Per la Commissione il 37% del Piano è verde
Via libera Ue al Pnrr Draghi, Legambiente: tradurlo interventi per l’emergenza climatica e la transizione ecologica
«Un Pniec più ambizioso che sblocchi gli investimenti su rinnovabili ed efficienza energetica»
[23 Giugno 2021]
Ieri, incontrando il presidente del Consiglio Mario Draghi, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha dato il via libera anche al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dell’Italia. La Commissione Ue ha già approvato anche i Pnrr di Danimarca, Grecia, Lussemburgo, Slovacchia, Spagna, Portogallo e Lettonia.
Rivolgendosi a Draghi, la von der Leyen ha ricordato che «la NextGenerationEU è una risposta eccezionale a una crisi eccezionale. E può rimodellare il nostro continente per decenni a venire. Renderà il Green Deal europeo una realtà. E’ il momento di digitalizzare le nostre economie. Ed è il momento di iniettare nuova energia nell’economia sociale di mercato unica d’Europa. Il 37% di NextGenerationEU Italia sosterrà i nostri obiettivi green, dalle grandi opere di efficienza energetica per edifici e abitazioni pubbliche, incentivi fiscali, investimenti diretti; alla mobilità urbana sostenibile, ad esempio; ma anche per aumentare l’utilizzo di energia rinnovabile, ad esempio, misure per spingere la produzione offshore di energia o reti elettriche intelligenti. Una delle più grandi risorse dell’Italia è la tua natura unica. Quindi sono molto contenta di vedere nel pacchetto il rimboschimento e la protezione del mare e dell’habitat marino. Con questo, tu proteggi in Italia ciò che state investendo nella vostra crescita e nel vostro futuro. Il piano italiano ha lo stesso livello di ambizione per un altro traguardo storico, ovvero la digitalizzazione. State investendo in reti 5G, Internet ad alta velocità e competenze digitali, nelle università ma anche nella digitalizzazione del settore sanitario, lo apprezzo molto. Il piano farà passare al digitale anche le pubbliche amministrazioni, quindi servizi migliori per gli italiani ma anche per le imprese italiane. E sostengo anche fortemente, lo hai descritto, la tua attenzione per i giovani – hanno sofferto tanto durante questa crisi – e le politiche attive del mercato del lavoro che vuoi applicare per inserirli nel mondo del lavoro, per dare nuove opportunità, in particolare alle donne . Sono stata molto contenta di vedere che stai aumentando l’offerta di strutture per l’infanzia. Si tratta di conciliare lavoro e famiglia».
E infine, secondo la presidente della Commissione Ue, «il piano presenta riforme cruciali, dal taglio della burocrazia nella pubblica amministrazione alla riforma del sistema giudiziario, per rafforzare il contesto imprenditoriale e aiutare le aziende italiane a competere in un mondo sempre più multipolare. Sono riforme che chiedono da anni gli italiani. E ora stanno avvenendo con NextGenerationEU Italia Domani. In breve, NextGenerationEU Italia Domani soddisfa chiaramente gli esigenti criteri che abbiamo stabilito congiuntamente. E’ ambizioso, lungimirante e contribuirà a costruire un futuro migliore per gli italiani e per la nostra Unione Europea. La nostra approvazione di oggi è un traguardo importante per l’esborso di oltre 190 miliardi di euro nei prossimi anni. E una volta che il piano sarà approvato dal Consiglio, e così dovrebbe essere tra circa 4 settimane, saremo pronti a erogare i primi fondi».
Secondo la presidente della commissione ambiente della Camera, Alessia Rotta (Pd), «la promozione arrivata dall’Europa non è solo un riconoscimento al lavoro fatto dal Governo con i progetti di investimento dei fondi del Recovery, ma è qualcosa che va oltre. E’ un’attestazione di fiducia nella capacità dell’Italia di spendere quei soldi, di uscire dalla crisi, di far ripartire l’economia, di riformare il Paese, rendendolo moderno e, soprattutto, più green».
