Biogas e elettrico alleati per superare il diesel
A Ecofuturo la mobiltà per la transizione energetica
[17 Luglio 2017]
Al Festival di Ecofuturo in svolgimento al Green Energy Park la Fenice di Padova, si è parlato di ”Oltre il diesel, per l’ambiente e il clima” e di transizione delle fonti fossili alle rinnovabili che «passa attraverso il gas naturale, anzi il biogas che entro quindici anni potrebbe raggiungere il 12% dei consumi nazionali».
Piero Gattoni, presidente del Consorzio italiano biogas (Cib ) ha detto che «Il biogas ha cambiato profondamente il paradigma dell’agricoltura tradizionale, rendendola più sensibile ai temi della sostenibilità e attribuendole un nuovo ruolo nel contrasto ai cambiamenti climatici. La digestione anerobica è qualcosa che va oltre la semplice produzione di bioenergie: è un’innovazione in grado di rendere l’agricoltura più innovativa intensificando le produzioni alimentari e assolvendo al contempo le nuove aspettative di tutela ambientale e sociale. Al fine di sfruttare il grande potenziale del biogas, si deve immaginate uno sviluppo che ne esalti le peculiarità di flessibilità e programmabilitá. Nel dibattito sulla strategia Energetica Nazionale la digestione anaerobica merita un suo capitolo specifico, che segni una traiettoria in grado di supportare la produzione di Biometano per i trasporti, per il greening della rete del gas e per la cogenerazione, fino allo sviluppo di tecnologie innovative come il power to gas, in grado di convertire la produzione di elettricità è in esubero in gas naturale. Per realizzare questi vantaggi è fondamentale salvaguardare il parco a biogas elettrico dalla fase di uscita dagli inventivi prevista tra il 2022 e il 2027, in aggiunta alla nuova piattaforma di sostegno per il biometano».
Lorenzo Maggioni, anche lui del Cib, ha citato lo studio della Deutschen Energie-Agentur (Dena -l’Agenzia tedesca per l’energia) per evidenziare «La preferibilità ambientale del biometano come biocarburante in base al quale le emissioni di CO2 sarebbero pari a quelle di un’auto elettrica alimentata da eolico. Ecco perché il Cib è fortemente interessato a che il potenziale italiano degli 8 miliardi di m3 di produzione di biometano al 2030 possa incominciare a essere finalmente erogato ai distributori. Le nostre aziende agricole sono pronte».
Roberto Roasio, di Ecomotive Solutions, è convinto che la conversione dei motori endotermici anche diesel, a biometano è una realtà e riguarderà specialmente il trasporto pesante e quello navale che per parecchio tempo non saranno interessati dalla rivoluzione della mobilità elettrica. Roasio ha presentato una diversi esempi partendo dal retrofit dei camion, che ora può si può fare anche con il gas naturale liquefatto (Gnl) raggiungendo gli 800 Km di autonomia, per arrivare alle imbarcazioni.
Alessandro Giubilo, di Flexienergy, ha parlato dell’alleanza tra mobilità elettrica e biometano. «Per valutare e confrontare le auto elettriche con quelle a metano è necessario utilizzare l’indice WTW (dalla fonte alla ruota) che permette di rendere confrontabili tra loro diverse tecnologie propulsive e carburanti, sia dal punto di vista dell’efficienza del mezzo di trasporto, sia del rendimento della tecnologia. Il risultato di questa analisi nel caso dell’elettrico e del biogas è di assoluta parità. Entrambi i sistemi emettono 5 grammi di CO2 per chilometro, pochissimo se si pensa che in media un’autovettura a carburanti fossili emette tra i 180 e i 200 grammi di CO2 per chilometro».
Gattoni è d’accordo: «Il settore del biogas deve lavorare insieme a quello della mobilità elettrica. La sinergia è fondamentale per massimizzare i risultati attesi. Ecofuturo rappresenta uno spazio importante per mettere in collegamento esperienze e mondi che operano per ottenere obiettivi comuni. L’approccio innovativo di Ecofuturo risiede nell’accettare le sfide tecnologiche e declinarle a sostegno di un futuro più sostenibile e attento alle interrelazioni sociali. Noi con il Biogasfattobene abbiamo accettato questa sfida».
Il vicesindaco di Padova, Arturo Lorenzoni, ha concluso: «Nelle scelte della mobilità locale giocano un ruolo importante tutta una serie di relazioni che sono complesse. Ci sono le modalità della logistica, le abitudini dei cittadini e quelle degli altri soggetti coinvolti nella questione della mobilità che sono rigide e che aumentano la complessità delle soluzioni, perché è necessario conciliare tutte queste diverse esigenze. Ma difficoltà a parte, penso che siamo avanti a una trasformazione che va al di la di ciò che ci siamo detti oggi, pensiamo solo a come trasformeranno la mobilità locale i veicoli a guida autonoma che, contrariamente a ciò che si pensa normalmente, non riguardano solo quella individuale. sarà l’innovazione a guidare le scelte delle amministrazioni».