Coordinamento Free: la transizione ecologica non passa per il gas. «Il ministro Cingolani se ne faccia una ragione» (VIDEO)
Se ben guidata, la transizione ecologica non porta alla catastrofe sociale. Distanza siderale tra Cingolani e Draghi
[1 Dicembre 2021]
Commentando l’intervento del ministro Roberto Cingolani durante la presentazione del “Manifesto su Lavoro ed Energia per una transizione sostenibile” che si è tenuta a Roma, Livio de Santoli, presidente del Coordinamento Fonti Rinnovabili ed Efficienza Energetica (Coordinamento FREE), ha sottolineato che «Ancora una volta nessuna delle risposte attese dal suo ministero che fino a prova contraria si chiama ancora Transizione Ecologica. Ci attendevamo risposte sull’urgenza di avere finalmente i provvedimenti necessari e richiesti dall’Europa su aste, DM controlli, varianti sostanziali, la definizione Commissione VIA, il superamento dei contrasti con il Ministero della Cultura ed invece nel suo intervento Cingolani non ha fatto altro che supportare la necessità di una transizione lunga e “gassosa”».
Nel suo intervento Cingolani ha detto che il Manifesto di Sindacati e Confindustria è «Un documento unico che costituisce un passo decisivo, visto che ci stiamo avvicinando al ‘Fit For 55’ e, come Italia, ci piacerebbe andare con una posizione unita che rappresenta tutti. La transizione è complessa tecnicamente, economicamente e socialmente. Abbiamo una finestra stretta, una decade, per impostare una traiettoria per portare questo Paese alla decarbonizzazione. Lavoriamo insieme perché, se si continua a fare ideologia, perdiamo tempo. Se andiamo troppo forte, è catastrofe sociale, se troppo lentamente è catastrofe ecologica. Ora mi sento più sicuro sapendo che chi produce lavoro e chi lo tutela sono d’accordo che su questi obiettivi c’è un percorso difficile, ma chiaro. E’ il compromesso migliore».
Il ministro ha chiesto che su ogni punto del Manifesto si scrivano due-tre progetti pilota da sviluppare entro la fine dell’anno de ha annunciato che portrrà il manifesto a Bruxelles in occasione della Consiglio er europeo di ministri di energia e ambiente.
De Santoli ha fatto notare che nell’intervento del ministro «Non sono menzionate le rinnovabili che pure il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha citato nel dettaglio. E smentisce Draghi sull’urgenza della transizione energetica e parla, inoltre, di catastrofe collegata all’accelerazione della decarbonizzazione, mentre dal suo Ministero tutto tace sui tanti ritardi dei decreti che permetterebbero lo sblocco delle rinnovabili, su un chiaro programma di efficienza energetica e su una decisa spinta alla mobilità elettrica e sostenibile. Il Ministro continua a essere molto timido sull’elettrificazione, cerchiobottista sulle fonti, impegnato su una decarbonizzazione indiretta attraverso l’economia circolare ed una decarbonizzazione passiva attraverso la cattura della CO2 che secondo il Ministro è da fare nel modo più efficiente ossia utilizzando la natura. Tradotto: invece di presentare in quel contesto studi sugli impatti sociali e finalmente un chiaro confronto sull’intensità di lavoro dell’oil&gas con quello delle rinnovabili, tutto a favore di queste ultime, ancora una volta assistiamo ad una visione confusa che non risolve la questione dei + 9 GW per anno».
Alla presentazione del “Manifesto” è intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi, che ha detto: «La transizione ecologica non presenta solo pericoli, ma anche opportunità, e l’Italia deve attrezzarsi per coglierle. Dobbiamo puntare a entrare nei segmenti più innovativi del mercato – come la produzione di batterie. Crearne di nuovi, in risposta ai bisogni che emergeranno da imprese e consumatori. Sviluppare e adottare tecnologie all’avanguardia, ancora non pienamente sfruttate. E questa credo che sarà la strada più importante che ci si presenterà davanti negli anni. Tutto quello che noi diciamo oggi è fondamentalmente soggetto a un’enorme incertezza ed è l’incertezza di quanto saremo bravi a cambiare le tecnologie. Bisogna essere ottimisti al riguardo. L’esempio più recente è quello dei vaccini, sono stati creati in un tempo che sarebbe stato impensabile fino a tre anni fa. Lo Stato deve fare in modo che i rischi della transizione si trasformino in occasioni di crescita. Nel settore dell’energia, molte delle tecnologie più promettenti hanno costi fissi elevati, e richiedono investimenti sostanziosi in ricerca e sviluppo o in infrastrutture. Il settore pubblico deve contribuire a queste spese, che non possono essere coperte solo dalle aziende. Ma dobbiamo anche investire in formazione, per garantire maggiore mobilità ai lavoratori. E sostenere i giovani che entrano sul mercato del lavoro, perché sviluppino le competenze giuste. La riconversione dei settori industriali tradizionali rappresenta un’occasione per l’Italia e per il suo tessuto imprenditoriale. Nella nostra storia, abbiamo saputo cogliere le opportunità delle rivoluzioni industriali, e sono sicuro che lo sapremo fare ancora».
Il presidente del Coordinamento FREE conclude: «Registriamo, infine la distanza siderale del discorso di Cingolani dal pensiero del Presidente del Consiglio Mario Draghi che nella stessa assise ha detto: “La lotta al cambiamento climatico è – insieme al contrasto alla pandemia – la sfida più importante dei nostri tempi. Lo è per chi governa, lo è per chi lavora e lo è per chi fa impresa. La transizione ecologica richiederà trasformazioni radicali – nelle tecnologie, nei processi produttivi, nelle abitudini di consumo. […]. Ampliamo la nostra capacità di produzione di energia rinnovabile – dall’agro-voltaico al biometano”. A questo punto come Coordinamento FREE chiediamo un incontro urgente con il Governo per illustrare le nostre posizioni che sono scritte nero su bianco nei nostri sette position paper che abbiamo presentato un mese fa, ma che con ogni probabilità al Ministero di Cingolani nessuno ha letto».