Con la transizione energetica accelerata 40 milioni di posti di lavoro in più nel settore energetico entro il 2050

World Energy Transitions Outlook di IRENA: significativa prosperità economica. Iniziative di politica progressiste alla COP28

[30 Novembre 2023]

Il secondo volume del “World Energy Transitions Outlook 2023” dell’International Renewable Energy Agency (IRENA), pubblicato in occasione della COP28 Unfccc iniziata oggi a Dubai, evidenzia che «Per dare impulso ai benefici socioeconomici della transizione energetica e diffonderli ampiamente in tutto il mondo sono fondamentali politiche progressiste».

IL rapporto IRENA analizza gli impatti socioeconomici della transizione energetica e sottolinea che «Con il percorso verso l’obiettivo 1,5° C in conformità con l’Accordo di Parigi il mondo potrebbe assistere entro il 2050 a un aumento medio annuo del PIL dell’1,5% rispetto al “Planned Energy Scenario”». Inoltre, prevede inoltre che, sempre entro il 2050, «La transizione energetica creerà 40 milioni di posti di lavoro aggiuntivi nel settore energetico, con 18 milioni di posti di lavoro in più a livello globale solo nel settore delle energie rinnovabili».

Il volume 1 dell’Outlook pubblicato all’inizio di quest’anno ha presentato un percorso per raggiungere l’obiettivo di 1,5° C, che indica nell’elettrificazione e nell’efficienza energetica i fattori chiave della transizione, resi possibili dalle energie rinnovabili, dall’idrogeno verde e dalla biomassa sostenibile. Ma il rapporto avvertiva  che «La transizione energetica è in ritardo» de sollecitava «Azioni urgenti e radicali, tra cui la triplicazione della capacità installata di energia rinnovabile entro il 2030».

I secondo volume del World Energy Transitions Outlook 2023 delinea gli impatti socioeconomici dello Scenario 1,5˚C di IRENA e fornisce ai responsabili delle politiche spunti su come l’attività economica, l’occupazione e il benessere umano saranno influenzati da 1,5° C, aiutando così i governi a progettare politiche che massimizzino i benefici della transizione.

Il direttore generale di IRENA, Francesco La Camera, ha dichiarato: «Ribadisco la richiesta della presidenza della COP28 di un obiettivo globale in materia di energie rinnovabili come azione concreta per l’attuazione dell’Accordo di Parigi. I responsabili delle politiche si sono concentrati prevalentemente sugli aspetti tecnologici della transizione energetica, spesso trascurandone le implicazioni socioeconomiche. La transizione energetica porta con sé grandi promesse per il rilancio dell’economia globale, ma dobbiamo affrontare le persistenti disparità. Colmare i gap nelle ambizioni della politica climatica e promuovere cambiamenti strutturali essenziali impone ai responsabili politici richieste senza precedenti. Dobbiamo favorire i risultati positivi della transizione, assicurando nel contempo che queste opportunità siano equamente distribuite tra regioni e Paesi».

L’analisi socioeconomica di IRENA rileva che «Gli impatti della transizione variano a seconda delle regioni e dei Paesi» ed evidenzia le disparità nello sviluppo economico, sottolineando «La necessità di strategie economiche inclusive».

Il rapporto fa notare che «Sebbene entro il 2050 si preveda una triplicazione dell’occupazione nel settore delle rinnovabili, i posti di lavoro non sono distribuiti in modo omogeneo tra le regioni. Secondo le previsioni, entro il 2050 il 55% dei posti di lavoro nel settore delle rinnovabili sarà in Asia, seguito dall’Europa con il 14% e dalle Americhe con il 13%. Solo il 9% dei posti di lavoro sarebbe nell’Africa subsahariana. E mentre il PIL pro capite dell’Africa è destinato a raddoppiare, i Paesi ricchi di risorse del continente registreranno probabilmente una crescita più rapida, con una conseguente esacerbazione delle disuguaglianze regionali. Tuttavia, economie emergenti come l’India e la Cina sono pronte per una crescita significativa che potrebbe ridisegnare il panorama economico globale.I fattori che determinano i risultati economici variano e questo sottolinea la necessità di sostenere in modo proattivo la spesa nei Paesi in via di sviluppo. Per i Paesi del G20, gli investimenti e il commercio sono i principali determinanti. Per i Paesi in via di sviluppo, i pagamenti a destinazione sociale indotta sono spesso il fattore determinante nelle differenze di PIL».

Per IRENA, Il collegamento degli aspetti socioeconomici e tecnologici della transizione energetica richiede interventi politici che vadano oltre il semplice passaggio dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. IRENA sostiene da tempo approccio globale alla transizione energetica che coordini collaborazione internazionale, equità e cambiamenti sistemici come parte integrante di questa richiesta».