La Rotta ha ricordato che «la seconda missione del Pnrr è denominata “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”. Contiene un ampio ventaglio di interventi, come quelli che miglioreranno la gestione dei rifiuti e il ciclo dell’economia circolare, che rafforzeranno le infrastrutture per la raccolta differenziata e che renderanno più moderni gli impianti di trattamento dei rifiuti. Questo piano accompagnerà il Paese verso gli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni di gas serra del 55% nel 2030 e di impatto zero sul clima entro il 2050. Con il via libera, l’Ue ha dimostrato di credere nella capacità dell’Italia di riuscire a raggiungere questi obiettivi. Il nostro Paese non deluderà le attese».
Legambiente, che non aveva mancato di criticare diverso aspetti del Pnrr di Draghi, fa notare che le misure del piano che ha avuto un giudizio positivo dalla Commissione Europea «ora devono essere tradotte in progetti concreti in grado di fronteggiare l’emergenza climatica e dare senza indugi gambe alla transizione ecologica».
Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, «il disco verde arrivato dalla Commissione Europea al Pnrr italiano rappresenta senz’altro un importante notizia e un passo avanti per contribuire a far ripartire l’Italia, ma deve essere uno strumento efficace per rendere veramente concreta la transizione ecologica e la lotta alla crisi climatica tenendo fede agli impegni chiesti dall’Europa ai suoi Stati membri. Per investire al meglio i miliardi di euro che arriveranno, è fondamentale che il Paese abbandoni la logica delle grandi opere faraoniche e punti su una grande opera diffusa di innovazione che permetterebbe di ridurre anche le emissioni in atmosfera di gas serra e inquinanti come la realizzazione di impianti di economia circolare a partire dal centro sud, l’elettrificazione della mobilità urbana, le infrastrutture ferroviarie urbane e pendolari e nuovi treni, necessari soprattutto al Sud Italia a partire da regioni come la Calabria e la Sicilia dove invece la politica guarda all’inutile ponte sullo Stretto, la riconversione green dei poli industriali di Taranto, Brindisi, Gela, il siracusano e il Sulcis, la diffusione delle comunità energetiche in tutto il Paese nei piccoli comuni e nelle città sul modello dell’esperienza avviata a Napoli, la realizzazione di parchi eolici a terra e in mare aperto in Sardegna, nel Canale di Sicilia, nello Ionio e nell’Adriatico per accelerare la diffusione delle rinnovabili, solo per citarne alcuni».
Ciafani ha ricordato che «la storia recente dell’Italia ci ricorda che i finanziamenti europei per realizzare le opere pubbliche necessarie da soli non bastano, servono anche le competenze nella pubblicazione amministrazione, il rafforzamento dei controlli pubblici e il dibattito pubblico per coinvolgere i territori, oltre a delle profonde e coraggiose riforme come quella sulla decarbonizzazione dell’economia. Una riforma cruciale su cui l’Europa ha dimostrato più volte di avere le idee chiare insieme agli obiettivi climatici da raggiungere. L’Italia, invece, fatica ancora a stare al passo».
Il presidente del Cigno verde conclude: «Al Governo Draghi chiediamo di concretizzare queste scelte a partire da una profonda revisione del Pniec in grado di fronteggiare con determinazione l’emergenza climatica andando ben oltre il 51% di riduzione delle emissioni climalteranti previsto dal Pnrr entro il 2030, più basso dell’obiettivo già inadeguato del 55% fissato dalla Legge europea sul clima. Il nostro Paese ha tutte le carte in regola per arrivare ad una loro riduzione di almeno il 65%, accelerando la transizione energetica investendo di più su rinnovabili ed efficienza, anziché continuare a puntare sul gas fossile ed addirittura su progetti di confinamento geologico dell’anidride carbonica. Una sfida che l’Italia può e deve vincere».