Bonus edilizi e appalti #Failacosabuona di Feneal Uil e Fillea Cgil contro le scelte del governo
Legambiente: «Chiediamo una seria politica su efficienza energetica in edilizia, in grado di traghettare l’Italia verso gli obiettivi europei e di non perseverare in gravi errori, senza consumo di suolo»
[30 Marzo 2023]
Secondo i segretari Generali FenealUil e Fillea Cgil Vito Panzarella e Alessandro Genovesi, Le scelte del Governo su bonus edili e codice appalti «Metteranno a rischio 100 mila posti di lavoro e renderanno impossibile per i redditi più bassi realizzare interventi sulle case popolari e più vecchie. Alla luce dei vari provvedimenti del Governo il settore costruzioni rischia un netto peggioramento dell’occupazione e della qualità del lavoro con gravi impatti sull’ambiente e sulla possibilità di rigenerare quartieri e periferie senza raggiungere così gli obiettivi Onu e Ue per città sostenibili. Dal decreto 11/2023 che blocca la cessione dei crediti per i bonus edili colpendo i redditi più bassi, chi vive, cioè, nelle case più vecchie ed energivore e nelle periferie, alle nuove norme del Codice degli Appalti che riducono gli obblighi di applicazione dei CCNL edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata, le politiche del governo finiscono per tagliare drasticamente il lavoro nell’edilizia privata, con un peggioramento della sicurezza per i lavoratori negli appalti pubblici, meno qualità e meno sostenibilità. Per queste ragioni, a partire dai prossimi giorni, saranno organizzate varie iniziative, volantinaggi, assemblee e azioni simboliche che culmineranno il 1° aprile in una giornata nazionale di lotta articolata in 5 manifestazioni territoriali»
5 le periferie scelte per le manifestazioni che, oltre alle lavoratrici e ai lavoratori del settore, delegati e militanti sindacali, saranno aperte a contributi di studenti, associazioni ambientaliste, comitati di quartiere, imprenditori, professionisti e intellettuali. I due sindacalisti spiegano: «Una giornata di impegno, insomma, per portare avanti le nostre proposte – spiegano i due sindacalisti – a favore del lavoro e dell’ambiente e che saranno anche un’occasione di confronto e di partecipazione per i cittadini che vivono in quei quartieri e che sono i più colpiti dalla mancanza di una politica e di una programmazione di medio periodo per la riqualificazione e la rigenerazione delle loro case e delle loro aree urbane».
All’iniziativa aderiscono anche Legambiente, Adoc Uil, Amblav, Arci, Auser, Ecofuturo, Forum disuguaglianze e diversità, Giga, Kyoto Club, gli studenti di Link, REdS e UDU, con l’obiettivo è chiedere al Governo Meloni «Una seria politica su efficienza energetica in edilizia, in grado di traghettare l’Italia verso gli obiettivi europei e di non perseverare in gravi errori, come quelli commessi con lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura, affossando le politiche di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio del nostro Paese, pubblico e privato».
Per Legambiente quelle del governo sono «Scelte anacronistiche, ricorda il Cigno Verde, che ostacolano il raggiungimento degli obiettivi climatici e l’indipendenza energetica dell’Italia dalle fonti fossili; che mettono in difficoltà imprese e famiglie, nell’abbattere i costi della bolletta e contrastare il sempre più preoccupante fenomeno della povertà energetica che riguarda almeno 4 milioni le famiglie. E soprattutto che osteggiano la messa in sicurezza del patrimonio edilizio italiano, attività che garantirebbe un futuro stabile al settore dell’edilizia senza consumare ancora suolo. Sono 20 milioni le famiglie che vivono in abitazioni fatiscenti, il 23% dei quali in abitazioni umide e con presenza di muffa. L’85% dei fabbricati italiani sono stati costruiti prima del 1991, circa il 25% prima del 1945 e solo il 6.8% dopo il 2005».
Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani aggiunge: «Al Governo Meloni chiediamo un cambio di rotta che permetta di mettere in sicurezza e rendere efficiente il patrimonio edilizio, pubblico e privato, ripristinando la cessione del credito alle famiglie con reddito medio basso, alle case popolari, ai condomini periferici. In Italia ci sono almeno 14 milioni di edifici residenziali, di questi solo il 12% è considerato patrimonio storico. La maggioranza del patrimonio edilizio residenziale si trova nelle peggiori classi energetiche: il 42,1% in zona climatica F, il 39,5% in classe D e il 33% in classe C. A dimostrazione che il nostro Paese ha tutto l’interesse a portare avanti politiche di efficientamento e rigenerazione, come anche indicato dalla proposta di direttiva UE sulle Case Green a cui, però, il Governo fa resistenza invece di aprire un confronto con i sindacati, le imprese, le associazioni per affrontare la sfida. Con la recente riduzione al 90% dell’aliquota del Superbonus e l’eliminazione della cessione del credito si è affossata una politica che, seppure lacunosa, era l’unica esistente per l’efficienza energetica, la riqualificazione e la messa in sicurezza antisismica del patrimonio edilizio del Paese. Che permetteva alle famiglie a basso reddito di rendere le proprie case più vivibili e sicure, più efficienti in termini energetici, abbattendo i costi in bolletta. Scendiamo in piazza nelle periferie insieme ai sindacati, associazioni, imprese, studenti e cittadini per chiedere il ripristino immediato della cessione del credito e una riforma dei sistemi incentivanti che metta al centro la qualità degli interventi e che consenta l’accesso soprattutto alle famiglie a medio e basso reddito che oggi sono in condizioni di povertà energetica e quindi nell’assoluta impossibilità di investire; eliminando dai sistemi incentivanti tutte le tecnologie a fonti fossili, come le caldaie a gas, oltre a spingere, nelle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni l’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili».
CGIL e UIL chiedono «La modifica del decreto 11/2023 sui bonus edili, che rischia di distruggere 100 mila posti di lavoro e soprattutto di escludere milioni di cittadini a basso reddito dalla possibilità di avere una casa più vivibile e sicura, più efficiente in termini energetici, più salubre e con bollette meno care. Dobbiamo garantire urgentemente lo sblocco dei crediti ma soprattutto dobbiamo dare stabilità alle percentuali di incentivo per i prossimi 10 anni, garantendo la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli incapienti (garantendo il 100% dei costi anche tramite recuperi sulla bolletta) e per i redditi medio-bassi (Isee inferiore ai 30 mila euro), per i condomini e per chi vive nelle periferie. Prevedendo un intervento pubblico diretto, anche straordinario, per l’Edilizia Pubblica Residenziale. Per questo chiediamo una legge quadro per la rigenerazione urbana, con una nuova pianificazione urbanistica basata su maggiori risorse e strumenti partecipativi, in coerenza con gli obiettivi del Next Generation Eu e dell’Agenda Onu per città sostenibili. E ancora vincoli stringenti sull’obbligo di applicare e rispettare i CCNL Edili in tutti gli appalti di lavori rientranti nei perimetri e nei campi di applicazione dell’Allegato X del dlgs. 81/2008, a partire dagli appalti di lavori pubblici, migliorando le previsioni del nuovo Codice degli Appalti contro ogni forma di dumping contrattuale, lavoro irregolare, infiltrazioni criminali. Per questo ci mobilitiamo per ottenere il ripristino del divieto dei subappalti a cascata come previsto dall’attuale Codice degli Appalti (appena modificato in senso contrario dal governo, ndr) e la valorizzazione delle imprese più strutturate, la loro qualificazione, la loro crescita dimensionale. Vogliamo diventare un Paese migliore, più efficiente, sicuro e ambientalmente sostenibile. Ma per fare questo dobbiamo difendere e valorizzare il lavoro di qualità, sicuro e legale, indispensabile per azzerare le morti sul lavoro e in particole nei cantieri. Noi siamo pronti a dare il nostro contributo, ma prendiamo atto che il Governo non ha coinvolto le organizzazioni sindacali in nessun tavolo sugli appalti e sulle politiche di settore, non riconoscendo ai lavoratori il ruolo che meritano: quello di protagonisti della vita economica e sociale del Paese. Rivolgiamo per questo un appello ai tanti soggetti dell’impegno politico, associativo, ambientalista, civico, del mondo dell’impresa e delle professioni per sostenere le ragioni delle lavoratrici e lavoratori del settore delle costruzioni, oggi così strategico per la crescita economica e per un mondo più giusto e sostenibile».