Il punto sulle emissioni di CO2 e inquinanti
Toscana, carbon neutral al 2050: la Regione rivede la strategia con priorità geotermia
Monni: «Revamping delle centrali esistenti ed investimenti su qualità, contenimento della pressione sull’ambiente, nuove tecnologie e ricerca»
[7 Giugno 2021]
L’Europa intera – e a ruota l’Italia – si è impegnata a raggiungere l’obiettivo carbon neutral entro il 2050, ovvero per allora le emissioni climalteranti emesse lungo il Vecchio continente dovranno diminuire tanto da poter essere completamente assorbite dagli ecosistemi locali. Anche la Toscana si sta dunque impegnando in un percorso simile, con un’arma in più: la geotermia.
Non è un caso che l’unica area vasta d’Europa ad essere – già da un decennio ormai – certificata come carbon neutral sia la Provincia di Siena, dove il 92% dell’elettricità prodotta viene dal calore della terra, una fonte rinnovabile dove l’unica CO2 emessa è quella naturalmente prodotta nel sottosuolo.
«La priorità – spiega l’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni – è l’abbattimento delle emissioni cosidette climalteranti, in particolare di CO2. Per farlo occorre mettere in campo tutte le forze possibili per compiere un passo decisivo verso la transizione ecologica, a partire dall’incentivazione della produzione di energia verde, da fonti rinnovabili. La Toscana ha messo in campo da un paio d’anni una propria strategia di decarbonizzazione, Toscana carbon neutral 2050, che vogliamo rendere più efficace. Partendo dalla presa di coscienza dei punti di forza: in Toscana non possiamo non sottolineare l’importanza di una risorsa straordinaria come la geotermia, che copre oltre il 70% dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. Una risorsa sulla quale vorremmo continuare a puntare, condividendo con il gestore le attività future: ‘revamping’ delle centrali esistenti ed investimenti su qualità, contenimento della pressione sull’ambiente, nuove tecnologie e ricerca».
Certo, non di sola geotermia può vivere la transizione ecologica, come precisa Monni: «Non ci limiteremo all’energia geotermica. Vorremmo avviare un nuovo percorso di approfondimento su tutte le rinnovabili: solare, eolico e idroelettrico. Fissando come principi di fondo la grande attenzione ai vincoli legati alla tutela del paesaggio e delle aree protette ed il rispetto delle istanze delle comunità locali».
Dato però che per ogni fonte rinnovabile vale la regola che si utilizza quella localmente disponibile, è inevitabile che la geotermia in Toscana continui a ricoprire un ruolo di primo piano, in grado di conciliare le esigenze energetiche dettate dalla crisi climatica da una parte con la difesa del paesaggio dall’altra (dato che la geotermia è in assoluto la fonte rinnovabile che consuma meno suolo per produrre energia).
Sin dagli albori (nel 2017) della strategia toscana verso l’obiettivo carbon neutral la geotermia ha sempre rivestito un ruolo centrale, sebbene quella strategia non sia poi mai stata finalizzata e dunque pubblicamente discussa. L’aggiornamento in corso, annunciato dall’assessora – che ha spiegato di puntare nei prossimi anni ad un raddoppio della potenza geotermoelettrica installata – potrà dunque offrire l’occasione di fare chiarezza non solo sui vantaggi ma anche sugli impatti della geotermia.
Perché ogni fonte energetica, per quanto rinnovabile, non è né mai potrà essere a impatto zero. Non a caso lo sviluppo sostenibile è un gioco d’equilibrio, tra le priorità della sostenibilità ambientale, sociale ed economica.
Al proposito, per la geotermia tradizionalmente le maggiori preoccupazioni si concentrano sul profilo emissivo, come documentato anche dal progetto europeo Geoenvi che comunque ha recentemente confermato la possibilità – e l’opportunità – di uno sviluppo sostenibile del comparto in Toscana.
Per quanto riguarda ad esempio le emissioni di CO2 geotermica, come spiegano dall’Alleanza territoriale carbon neutrality Siena – supportata dall’Ateneo senese – «queste emissioni possono essere viste come una parte dei cicli che includono vulcani e fenomeni simili, i quali possono avvenire in modo causale e improvviso o seguire un trend più continuo. Poiché tali emissioni fanno parte di processi naturali, la CO2 prodotta dalle centrali geotermoelettriche è compensata da una riduzione delle emissioni naturali da siti geotermici». Una prospettiva già in passato confermata anche da Alessandro Sbrana dell’Università di Pisa e soprattutto dall’Ipcc, la massima autorità scientifica internazionale in fatto di cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda invece le emissioni inquinanti legate all’attività geotermoelettrica, il Gestore nazionale dei servizi energetici (Gse), l’Agenzia europea dell’ambiente (Eea) e ancora l’Università di Siena giungono tutti alla stessa conclusione: i vantaggi che l’impiego di questa fonte rinnovabile garantisce sono ben più ampi degli svantaggi.