Azione legale contro Bnp Paribas: è il più grande finanziatore dei combustibili fossili in Europa
Oxfam France, Friends of the Earth e Notre Affaire à Tours. primo passo verso un caso di contenzioso sul clima senza precedenti
[26 Ottobre 2022]
Da oltre 10 anni, Oxfam France, Les Amis de la Terre/Friends of the Earth France e Notre Affaire à Tous denunciano le pesanti responsabilità della finanza nella crisi climatica e, « Dopo aver a lungo dialogato con le banche francesi e aver chiesto, senza successo, al governo di svolgere il suo ruolo di regolatore del settore finanziario», le tre organizzazioni alzano il tiro e intimano a BNP Paribas di «Interrompere immediatamente il sostegno a nuovi progetti sui combustibili fossili – sia direttamente che indirettamente – e di rispettare l’obiettivo di limitare il riscaldamento globale a 1,5° C».
Oxfam ricorda che «L’impatto che il settore finanziario può avere sul clima è ben chiaro alle banche che finanziano e investono in società che utilizzano combustibili fossili, ma BNP Paribas si distingue tra tutti. Nonostante i ripetuti inviti della comunità scientifica, di Nazioni Unite e International energy agency (Iaea) a desistere da nuovi investimenti in combustibili fossili, la banca francese ha continuato a foraggiare le aziende più aggressive, responsabili dello sviluppo di nuovi giacimenti e infrastrutture di petrolio e gas». Nel suo rapporto L’Agenzia Internazionale dell’Energia afferma nel suo rapporto “Net Zero by 2050”, pubblicato nel maggio 2021, l’Iea fa notare che «Oltre ai progetti già impegnati nel 2021, non ci sono nuovi giacimenti di petrolio e gas da approvare e che non sono necessarie nuove miniere di carbone o allargamenti delle stesse».
Il rapporto “Banques et climat: le désaccord de Paris”, pubblicato da Oxfam France nel 2021 sottolineava che «Tutto ciò ha costi elevatissimi e nel 2020 BNP Paribas ha registrato un’impronta climatica più grande di quella dell’intero territorio francese».
Lorette Philippot di Friends of the Earth France ha detto: «Conosciamo i nomi delle grandi multinazionali del gas e del petrolio, tra cui Total, che continuano a chiudere un occhio sulle tragedie causate dalla crisi climatica, pianificando decine di nuovi progetti che sfruttano i combustibili fossili in tutto il mondo. Ora vogliamo però chiedere a BNP Paribas, il finanziatore numero uno delle otto major europee e nordamericane del petrolio e del gas , di disinnescare queste bombe climatiche».
Secondo la il rapporto “Banking On Climate Chaos”, pubblicata annualmente da quasi 500 organizzazioni della società civile di tutto il mondo, tra il 2016 e il 2021, BNP Paribas ha finanziato lo sviluppo di attività che prevedono l’uso di combustibili fossili, con 55 miliardi di dollari di finanziamenti ed è il primo finanziatore globale delle 8 principali multinazionali di petrolio e gas statunitensi ed europee – Total, Chevron, ExxonMobil, Shell, BP, ENI, Repsol, Equinor – con 43 miliardi di dollari di finanziamenti erogati a sostegno delle attività di queste imprese fossili tra il 2016 e il 2021. In particolare, BNP Paribas è il primo finanziatore globale di Shell, BP ed ENI, ed è stato il secondo finanziatore globale di Total, tra il 2016 e il 2021. BNP Paribas si distingue in alcuni settori critici dal punto di vista ambientale, come la trivellazione di petrolio e gas nell’Artico, per la quale è il primo finanziatore globale con quasi 6 miliardi di dollari di finanziamenti concessi tra il 2016 e il 2021. Questi volumi di finanziamento comprendono i prestiti, le sottoscrizioni – escluse le transazioni bilaterali – in cui BNP Paribas è stata coinvolta tra il 2016 e il 2021, in proporzione alla quota di attività delle aziende beneficiarie nei combustibili fossili o nel sotto settore designato.
Le tre organizzazioni francesi ricordano che «La dipendenza dai combustibili fossili ha lasciato i cittadini inermi di fronte all’impennata dei prezzi dell’energia che colpiscono particolarmente le famiglie più povere. Dobbiamo fermare con urgenza i responsabili ed evitare le conseguenze di questa ennesima, grave crisi. E’ per questo che Oxfam France, Les Amis de la Terre/Friends of the Earth France e Notre Affaire à Tous hanno deciso di andare alla radice del problema, chiamando in causa il settore finanziario».
Alexandre Poidatz, advocacy officer di Oxfam France, aggiunge: «Ogni nuovo progetto nel settore dei combustibili fossili finanziato da BNP Paribas significa più siccità, più inondazioni, incendi boschivi e anche prezzi dell’energia più alti per i consumatori. Dobbiamo assicurarci che gli investimenti di oggi servano a costruire un mondo migliore domani».
Quella promossa è un’azione legale senza precedenti, con la quale si chiede a BNP Paribas di «Adeguarsi alla legge francese del 2017 sull’obbligo di vigilanza entro 3 mesi». La pionieristica legge francese dovrebbe consentire notevoli progressi in termini di giustizia ambientale. Obbliga infatti alcune delle maggiori multinazionali francesi, comprese banche e altri attori finanziari, ad adottare misure per identificare e prevenire i rischi di gravi violazioni dei diritti umani, della salute e della sicurezza delle persone e dell’ambiente derivanti dalle loro attività e da quelle di imprese controllate direttamente o indirettamente; nonché dalle attività dei loro fornitori e subappaltatori con i quali hanno rapporti commerciali consolidati, sia in Francia che all’estero. Queste misure devono essere pubblicate annualmente all’interno di un apposito Piano di vigilanza, attuate efficacemente e monitorate dall’azienda per garantirne l’efficacia. Ad oggi la banca non ha reso noto un piano solido per identificare, mitigare e prevenire i rischi ambientali e rispettare i diritti umani derivanti dalle sue attività.
BNP Paribas ha quindi tre mesi di tempo per adeguarsi alla legge in vigore in Francia, in caso contrario il caso finirà in tribunale. Sarebbe il primo contenzioso legale al mondo che chiede conto ad una banca commerciale di rispettare gli obblighi per la tutela di clima e ambiente, assieme alla cessazione immediata del suo sostegno finanziario a nuovi progetti su petrolio e gas.
Justine Ripoll, responsabile delle campagne di Notre Affaire à Tous, conclude: «La legge sull’obbligo di vigilanza ha esplicitamente sancito nel diritto francese la responsabilità legale delle multinazionali, comprese le istituzioni finanziarie, di proteggere l’ambiente e rispettare i diritti umani. Nonostante le numerose campagne di greenwashing, le misure adottate da BNP Paribas- il primo finanziatore europeo sui combustibili fossili non sono né sufficienti né adeguate».