I consumi di energia da fonti rinnovabili in Italia per settore, e gli obiettivi Ue al 2030

Dal Servizio studi del dipartimento Attività produttive della Camera dei deputati un quadro dettagliato della situazione nazionale

[3 Maggio 2016]

A causa dell’azione congiunta della recessione economica, della ricomposizione settoriale della produzione e della maggiore efficienza energetica, nel 2014 il fabbisogno energetico lordo del Paese è stato pari a circa 165,9 Mtep: il valore più basso degli ultimi 18 anni. A crescere ancora è stato invece l’apporto al mix energetico arrivato dalle fonti rinnovabili. Sono questi i dati ricordati nell’ultimo dossier di settore sviluppato dal Servizio studi del dipartimento Attività produttive della Camera dei deputati.

In particolare, la composizione percentuale delle fonti energetiche impiegate per la copertura della domanda nel 2014 è stata caratterizzata, rispetto al 2013, da una riduzione dell’incidenza del petrolio (da 58,3 Mtep di consumo nel 2013 a 57,3 Mtep di consumo nel 2014), dalla diminuzione di quella del gas (da 57,4 nel 2013 a 50,7 Mtep nel 2014) e da un trend crescente della quota delle fonti rinnovabili, che passa da 33,8 Mtep di consumo interno lordo del 2013 a 34,7 Mtep nel 2014.

La fonte rinnovabile che nel 2014 ha fornito il contributo più importante nel settore Elettrico è quella idraulica (48% della produzione elettrica da Fer), seguita dalla fonte solare (19%), dalle bioenergie (15%), dalla fonte eolica (13%) e da quella geotermica (5%). previste dalla Direttiva 2009/28/CE ai fini del monitoraggio degli obiettivi. La fonte rinnovabile che nel 2014 ha fornito il contributo più importante nel settore elettrico è quella idraulica (48% della produzione elettrica da FER), seguita dalla fonte solare (19%), dalle bioenergie (15%), dalla fonte eolica (13%) e da quella geotermica (5%). Per quanto riguarda invece il settore termico, nel 2014 sono stati consumati circa 9,9 Mtep di energia termica da fonti rinnovabili (416.000 TJ), di cui poco meno di 9 Mtep in modo diretto (attraverso stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, impianti di sfruttamento del calore geotermico) e circa 1 Mtep come consumi di calore derivato (principalmente attraverso sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse). La fonte di gran lunga più importante è la biomassa solida (6,7 Mtep), utilizzata soprattutto nel settore domestico. Assumono grande rilievo anche le pompe di calore (2,6 Mtep), mentre sono ancora limitati i contributi della fonte geotermica e di quella solare.

Per quanto riguarda infine il settore Trasporti, nel 2014 sono stati immessi in consumo circa 1,06 Mtep di biocarburanti (oltre 1,2 milioni di tonnellate), in larghissima parte costituiti da biodiesel.

Alla luce di questi dati, per il 2014 – ricorda il Gse – i consumi complessivi di energia da FER si attestano intorno ai 20,2 Mtep, con un’incidenza sui consumi finali lordi di energia pari al 17,07%, valore leggermente superiore al target fissato in sede europea per il 2020.

Si osserva però che tale target è stato raggiunto nell’anno 2014 in una situazione di riduzione dei consumi complessivi di energia, dovuta dunque non solo agli interventi di maggiore efficientamento energetico avutisi negli ultimi anni, ma anche ed in modo sensibile alla crisi economica, che ha determinato una riduzione dei consumi energetici: dunque, la possibilità di mantenere la quota dei consumi finali coperta da rinnovabili su questi livelli dovrà essere testata anche sulla base del futuro andamento dei consumi energetici complessivi del Paese nella fase post-crisi.

Gli obiettivi al 2030 elaborati dall’Unione europea nel 2014 impongono già un target per i consumi di rinnovabili al 27% dei consumi finali complessivi, e gli Stati membri – Italia compresa – sono chiamati a presentare ciascuno il proprio contributo (obiettivi nazionali specifici) in Piani nazionali per l’energia e il clima.