determinato modo di relazionarsi con gli altri e con l’ambiente».

Lo studio prende forma da a questi assunti economici e dall’approccio culturale e metodologico e dalla ricerca comune di Caritas e Legambiente che concordano sul fatto che «Le situazioni di rischio ambientale, la riduzione della biodiversità, il cambiamento climatico e l’attuale pandemia ci mostrano che siamo tutti nella stessa barca, ma anche che nessuno può salvarsi da solo».

Il volume Territori Civili si divide in due parti. La prima, approfondisce le connessioni e le sovrapposizioni tra la dimensione sociale e quella ambientale, analizzando, grazie a 40 indicatori sociali e 30 parametri ambientali,  per ciascuna, fragilità e risorse presenti in ogni regione italiana. La seconda presenta un’indagine qualitativa realizzata su 12 Comuni e racconta 36 esperienze, valutate in base a 22 parametri, che combinano l’ambito ambientale e quello sociale. Un patrimonio importante, che racconta, in maniera significativa, la spinta culturale e la visione strategica che attraversa l’Italia da Nord a Sud.

La prima parte del volume vuole fornire tracce utili per contribuire alla costruzione di possibili risposte nel solco dell’ecologia integrale, con la messa a fuoco delle risorse e del potenziale di ciascun territorio, nella consapevolezza di alcune evidenti vulnerabilità. Le due domande che si pone lo studio sono: «In quali regioni si intrecciano maggiormente condizioni di fragilità ambientale, di degrado e povertà? E quali sono quelle in cui emerge in modo più chiaro questa correlazione anche sul fronte delle risorse?» Caritas e Legambiente rispondono che «La lettura integrata delle fragilità sociali e ambientali delle regioni italiane da un lato conferma alcune note criticità, che vedono il Mezzogiorno fortemente penalizzato nella misurazione di fenomeni di degrado e delle fragilità da superare. Non mancano tuttavia delle sorprese; tre regioni del Nord compaiono infatti nelle prime dieci posizioni della classifica relativa alle criticità, sommando quelle sociali e ambientali: Emilia Romagna, Liguria e Lombardia, rispettivamente all’ottavo, nono e decimo posto. Meno sorprese riserva invece l’analisi della lettura incrociata delle risorse sociali e ambientali che vede alle prime posizioni le regioni che costituiscono il “motore” economico del nostro Paese: Lombardia, Emilia Romagna, Trentino, Veneto e Piemonte. La lettura combinata delle fragilità e delle risorse ambientali e sociali restituisce, in sintesi, una fotografia di un’Italia spaccata in due con quasi tutte le regioni del Nord collocate nel saldo positivo, con le sole eccezioni di Liguria e Valle d’Aosta. Tutte le regioni del Mezzogiorno, invece, pur potendo contare su significative risorse, in particolare di carattere ambientale (da sostenere e valorizzare maggiormente), presentano un grave deficit complessivo, soprattutto a causa delle rilevanti fragilità sociali che incidono enormemente sulla qualità della vita della popolazione residente».

Nella seconda parte del volume, Cagliari, Campi Bisenzio (Firenze), Lecco, Lucca, Marcianise (Caserta), Padova, Palermo, Pontecagnano (Salerno), Reggio Calabria, Taranto, Terni sono i 12 comuni di cui viene presentata l’indagine qualitativa. Grandi metropoli, città capoluogo di provincia e Comuni di medio-piccole dimensioni, individuati congiuntamente da Caritas Italiana e Legambiente, tra le tante opzioni possibili, partendo da esperienze maturate o in corso, grazie all’impegno delle stesse Caritas diocesane e dei circoli di Legambiente, ma anche tenendo conto di loro alcune peculiari fragilità sociali e ambientali. L’indagine è stata condotta sul campo, attraverso interviste grazie alle quali sono stati messi a fuoco punti di forza e di debolezza socio-ambientali delle dodici città casi-studio e, al tempo stesso, messi in risalto i percorsi progettuali attivi o in via di definizione con cui raccontare il percorso di innovazione sociale e ambientale del territorio osservato. Sono 36 le esperienze raccontate, che rappresentano solo alcune delle tante progettualità intercettate nei dodici casi-studio. Tra queste, ad esempio: “WOWNature” di Padova, i-Rexfo di Terni, “DACCAPO centro del riuso” di Lucca, “Impresa sociale Lavoro insieme s.r.l.” di Cagliari, “CRAMS” e l’Ostello “Parco Monte Barro” a Lecco, i progetti di reinserimento socio-lavorativo di Taranto, la “Green station” di Pontecagnano, i “Cantieri Culturali della Zisa” e il progetto “ECCO” – Economie Circolari di comunità a Palermo, il progetto “Con-tatto” della Caritas Diocesana di Caserta, le numerose iniziative nate nell’ambito del Distretto dell’Economia civile di Campi Bisenzio.

Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha concluso: «Il titolo di questo lavoro, Territori Civili, evoca già una direzione possibile verso cui orientare il cambiamento che molti auspicano: un nuovo modello di società e di economia, finalmente civile perché capace di generare benefici ambientali e sociali, invece di distruggere risorse naturali, moltiplicando povertà e disuguaglianze. Come dimostrano i risultati del lavoro di ricerca svolto nei 12 territori in cui è stata approfondita l’analisi, da Torino a Palermo, di questi ‘territori civili’ esistono già esempi concreti, frutto di progetti, attività, iniziative in cui la separatezza tra le risposte ai bisogni sociali e alle criticità ambientali viene superata».